mercoledì 2 maggio 2012

Tante cose di cui parlare

Si potrebbe parlare della signora che vuole zittire i blog, con una legge ovviamente, e che troverebbe il pdl e il pd ,quasi sicuramente, d'accordo. Oppure si potrebbe parlare di quella signora che è funzionario/capo di alcune agenzie di riscossione collegate con Equitalia:lei che proviene dalla Banca d'Italia, ha anche una sua società che opera come recupero crediti, concessione di crediti, valutazione di aziende, acquisto di immobili eccetera. Ma al pari delle case di Monti, ci interessano poco questi fatti se
non possiamo poi intervenire per far andare le cose come dovrebbero, come pensiamo sia giusto. E allora perchè non pensare a noi stessi? Intendo metterci al centro dell'esistenza e non come schiavi che devono solo fare quattrini, portare a casa il pane e andare a buttare la spazzatura. C'è un detto che dice più o meno così: nella vita ci sono un po' di scopate e poi si muore. Una filosofia spiccia che ci spiega come la vita è breve e magra di soddisfazioni, a meno che non cogliamo i piaceri e le opportunità vere e non ,invece, le chimere o le trappole che la società dei consumi e della falsità ci propone. C'è chi se parli ad esempio di morte, prima si tocca le parti bassi, poi per sviare l'argomento ti offre da bere e ti invita a pensare ad altro. Eppure ci devi convivere, volente o nolente, con la morte: è al nostro fianco fin dalla nascita, anzi dal concepimento. Non parlarne non è che ci faccia stare meglio dato che in cuor nostro sappiamo che c'è e che ,prima o poi, dobbiamo affrontarla. Ma al pari di alcuni problemi e argomenti, spesso da soli possiamo avere ottime intuizioni ma se non sono condivise, se non c'è coinvolgimento , se non si confrontano le diverse opinioni in merito, si rischia di rimanere convinti delle proprie idee senza averle messe in discussione. E niente è peggio della mancanza di confronto, di dialogo. Si diventa come quelli del senza se e senza ma, intrasigenti, che danno tutto per scontato, che sono convinti di avere ragione o ,peggio, sono sempre in missione per conto di Dio. Una catastrofe perchè fin da piccoli si viene indottrinati ad avere certezze quando sarebbe più saggio alimentare, per le cose serie, fin dall'infanzia discussioni, gruppi di studio. Certo su alcuni temi non si chiede di discutere , al massimo si possono porre domande e interrogativi. Un bambino vorrà sapere perchè il cielo è blu come si domanderà,oggi più che mai, perchè ci sono quelle lunghe scie nel cielo e che cosa sono. Ma su altre questioni sarebbe bene dire che "io la penso così ma tu puoi pensarla diversamente e chiedere": anzi il bello è invitare a dubitare senza ovviamente far cadere la persona ,il ragazzo, in depressione. Per quello è sufficiente che arrivi a 50 anni suonati come il sottoscritto, e non essersi potuto confrontare, se non con se stesso. Comunque si vive bene anche da soli, scindendo il lavoro dal privato, e sapendo che hai tot di tempo per te e i tuoi pensieri.

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