domenica 25 marzo 2018

Germania (ma anche Italia): quando i giudici fanno quello che vogliono (bello interpretare le leggi)

Giuseppe Sandro Mela.

2018-03-25.

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Il problema potrebbe riempire decine di ponderosi tomi, ma in estrema sintesi potrebbe così configurarsi:

In un paese democratico governano gli eletti oppure i funzionari nominati?

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Non è problema di poco conto. Per affrontarlo sarebbe quanto mai utile rimuovere dalla mente i casi particolari,  le eccezioni.

In un sistema democratico dovrebbero essere sovrani gli Elettori, che ogni certo quale periodo di tempo - quattro fino a sei anni, solitamente - si recano alle urne e rinnovano gli organi rappresentativi, ossia chi li governa: il voto è dato secondo il programma presentato ed accordato sulla scorta di quanto fatto in passato.

Gli eletti dal popolo hanno il potere di governare perché da esso vidimati e, in ogni caso, non sono eletti a vita.

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Che una Collettività abbia bisogno di burocrati e di funzionari per fare applicare correttamente le leggi e le norme deliberate è solo un ordinario problema organizzativo, che però può degenerare sotto molte condizioni.

Ma altrettanto ovvio dovrebbe essere il fatto che tali funzionari dovrebbero restare in carica fino a tanto che dura il governo che li ha nominati: è quello che negli Stati Uniti è denominato lo spoils system. Un governo liberamente eletto dovrebbe avere la garanzia costituzionale di poter rinnovare il corpo dei burocrati e dei funzionari.

Non solo.

Qualora uno o più burocrati manifestassero visioni di vita differenti da quelli del governo, questo ultimo dovrebbe ben essere autorizzato a licenziarli, ed anche su due piedi.

Per meglio spiegarci, recentemente il Presidente Macron ha licenziato in tronco il capo di stato maggiore gen Pierre de Villiers, con questa motivazione:

«If something puts the chief of the armed forces at odds with the president of the republic, the chief of the armed forces changes» [The New York Times]

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Nei paesi occidentali vige la concezione che i poteri dovrebbero essere divisi e non interagenti tra di loro.

Ottimo enunciato teorico, ma poco più di un proclama, quasi una grida di manzoniana memoria. Alla fine i magistrati sono pubblici funzionari nominati dalla politica, legati al potere che li ha nominati e fatti progredire di carriera.

Se i magistrati fossero esseri angelici e perfetti, il problema della magistratura non esisterebbe: ma essi sono esseri umani a tutti gli effetti e, sulla scorta di quanto accade, anche oltremodo spigliati nell'adempiere a ciò che loro indicano essere il proprio dovere.

Non solo. Mentre in molti stati essi sono nominati pro tempore, con scadenze di mandato più o meno lunghe, di norma in Occidente sono nominati a vita: assolutamente inamovibili. Nemmeno Luigi XIV aveva un simile potere.

Se il generale Pierre de Villiers fosse stato un magistrato, Mr Macron dovrebbe ancora convivere con lui.

Inutile dire con quanta soddisfazione i magistrati abbiano sviluppato la teoria in base alla quale le leggi non si applicano, bensì si interpretano.

Corti di Giustizia. Cinque anni fa era tutto l’opposto.

«Stessa identica Carta Fondamentale, stessi identici codici, stessi identici giudici (si direbbe che siano eterni), stesso identico problema.

Due verdetti opposti.»

In parole poverissime: i magistrati possono fare tutto ciò che voglio, ed in più pretendono persino di essere considerati onesti e probi.

Dei funzionari nominati, non eletti, governano de facto il paese.

L'Occidente non potrà essere considerato democratico fino a tanto che continuerà a tollerare e soggiacere ad un simile potere in essere.

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Nel caso specifico, il Governo tedesco ha varato una serie di leggi, opinabili a piacere, ma pur sempre proposte dal legittimo Governo ed approvate dalla maggioranza parlamentare.

Il Germany's Federal Migration Office, applicando tali leggi e regolamenti, ha rigettato larga parte delle richieste di asilo come rifugiati inoltrate da immigrati, spesso illegali.

Costoro, appoggiati da valenti avvocati facenti capo ad un ben determinato partito politico, sono stati portati in causa ed i giudici di primo grado hanno annullato i provvedimenti.

Poi, spesso, in secondo grado:

«The BAMF ultimately won nearly all of those cases.».

Identiche leggi, identiche persone, identiche circostanze: due verdetti diametralmente opposti.

Dovrebbe essere evidente la contraddizione dei termini.

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È del tutto evidente come la maggior parte di queste sentenze sospensive i provvedimenti dell'Ufficio Federale dei Migranti siano sentenze squisitamente politiche, che spesso non si peritano nemmeno di riportare le loro proprie considerazioni partitiche persino nel corpo del verdetto.

Tutto ciò alla fine comporta

«The courts complained of enormous case load».

Il problema non sono i migranti quanto piuttosto i loro protettori ideologici.


→ Deutsche Welle. 2018-03-23. One in two rejected asylum seekers win appeal in German courts

Rejected asylum seekers in Germany almost always challenge the decision in court, and around 40 percent of them win. The number of such appeals nearly doubled from 2016 to 2017.

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Nearly half of all rejected asylum seekers win their challenge against the decision, according to a report published Friday.

Over 328,000 asylum seekers appealed the decision to deny them asylum in Germany in 2017. The new data resulted from the government's response to a query by the opposition Left party obtained by the Süddeutsche Zeitung daily.

That figure is almost double the amount in the previous year. Decsions were made on 146,000 cases.

Around half were formally decided in Germany's courts, meaning they were made without a closer examination of the content of the asylum submission. That is because plaintiffs reached a deal with Germany's Federal Migration Office (BAMF) or withdrew their claim before the verdict.

In the remaining cases, however, where the courts decide on the substance of the appeals (for instance rejection of the application to implement further asylum proceedings), some 40 percent of plaintiffs managed to overturn the BAMF's decision.

Refugees from Syria and Afghanistan were successful in over 60 percent of the cases.

Only about 1,400 asylum seekers decided to file a second appeal after losing in court. The BAMF ultimately won nearly all of those cases.

Left Party calls for better legal counsel to refugees

The data shows that around 91 percent of asylum seekers took their case to court after being rejected by BAMF in 2017. The courts complained of enormous case load, according to the newspaper.

Senior Left party lawmaker Ulla Jelpke on Friday called for the refugees to be provided with better legal counsel. According to Jelpke, there would be fewer misunderstandings if asylum seekers were better prepared for their hearings.

"Ultimately, this will also raise the quality of BAMF's decisions," she said. "There would be fewer appeals und fewer overturned decisions."

Success on appeal meant that most of the refugees received protection under the Geneva Refugee Convention, but only a few were given asylum as enshrined in the German constitution, which is a status granted only to politically persecuted people who did not come to Germany from a secure third country.

The difference in status is important, as only those who receive asylum can be legally followed to Germany by family members.

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