“Un matrimonio infernale” così le associazioni ambientalistiche e di agricoltori hanno ribattezzato la sempre più probabile fusione tra Monsanto e Bayer, i due colossi del biotech, dopo l’ok con riserva da parte dell’Unione europea. le due società, una americana e l’altra tedesca, porteranno in dono per le nozze 66 miliardi di valore, anche se Bruxelles ha chiarito che per dare il suo assenso definitivo, Bayer dovrà cedere attività per circa 6 miliardi di euro. Come riporta Repubblica, la compagnia tedesca dovrà cedere buona parte del settore sementi “tra cui quelle del cotone e della soia e l’intero comparto ortofrutta, della piattaforma di ricerca per il grano ibrido e di alcuni erbicidi a base di glifosasto nel Vecchio continente”. La fusione tra le due società ha ottenuto il via libera da 30 autorità nazionali, adesso manca solo l’ok dal parte del Dipartimento di giustizia degli Usa.
Bayer-Monsanto, un’operazione finanziaria sulle spalle degli agricoltori
La Commissione Ue ha approvato l’acquisizione di Monsanto da parte di Bayer, a condizione che si attuino «gli ampi rimedi» proposti per eliminare i dubbi dell’Ue rispetto alle sovrapposizioni su sementi, pesticidi e agricoltura digitale. «La nostra decisione assicura concorrenza e innovazione, perché i rimedi delle parti, che valgono più di sei miliardi di euro, soddisfano pienamente i nostri problemi di concorrenza» ha detto la Commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, che adesso dovrà verificare il rispetto degli impegni presi dall’azienda di Leverkusen. Fino a quel momento la fusione è approvata, ma non potrà concretizzarsi.
Siamo contenti che la commissaria Vestager sia tranquilla. In effetti, noi lo siamo un pochino meno. Ecco cosa succederà in concreto:
Un fertilizzante su quattro sarà venduto dal nuovo colosso industriale
Un pacchetto di semi su 3 sarà prodotto da Bayer-Monsanto
Un fitofarmaco su 4 avrà il logo Bayer
Non possiamo che ribadire la preoccupazione di Carlo Petrini: «Una concentrazione del genere in un settore strategico come quello della produzione alimentare non si è mai vista. Senza contare che, parallelamente, anche altri colossi chimici si stanno avventurando in fusioni della medesima portata. Questo significa, senza mezzi termini, una pericolosa perdita di sovranità. Significa che per produrre il cibo saremo sempre più dipendenti da decisioni prese nel chiuso di consigli di amministrazione che hanno come mandato la massimizzazione di fatturati, profitti e dividendi. Nulla di nuovo, se non le proporzioni di questa concentrazione, è il mercato globale alla sua massima espressione».
«Continueremo a vigilare sui comportamenti dei giganti del mercato. Una tale concentrazione di potere non può che indurre alla massima prudenza»: questo il primo commento di Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia. La questione è tutt’altro che ristretta alle sue conseguenze sui mercati finanziari, fa notare Pascale: «La fusione Bayer-Monsanto, ultima di una serie di mega-acquisizioni nel settore agrochimico, chiama in causa il confronto sugli organismi geneticamente modificati nonché la questione glifosato, rispetto alla quale tutto si è fatto tranne che chiarezza. Anche a causa dello strapotere di Monsanto sulla ricerca scientifica».
Se le prime fusioni potevano essere comprese in una logica di razionalizzazione dei costi, conclude il presidente di Slow Food Italia, ora non c’è nemmeno questa giustificazione: «La ricerca procede ormai su segmenti molto specializzati. Qui siamo di fronte a mere operazioni finanziarie, che non apportano alcun beneficio al progresso scientifico e puntano semmai a ricavare ulteriori margini di guadagno a scapito degli agricoltori e dei consumatori».
Il Grande Fratello sorveglia i contadini
C’è poi un aspetto, sottolineato nella lettera aperta alla commissaria europea Margrethe Vestager inviata ieri da Slow Food e altre associazioni, che vale la pena di ricordare.
Oltre a consegnare più di un quarto del mercato mondiale di sementi e pesticidi nelle mani di un’unica multinazionale, la fusione Bayer-Monsanto pone interrogativi preoccupanti sulla quantità di dati che il neonato colosso si troverà a maneggiare: «Bayer-Monsanto – si legge nella lettera – diventerà il principale protagonista della raccolta di dati, esponendo gli agricoltori a rischi e problematiche simili a quelli che stanno interessando piattaforme come Google, Amazon e Facebook».
In assenza di un quadro giuridico preciso, mettono in guardia le associazioni, l’operazione consentirà all’azienda di accumulare, controllare e monetizzare enormi quantità di dati, anche a discapito dell’innovazione di settore e dei concorrenti.
L’inciucio Basf-Bayer
Come dicevamo all’inizio, il sì della Ue è condizionato: per ottenere l’ok definitivo di Bruxelles, il gruppo tedesco dovrà cedere attività per circa 6 miliardi, ovvero parte del settore sementi, l’intero comparto ortofrutta e la piattaforma di ricerca per il grano ibrido e per erbicidi a base di glifosato. La Commissione infatti temeva un monopolio, e allora Bayer ha dovuto indicare un soggetto cui indirizzare le misure correttive della proposta di fusione. Il soggetto in questione è stato individuato nella tedesca Basf, cui Bayer si impegna a trasferire le linee di ricerca per gli erbicidi non selettivi, in modo da permettere alla società concorrente di trovare prodotti alternativi al glifosato e immettere sul mercato erbicidi non selettivi. Non aspettavamo altro…
Anche in questo caso la commissaria Ue si dice soddisfatta: «Basf è un acquirente adatto» dice Vestager, perché «al momento non vende semi o erbicidi non selettivi, è proprietaria di un pesticida globale complementare a quelli prodotti da Bayer-Monsanto e ha la forza finanziaria necessaria per competere». Contenta lei.
I prossimi passi
Ora la Commissione dovrà stabilire se le garanzie offerte funzioneranno nella pratica: Bayer e Basf devono fornire ulteriori prove alla Commissione sulla capacità di Basf di gestire e sviluppare l’attività ceduta da Bayer e diventarne concorrente vero, soprattutto per quanto riguarda diserbanti e prodotti derivati dai semi. Solo allora Bayer potrà procedere alla fusione con Monsanto. La Commissione si pronuncerà sull’accordo Bayer-Basf entro il 16 aprile.
Con il consenso definitivo dell’Europa, la fusione otterrebbe il via libera da 30 autorità nazionali, la metà di quelle necessarie. L’ultimo ostacolo consistente da superare diventa quindi l’approvazione dal parte del Dipartimento di giustizia degli Usa.
A cura di Michela Marchi e Andrea Cascioli
m.marchi@slowfood.it
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Fonti
tratto da: http://www.slowfood.it/bayer-monsanto-unoperazione-finanziaria-sulle-spalle-degli-agricoltori/
http://www.stopeuro.news/lunione-europea-dice-si-alle-nozze-bayer-monsanto-nientaltro-che-una-squallida-operazione-finanziaria-sulla-pelle-degli-agricoltori/
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