Dalla mia personale esperienza, posso affermare che dietro ogni
dolore si celano infinite possibilità di crescita umana, di conoscenza, e
fattori imprescindibili per il raggiungimento della consapevolezza di
sé e del mondo.
Il trauma prodotto dal dolore, spaventa da una parte, ma per un altro
verso, come una lente di ingrandimento, mette a fuoco tutto ciò che
prima consideravamo normale, scontato, non degno di nota, di analisi e
di critica.
Così ogni parte e frammento del nostro essere viene vivisezionata,
l’osservazione amplificata e, per logica conseguenza, la capacità di
discernimento.
Ergo, se noi lasciamo il dolore alle spalle, per concentrarci invece sul
suo rovescio della medaglia, saremo in grado di capire gli infiniti
benefici di una tale esperienza per metterli poi a frutto e farne
tesoro.
Non c’è altro modo per crescere, per cambiare, e per attingere a quella
consapevolezza capace di produrre autentica felicità e libertà.
L’uomo che rinuncia alla comprensione del dolore, per accanirsi sugli
effetti come una belva ferita e vendicativa, non troverà pace al suo
tormento, e il suo cuore si farà pietra – a lui sarà negato lo spirito
di solidarietà, di volontà, la tolleranza, e il sublime piacere di
contemplare la bellezza.
Le nostre moderne società, sono afflitte da disagi persistenti e
sofferenze di ogni tipo e specie, proprio perché incapaci di accettare
l’ineluttabilità del dolore, e di comprenderne le ragioni. Cercano così
in ogni modo di combatterlo, di contrastarlo, di annullarlo, facendo
ricorso a sostanze sintetiche che impediscono al dolore il suo processo
di naturale spegnimento.
Dobbiamo invece arrivare al punto di amarlo, di comprenderne le logiche,
essendo questo il solo modo per ammansirlo, acquietarlo e, come un cane
fedele, farlo ubbidire al nostro volere.
L’infinito amore che ho per la vita, è ciò che di più grande abbia
ricevuto in dote al momento della mia apparizione in questo mondo, e va
oltre ogni altro sentimento umano.
Gioia e dolore hanno posseduto il mio cuore, il giorno e la notte, e li
ho amati entrambi, figli di una stessa anima, fratelli di sangue, amici
leali e complementari. Consapevole dei loro diritti e dei bisogni di
ognuno, a volte sono rimasto ad osservarli, al fine di cogliere i motivi
della loro alternanza dentro mio cuore, anche se in diverse
circostanze, il senso mi appariva oscuro. Così, spinto dal bisogno
insaziabile di sapere, ho attinto alle risorse del mio spirito, che ha
risposto agli interrogativi della mia mente, spesso serva delle sue
rudimentali logiche e di azzardate conclusioni costruite sulla parola. È
necessario ascoltare in silenzio, se vogliamo le risposte ai nostri
perché!
Gioia e dolore, non intervengono nella nostra vita in maniera
arbitraria, ma sono la risultante dei nostri comportamenti e dei
pensieri. Come spie luminose dentro il nostro cuore, si accendono e si
spengono, segnalando le nostre vittorie e i nostri errori per poi
comprenderne le ragioni.Gioia e dolore, sono inseparabili. “Essi
giungono insieme, e se l’una vi siede accanto alla mensa, ricordatevi
che l’altro sul vostro letto dorme”. Gibran – da “Il Profeta –
Quando deciderò di porre fine alla mia apparizione (Intendendo dire
che noi siamo i diretti responsabili di ogni nostro atto.. e per tanto,
anche se inconsapevolmente, abbiamo già scritto la nostra sorte nei modi
e nei tempi) e sperando che il mio corpo, nel frattempo, non abbia
preso personali iniziative, quel giorno, sarà il coronamento di un
supremo atto d’amore per la vita, dentro il cuore della quale, ho
scoperto il segreto della morte.
GJTirelli
http://www.stampalibera.com/?p=70385&cpage=1#comment-132738
C'è una frase di Kierkegaard, che dice più o meno così: soffro , ma come un uomo che ha speranza. Ora il concetto lo possiamo girare e rigirare come vogliamo: andando a mente mi pare che il filosofo avesse anche premesso qualcosa come "se devo scegliere tra soffrire e non soffrire preferisco, appunto , soffrire come....". Ma se la sofferenza non illuminasse? O se io fossi refrattario, così testa di legno o avessi il cuore e la mente offuscata?
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