Quello che ho deciso di condividere con i lettori de L’indipendenza è
un semplice promemoria che ho stilato con i soci ai tempi d’oro della
LIFE (liberi imprenditori federalisti europei), quando combattevamo lo
strapotere del fisco e i soprusi compiuti dal suo braccio armato.
Strapotere che oggi è, purtroppo, tornato di
moda. Più
di un insieme di regole, il decalogo che segue serve anzitutto per
motivare i “contribuenti” raggiunti da una visita della Guardia di
Finanza. Per educarli al cambiamento, ad abbandonare la sottomissione
canonica con cui spesso si comportano in caso di accertamenti.L’atteggiamento nei confronti dello Stato e di chi opera in suo favore, a danno del lavoro, non può essere condiscendente o prono. Nessuna paura, nessuna vergogna: come dice l’amico Andrea Zucchi “bisogna guardare la bestia negli occhi”. Ecco, fatelo anche voi. Vedrete che presto sarà la bestia a cominciare a temervi. Perché senza di noi, senza i nostri soldi, la bestia muore.
1 Non fate entrare nessuno se non dopo aver chiesto a
tutti gli ispettori il tesserino! Loro lo esibiscono e se lo tengono in
mano. Noi ricopiamo i dati su un foglio. Chiedete anche un documento
valido, carta identità o patente da confrontare.
2 Nel caso si rifiutino chiamare subito, sempre
senza aprire, il 112 o 113, denunciando che ci sono delle persone che
vogliono entrare e si rifiutano di identificarsi. Potrebbero anche
essere truffatori o ladri.
3 Richiedete la “Carta o Foglio di Servizio”.
Fotocopiatela. E’ questo il documento basilare di tutte le ispezioni; su
questo devono essere indicate tutte le cose che gli ispettori possono o
non possono fare. Essi devono attenersi esclusivamente a quanto
indicato sul foglio. Lo hanno sempre.
4 Sul “Foglio di servizio” sono elencati i nomi degli Ispettori. Se i nomi non corrispondono rifiutate l’ispezione.
5 Chiamate subito almeno due testimoni. Vanno bene comunque familiari e dipendenti. I testimoni non devono mai parlare.
6 Procuratevi sempre una macchina fotografica o una
videocamera. Non possono toccarvi la macchina: lo strumento di prova non
può essere pignorato. A casa vostra potete fare quello che volete.
7 Se avete da fare, non interrompetevi. Esiste anche
la “Turbativa di Lavoro”. Esempio del ristoratore che viene visitato
durante l’ora di pranzo. Dite che siete indaffarati e non avete tempo.
Fateli aspettare e non offrite alcun ristoro se non a pagamento!
8 Non firmate mai alcun verbale. Se vi dicono che
“dovete firmare” filmate tutto, registrate, questo li metterà nei guai.
Firmare vuol dire accettare tutto quello che hanno scritto. Fatevi un
po’ furbi.
9 Ricordate: possono ispezionarvi soltanto durante l’orario di lavoro.
10 L’ispezione può durare al massimo 30 giorni lavorativi.
Queste sono regole elementari di diritto. Smettetela
di essere accoglienti, simpatici, accondiscendenti con questa
marmaglia. Non siamo delinquenti, siamo contribuenti. Il loro stipendio
lo pagate voi, ricordateglielo ogni tanto. La videocamera puntatela a un
metro filmate tutto, quello che fanno, quello che dicono. A casa vostra
potete farlo. Se vi dicono di smetterla non vi impaurite, perché sono
loro che hanno paura. Mettete pressione su di loro. Non offrite nessun
ristoro, caffè acqua ecc. hanno bisogno di un tavolo e di una sedia? Se
la portino da casa. E sappiate che anche uno spicchio d’aglio masticato è
un valido deterrente per parlare con i vostri aguzzini.
*Presidente Veneto Stato
visto su lindipendenza.com e copiato e postato sul mio blog. Aggiungo che ci sono persone sensibili e disponibili a fornire aiuto e dritte. Fa piacere ogni tanto sapere che c'è vera solidarietà e non invidia e delazione. Ci vorrebbero anche per contrastare, oggi, Equitalia o gli ufficiali giudiziari, ma forse pretendo troppo: nell'altro "blog" che ho su leonardo.it qualche dritta l'avevo fornita anch'io,ma non ci tengo a incensarmi.
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