Cari amici,
questa mattina parleremo di un periodo storico scomodo, che i tedeschi tendono, per quanto possibile, a dimenticare: gli anni trenta. Si può capire il perchè di questa amnesia, dato che furono il periodo che vide sorgere il regime nazista di Adolf Hitler, l’instaurarsi di una politica follemente razziale, i primi campi di concentramento, la nascita delle SS al posto delle SA, il riarmamento tedesco, l’Anschluss etc. Tutti eventi che la Storia ha provveduto a condannare senza nessuna remora. Eppure ben pochi si fermano a considerare le implicazioni economiche delle politiche applicate in quegli anni.
Si usciva da un periodo di Iperinflazione causata essenzialmente da tre fattori:
- le riparazioni di guerra che gli alleati avevano imposto a Versailles e che dovevano essere pagate in valuta forte. Questo spinse la Germania a cercare valuta estera ad ogni costo;
- la crisi del sistema industriale tedesco che, come tutti quelli europei, ebbe difficoltà a riadattarsi all’economia di pace;
- l’occupazione francese della Ruhr che portò ad una riduzione della produzione industriale con scioperi, espropri etc.
Tutti conoscono questo periodo che va dal 1920 al 1923 e soprattutto i picchi di svalutazione del 1923:
La situazione si normalizzò progressivamente con l’introduzione del Rentenmark e la ridefinizione dei debiti e dei crediti, cosa che comunque, fatta senza tener conto del costo della vita o della situazione di molte aziende, portò ad un’ondata di fallimenti. Bisogna dire che, durante l’iperinflazione, la disoccupazione non fu il principale problema:
La disoccupazione esplose invece dopo al crisi del 1929 e la stretta monetaria . Durante gli anni 20 vi erano stati forti investimenti stranieri in Germania, che comunque avevano tenuto alta la produzione bassa la disoccupazione, nonostante l’iperinflazione. Tutto questo però terminò però con la crisi del 1929, che prosciugò l’afflusso di denaro dall’estero e portò ad una cisi anche del commercio internazionale. La Reichsbank pensò di attirare nuovo denaro aumentando il tasso di sconto al 15%, ma questo porto ad una vera e propria devastante stretta monetaria: le banconote tedesche in circolazione calarono da 5 miliardi nel 1929 a 3,5 nel 1932. I risultati sulla disoccupazione li vedete nel grafico in alto, con un risultato del 30% , mentre il calo della produzione industriale fu del 41%, contro il 46 degli Stati Uniti. Il Regno Unito, su consiglio di Keynes, si era distaccato dal gold standard nel 1931 e riuscì a limitare il calo della produzione industriale al 16,2%.
Quando qualcuno vi dice che la deflazione , alla fine, è meglio dell’inflazione dovreste ricordargli che il “Simpatico” zio Adolfo si installò in Germania proprio grazie ad una folle politica deflazionistica….
La soluzione alla crisi l’aveva trovata già il precedente Cancelliere, Bruning: dato che era evidente che vi era una massa monetaria insufficiente Bruning creò una società fantasma, non capitalizzata, che emetteva dei titoli, chiamata Deutsche Gesellschaft für öffentliche Arbeiten AG, (Oeffa) che potevano quindi essere scontati da parte della banca centrale e che quindi erano praticamente delle banconote. La Reichbank non poteva emettere direttamente banconote, sia perchè questo elemento sarebbe stato visto con sospetto dal pubblico (ricordate l’iperinflazione..) sia perchè sgradito agli alleati. Però Bruning fece solo mezzo passo e non ebbe il coraggio di proseguire oltre.
Hitler non ebbe gli stessi scrupoli di Brunning. Nominò ministro dell’economia Hjalmar Schacht, che già aveva avuto successo nel regolare l’Iperinflazione. creò la MeFo , per Metallurgische Forschungsgesellschaft, Società di ricerche metallurgiche. Questo ente accettava dagli industriali e girava al sistema bancario dei titoli “MeFo”, che inizialmente dovevano durare solo 6 mesi, ma a cui poi fu data durata di 5 anni. Il tasso di sconto era molto contenuto, il 4%. In realtà la MeFo era una vera e propria finta e, attraverso di lei, veniva emesso debito che da un lato finanziava la crescita del sistema industriale tedesco, dall’altra permetteva di pagarne i fornitori. Praticamente si trattava di uno strumento di pagamento che garantiva il baratto fra fornitori e clienti di beni.
Il sistema funzionava molto bene perchè la MeFo si rifiutò sempre di rivelare il numero di MeFo emessi, che fino al 1938 furono i seguenti:
- 1934 2,14 miliardi di RM
- 1935 2,72 miliardi di RM
- 1936 4,45 miliardi di RM
- 1937 2,69 miliardi di RM (fino al 31 marzo 1938, quando Schacht si dimise da ministro)
- 1938 11,9 miliardi di RM
Schacht non era nazista ed ad un certo punto lasciò Hitler. Gli effetti ?
Prodotto Nazionale Lordo in crescita disoccupazione in calo, produzione industriale alle stelle.
Ad esempio, ecco la produzione mondiale di acciaio nel 1939:
(Come pensassimo di fare la guerra con la nostra produzione di acciaio resta nella mente del Duce. Non è un caso che il generale Dall’Olio, responsabile degli approvvigionamenti bellici diede le dimissioni quando gli annunciarono che era decisa la guerra).
Ma con tutti questi MeFo, ci fu inflazione?? Assolutamente NO, come dimostra il Marco Tedesco che perfino si rivalutò nei confronti del dollaro:
E gli USA non ebbero inflazione, anzi una forte deflazione…
Come mai non vi fu iperinflazione con i MeFo? Semplice
- Nessuno ne conosceva la quantità totale, quindi nessuno se ne preoccupò;
- vi era una disoccupazione altissima da riassorbile prima che potesse ripartire l’inflazione.
Quindi:
- se c’è capacità produttiva libera l’aumento di massa monetaria, comunque sia prodotto non genera inflazione.
Con buona pace dei vari IBL, Giannino e compagnia cantante.
Fabio Lugano
fonte https://scenarieconomici.it/come-mai-gli-economisti-tedeschi-e-noi-dimentichiamo-gli-anni-trenta-tedeschi-e-sopravvalutiamo-gli-anni-venti-ragioni-politica-che-influenzano-leconomia/
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