Lunedì scorso Milena Gabanelli , intervenendo in chiusura nel Tg serale di Mentana, spiegava un po' cosa può fare la rete 5 G: ho scritto di proposito "può fare", perché la Gabanelli ipotizza qualcosa che è già in essere, almeno in parte, a Singapore. In buona sostanza una miriade di sensori e telecamere e sistemi di rilevamento,fanno confluire una marea di dati in un "cervellone" ubicato fuori città, laddove un algoritmo poi
decide "il da farsi". Lei cita esempi di "cose che il cervellone può fare" ma che, la mia ignoranza, già vengono fatte: i bidoni della spazzatura che "avvertono di essere pieni", in Svizzera sono da tempo realtà, idem gli incroci che variano la frequenza del verde o del rosso in base al flusso delle auto. Possiamo anche parlare di quando si chiede un fido e il "pc non ti fa andare avanti", perché c'è un "blocco" e il funzionario o il direttore non "hanno possibilità di intervenire". Ecco ciò che si deve temere: tu , io o chi per noi, non conta un tubo se non ha la possibilità di intervenire e cambiare, velocemente e quando ne ravvisa la necessità, le impostazioni e le decisioni impostate dagli algoritmi. Che poi siamo spiati in continuazione, che non esiste privacy, che i dati che vengono rubati sono adoperati per ricattare e imporre volontà altrui, tutto questo dovrebbe spingerci a cambiare e a ridurre il dossieraggio continuo che è in atto. Ma mentre una telecamera può essere spenta o rotta , una macchina che decide di non farti entrare in casa o in auto, o che ti azzera il c/c , è più difficile da contrastare e i danni possono essere inimmaginabili : penso ai robot che effettuano operazioni chirurgiche o che rilasciano diagnosi, che decidono o che potranno decidere delle nostre vite. Nei vecchi racconti di SF degli anni 50 si ipotizzavano società dove le macchine decidevano ,e lo facevano in campi che riguardavano tutti i cittadini: immaginate una macchina che decide al posto di un giudice, che sentenzia al suo posto, o il recente robocop che pattuglia le strade. Strano che ci si preoccupi poco dei settori di lavoro informatizzati e che ridurranno i posti di lavoro: chissà che cosa succederà quando la presenza di un supervisore sarà superflua , quando sarà sufficiente un medico o un giudice che controllino l'operato del robot . In principio si avrà timore di eventuali errori da correggere ipso facto , ma col tempo, a regime, basterà una persona che svolga le sue 8 o 6 ore, magari assunta part time o come stagista. Ecco che i sindacalisti di turno si stracceranno le vesti gridando che i robot tolgono posti di lavoro: peccato che il punto non sia proprio quello. Semmai si dovrebbero ,anche oggi, chiedere perché mai deve decidere una macchina le nostre vite. Guardate che cosa fanno le macchine quando calcolano la giacenza media o spesometri o cose simili: e spiattellano i dati a qualche funzionario stordito che deve intervenire! Fra poco invece del funzionario, la macchina vi bloccherà il c/c e tutto il bloccabile ,e "lo statale" verrà mandato a casa o relegato ad altre mansioni, e nessuno verrà di certo assunto al suo posto. Ci sarà da gioire? Forse il funzionario si incazzerà perché non riceverà i lauti premi che ,come cacciatore di taglie, percepiva quando ,come qualcuno dice, inventavano accertamenti a casaccio.
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