giovedì 2 gennaio 2014

2014 restituiteci la libertà

In caso contrario, riprendiamocela. Si intende libertà a 360 gradi, da come curararsi a come spenderei propri soldi, ma sopratutto a non avere quegli obblighi ,assurdi, come essere associati al sindacato o a usare la moneta elettronica.
Ma la libertà di fare impresa o di poter lavorare meno ma lavorare tutti, vivendo una vita degna di essere vissuta, dovrebbe essere ai primi posti tra le cose da ottenere.
Purtroppo con la forma mentis imperante, o meglio martellante, si penserà prima alle nozze gay, ai migranti (cioè agli ex immigrati), agli F 35 o a qualche disgrazia che accadrà (spero di no ) a casa del diavolo, e agli italiani e al loro ben-essere mancherà proprio il tempo di pensarci.
Un vero peccato? No, si tratta di vera e propria malafede e interesse: malafede perché si fa finta di interessarsi ai problemi dei gay o del femminicidio, per imporre modelli di vita sostitutivi di altri, ove al contrario possono convivere ma senza che questi ultimi prendano il sopravvento e divengano privilegiati.

Per gli immigrati, giusto che li ho citati come esempio, al pari di chi è senza lavoro e cerca aiuto nelle varie caritas o gli assistenti sociali, c'è il discorso del business: gestire fondi o associazioni varie, nonchè beni e servizi, fa gola a tanti, motivo per cui si cerca sempre di mantenere un determinato numero di persone sulla corda.
Non si fa in modo che i bisognosi non siano più tali, non si aiutano le persone affinchè non abbiano più bisogno di noi o del nostro aiuto: al contrario è sempre bene che queste, per ogni pipì si rivolgano a noi, cerchino oggi il centro, domani il sindacato o il caf, i nostri centri di ascolto, ricreativi eccetera.
Non posso non menzionare le elezioni. Qui in Sardegna cominciamo il 16 febbraio con le regionali e, salvo errore a maggio con le europee: contano qualcosa queste elezioni? Possono fare qualcosa gli eletti, oltre che ricevere ogni mese una barca di soldi? 
A mente ricordo che non possono fare niente, o meglio non sanno nemmeno so che possono o non possono fare: allorché vengono pressati ecco che ricorrono al vecchio trucco delle riunioni che, logicamente, vengono sempre procrastinate e in cui non si può prendere nessuna decisione.
In caso contrario, presa una decisione, anche positiva, ecco che occorre attendere che questa non venga impugnata, che cioè non ci siano ricorsi, ma sopratutto trovare il modo di attuarla.
Nel frattempo le attività chiudono o neanche aprono, la gente si stufa e cambia isola, regione o nazione.
Quanto agli eurodeputati, sappiamo che lì contano soltanto le commissioni, che sono in mano a lobbies e, per avere idea di cosa sono capaci di fare è sufficiente vedere la nostra nazione: le nostre esigenze sono tutte disattese. Possiamo affidarci a persone simili? In più noi sardi siamo poco rappresentati, nel senso che riusciamo a eleggere pochi eurodeputati e che questi non fanno ottenere ai sardi e agli italiani "cose utili":parliamo di trasporti, ma anche di soldi ricevuti dall'Ue e non spesi. Come si vede ,ci vorrebbe anche il pungolo per far fare le cose a chi dovrebbe farle.Invece...

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