martedì 27 febbraio 2018

Ecco chi siamo, veramente

Ieri è stato pubblicato , su rischiocalcolato.it, un bel post, intitolato "italiani mafiosi": veniva riportato un po' come ci vedono gli altri europei. Logicamente, ma non so il perché, sembra che siamo visti come piagnoni, oltre che mafiosi. Ora noi sappiamo bene , e penso siate tutti o quasi d'accordo, che non è così. In un mio commento, molto corto in verità perché non fosse anch'esso un post, evidenziavo come nel nostro paese, avvenga altrettanto: è sufficiente spostarsi da una città all'altra per vedere "come siamo visti noi forestieri". C'è tolleranza quando non c'è , direttamente, esclusione: intendo dire che anche all'estero, in stile Usa, se sei bravo , ti cercano, ti chiamano per svolgere un determinato lavoro o compito, e poi non è detto che "diventi uno di loro". Anche qui da noi, è già successo e succederà ancora, che verrà chiamato tizio o caio da un'altra regione o città,per svolgere il ruolo di assessore, di manager: verrà guardato con sospetto, si penserà che ci disprezza o che non "ci capisce". E' già successo e succederà. Ora sono convinto che noi italiani siamo migliori di come ci dipingono, ma sopratutto non siamo come veniamo descritti in tv o dai media, e meno ancora da chi si fregia del titolo di comico o di chi crede di fare satira. Lo statale viene dipinto come fancazzista, il commerciante o l'artigiano sono ladri e responsabili dell'evasione fiscale (quando sappiamo che il loro contributo è del 6 o massimo del 10 %), il prete è pedofilo a prescindere, e chi si ferma a prendere un caffé per socializzare o ristorarsi è un lavativo. Ora ditemi: chi è che mette in testa a noi queste idee? Chi fa propaganda ,a mio parere negativa? Ora un conto è ridere di se stessi, fare autoironia per fare autocritica: ma bisogna anche saperla fare e trarne beneficio. E il beneficio sarebbe quello di credere di saper stare al mondo, e non solo galleggiare come gli stronzi.

Nessun commento:

Posta un commento