venerdì 9 febbraio 2018

Perché dovrei emigrare ? E perché ...

Anni fa ricordo un'insegnante di educazione fisica che, per invogliare un alunno a esercitarsi così come lui chiedeva, gli disse più o meno queste parole : "ma lo sai quanto guadagna un calciatore?" . Ho anche sentito professori di musica recitare parole simili, assai meno insegnanti di lettere invitare, non proprio apertamente gli alunni,a diventare poeti perché si sa che si guadagna poco o niente. Oggi in tutti i quotidiani e spesso anche nei media, (a parte gli specchietti dove delle belle 40 enni o 50 enni guadagnerebbero un pozzo di soldi, insieme a bei fusti appoggiati alla loro Lamborghini, mi pare gialla, e che ci fanno sapere che loro ce l'hanno fatta,) è un continuo indicare che Tizio o Caio se ne sono dovuti andare anni fa dalla loro amata (?) regione e nazione, per cercare fortuna all'estero, perché appunto qui per loro non c'era niente, e che ora stanno finalmente bene, si sentono realizzati. Quindi, anche tu fai come loro, prendi armi e bagagli e togliti dai coglioni. Ora mi chiedo se è logico che una persona debba abbandonare la propria terra, ma le cose stanno anche così 
http://www.castedduonline.it/agricoltura-sardegna-migliaia-giovani-illusi-senza-un-euro-finanziamento/
Ricordo che siamo in Sardegna e l'articolo inizia così

Su 3mila domande presentate poco meno di 900 finanziate. Dal sito della Regione scompare l'elenco dei giovani che hanno diritto a un supporto economico. Pioggia di critiche: "Un bluff per un settore strategico dell'Isola, tutta colpa del Pd"

Ovvio che ti girano le palle, ti devi arrabbiare ma non con te stesso, ma con chi millanta credito o, meglio ancora, sapendo che ci sono i fondi e i soldi perché mai non li erogano, non li danno: e in tempo utile.
C'è da dire perché mai i giudici fallimentari non concedono le aziende ai lavoratori, evitando così fallimenti, e come mai non si attua una vera politica a favore degli imprenditori e ,di riflesso verso i lavoratori, si cambia davvero la legge sui fallimenti: sì, lo so che dovrebbe anche essere cambiato il sistema, il modo di accedere al credito laddove abbiamo crediti deteriorati venduti sottocosto, e per i quali magari è intervenuto il consorzio fidi e questi bell'imbusti scopri che hanno preso i soldi sia dal consorzio e poi te li vengono pure a cercare nuovamente anni dopo. Sì, lo so che sono dei truffatori, però ci sono: mi preoccupa di più chi ti invita a cercare lavoro fuori dalla tua regione e dalla tua area geografica nazionale, additando come esempio,positivo, chi se ne è andato. Chi fa questo dovrebbe invece prodigarsi per cercare e offrire opportunità di lavoro,e non certo sottopagate o massacranti: il giorno di riposo ci deve essere, il tempo spezzato fa rima con setto nasale fratturato ...il sabato per l'uomo e non viceversa. Invece, dai tempi che hanno preceduto,ma di poco, gli eventi in Grecia e poi ,da noi, il governo Monti, il buon Vittorio Zucconi, ci istruiva sul fatto che i governi non devono cercare e offrire lavoro, non è un compito loro: col senno di poi, che cosa vediamo? I famosi 5 miliardi destinati all'accoglienza, chiese e altri immobili dati in uso ai migranti, extracomunitari che con i ricongiungimenti vari e talvolta senza ti sorpassano di netto in qualsiasi graduatoria, a cominciare da quella per la casa. Allora ti chiedi: perché mai io dovrei andare via e lasciare la mia terra, quando queste persone ricevono delle attenzioni e dei riguardi che a me, che sono nato e cresciuto qui, mi vengono negate? E di cui vengo a sapere ,oltretutto, per caso? Un po' come le gite pagate dai Comuni ai bambini figli di extracomunitari, così come la mensa e tanti altri servizi, come quelli sanitari. Vogliamo forse parlare dei soldi, tre milioni di euro mi pare, che la regione Sardegna dà agli extracomunitari che vogliono ,o che verranno spinti (chissà da chi e come e per come) a diventare imprenditori? Mi direte: ma per te e quelli come te, i soldi ci sono, i bandi ci sono. Se sapeste quanti, che pure sono "compagni" hanno dovuto rinunciare a presentare le domande, capireste il motivo di tanto astio, incazzo, rabbia e voglia di spaccare culi e nasi e facce! E non lo dico così per dire, ma proprio i commercialisti e consulenti che,non dico che si rifiutano, dato che i soldi per il business plan e tutto il resto, tanto te li chiedono prima (sono magari amici, vero? ma il lavoro è lavoro, e siccome te lo fanno, ti preparano il tutto, vogliono il pagamento...prima!): prima dare i soldi e farli vedere, poi tu vedere cammello. Funziona così. Dato che i requisiti che vengono chiesti, a parte un sacco di bandi,pure europei, laddove devi essere under 35, oppure scopri poi leggendo tra le righe scritte in piccolo che l'età fa punteggio...a tuo sfavore, e tutto un insieme di requisiti che non puoi possedere, tutta una serie di parametri da rispettare, così che i soldi verrai a scoprire forse fra qualche anno, che saranno stati dirottati verso altri capitoli di spesa o di finanziamento, verranno insomma usati per altro e da altri: in più tu ci fai la figura del coglione. Una per tutti è che devi ,di solito, possedere o avere il 20% di quanto richiederai: tutto corredato e documentato da preventivi e fatture,logicamente. Siccome è un mondo di zoticoni, e io sono uno di quelli, so che tra le spese c'è la costituzione della società, e che quelle srl semplificate o che costano un euro, non vengono prese in considerazione da chi poi dovrà,in un futuro prossimo "averti come cliente o finanziarti". Giusto per chiudere mi dà molto fastidio vedere i capannoni abbandonati, le produzioni che non ci sono più (penso all'abbigliamento intimo o alle scarpe o ai cestelli per le lavatrici: e solo per restare nella Sardegna centrale, ma volendo ci possiamo fare un giro nel Nord o Sud dell'isola e senza tralasciare le coste): con la storia,che si ripete, di invitare le aziende piccole a divenire grandi e quindi o ad acquisirne altre, più piccole, o a essere a propria volta acquisite (magari con il ragionamento che si compra il concorrente diretto e più pericoloso, così lo eliminiamo), si distrugge un modo di intendere la vita che altri ,per ragioni comprensibili ma che io non condivido, vogliono trasformare e cambiare oltreché imporre. Finché posso resisterò e inviterò a resistere e combattere un modo di vivere che non condivido per niente.

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