Giuseppe Sandro Mela.
2018-03-05.
Prima di due parti.
L'Occidente assiste ancora incredulo alla vertiginosa crescita sociale, culturale ed economica cinese, e si lambicca il cervello a capire come facciano. Sembrerebbe impossibile, eppure esiste.
Quando agli inizi degli anni novanta dissero a Deng Xiaoping se non fosse stato necessario passare dall'alfabeto cinese a quello latino, Deng si oppose vivamente.
Se un bambino non sa mandare a memoria seimila caratteri in due anni non serve fargli proseguire gli studi: vada pure a zappare la terra.
Poi, l'anno seguente, Deng chiamò il capo della polizia e gli chiese un elenco di tutti gli insegnati delle scuole inferiori e superiori entrati nell'organico docente grazie alla rivoluzione culturale. Dopo un mese aveva sulla scrivania un elenco di seicentomila nomi. Convocò nuovamente il capo della polizia e gli chiese in quanto tempo li avrebbe trasferiti nei Laogai. Una o due notti, fu la risposta. E così fu.
Da quel giorno la scuola cinese funzionò esclusivamente su basi meritocratiche e nessuno lì si sogna di edulcorarla. Una scuola che non selezione e non boccia serve a nulla.
Classi differenziate? Sicuramente sì: ma per metterci i più intelligenti ed impegnati. Questi saranno la punta di diamante.
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Le nostre scuole sono ricettacolo di handicappati di ogni tipo ed i programmi sono quindi abbassati al loro livello.
Sia ben chiaro. A nessuno interessano gli handicappati: interessano i posti di insegnanti di sostegno, che sono assunti direttamente dai presidi. Sono uno sterminato esercito di parassiti.
Le scuole occidentali non bocciano, per non 'traumatizzare' il bambino. Le scuole occidentali non insegnano, 'formano'. Lo studio mnemonico è bandito e vilipeso, esattamente il contrario di quanto accade in Cina.
Se un insegnante da un brutto voto, l'indomani si trova a dover fronteggiare genitori furenti. "Dare un brutto voto a quel genio di mio figlio!".
Nelle nostre scuole la disciplina è inesistente, e le bocciature sono rarità geologiche. Già. Disciplina. In Giappone ed in Cina si va a scuola in divisa, da noi occidentali ci si va sbracati come ad una festa in maschera.
Ma una scuola che non boccia è utile quanto uno scarafaggio spiaccicato a terra.
Ed il danno si riverbera poi su tutta la società.
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In Cina, per passare dalla prima alla seconda elementare i bambini devono rispondere correttamente a venti test in venti minuti primi. Un errore e via dalla scuola. Dalla prima alla seconda elementare la popolazione diminuisce del 30%. Senza rimpianto alcuno.
La scuola è fatta per gli intelligenti che si applicano: tutti debbono e possono iniziarla, ma solo i meritevoli possono finirla. Non esistono 'quote rosa' né di altro tipo.
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Uno dei test usati in Cina per il passaggio dalla prima alla seconda elementare è stato proposto nelle scuole superiori germaniche ed il 90% degli alunni lo ha fallito miseramente. Studenti ed anche insegnanti: non hanno superato il test, anche se è irritantemente banale.
Lo proponiamo quindi ai nostri Lettori.
«Dire il numero del parcheggio in cui è stata lasciata la macchina rossa.»
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