Trump, Messico, trattative dazi e migranti. Mr Soros e sodali.
Giuseppe Sandro Mela.
2019-06-08.
Spostare migliaia di persone che si muovano a piedi per mezzo continente non è impresa da poco.
Occorre avere alle spalle un’organizzazione di ottimo livello. Si pensi solo alla necessità di guide sicure, nonché all’allestimento di punti di ristoro che diano da mangiare a tutta quella massa di persone due volte al giorno.
Che poi tali cortei possano attraversare il Messico da sud a nord senza essere notati e tollerati dalla polizia lo si vada a raccontare ai creduli.
Esattamente come serve un’organizzazione capillare, e quindi costosa quanto ben coordinata, per reclutare i migranti nei paesi di provenienza.
Se questi fondi fossero stati spesi nei paesi di provenienza per generare posti di lavoro dignitosi nessuno avrebbe mai sentito il bisogno di migrare. Sicuramente, una sana guerra civile, con i relativi morti, massacri, stupri, furti e via quant’altro è anch’essa un ottimo argomento per convincere i più sedentari.
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Il problema può quindi essere ridotto ad una breve serie di enunciati:
– esiste una ferma volontà politica di trasferire persone dai paesi centroamericani negli Stati Uniti;
– questa stessa volontà politica fa tutto il suo possibile, che è molto, per tenere nella miseria gli stati centroamericani, fomentando di norma situazioni di guerre civili;
– dei migranti come esseri umani non interessa nulla a nessuno.
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Già. I migranti sono trattati alla stregua di una mandria di manzi, da portare al macello. Nei fatti, sono utili a tutti.
I governi locali eliminano la popolazione più volonterosa, potendo quindi governare su gente rassegnata: pochi, quattro fiorini in tasca non guastano mai.
I paesi di transito possono usare i migranti come arma impropria nelle trattative con gli Stati Uniti, Messico in primo luogo.
Le auto-definite associazioni non governative filantropiche, percepiscono lautissimi fondi dalle organizzazioni internazionali, dei quali qualche briciola poi la distribuiscono ai migranti clandestini illegali. Se le migrazioni terminassero sarebbe per loro una orripilante iattura. No migranti, no fondi pubblici, no stipendio, fine della bella vita.
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«Migrants from Central America arriving in the border town of Tapachula, Mexico are journeying toward a better life, but often the reality they meet is harsh: just last year, nearly 100,000 of them ended up imprisoned in a crowded Mexican detention center that has little concern for their human rights.
That’s where Centro de Derechos Humanos Fray Matías de Córdova A.C. (Fray Matías) comes in. The small nonprofit has worked to defend the rights of Tapachula’s immigrants since 1997.
Fray Matías is one of the 17 incredible organizations HIP supports in Mexico in partnership with the Oak Foundation. A few months ago I sat down with its director, Diego Lorente, to hear the organization’s story.»
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Prevent Child Sexual Abuse: 26.15 Usd milioni;
Environment: 44.50 Usd milioni;
Housing and Homeless: 23.86 Usd milioni;
International Human Rights: 23.95 Usd milioni;
Issue affecting Women: 17.95 Usd milioni;
Learning Differences: 11.42 Usd milioni ……
Poi ci sarebbe tutto il resto. Tutti fondi pubblici elargiti da ‘governi‘ amici e da ‘associazioni‘ sorelle, dei quali circa il novantacinque per cento è dato come stipendio ai volontari che lavorano in questa filantropica congrega.
E chi mai si sarebbe immaginato?? Chi mai?
Dietro a tutto si intravede la Open Society Foundation: total expeditures 15.2 miliardi Usd.
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Grande genio Mr George Soros!
E che dire di quel misero tanghero di Mr Trump che vorrebbe opporsi?
Chi non appoggia Mr Trump appoggia Mr Soros.
Le autorità messicane hanno avviato oggi nello Stato meridionale di Chiapas una operazione per bloccare una carovana di circa 1.000 migranti provenienti dal Guatemala, entrati in Messico all’alba con l’obiettivo di raggiungere la frontiera degli Stati Uniti. Lo riferisce la tv Milenio. L’operazione avviene mentre è previsto a Washington un incontro fra il ministro degli Esteri messicano, Marcelo Ebrard, e il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, per discutere di migranti e dei dazi sulle importazioni messicane annunciati dal presidente Donald Trump.
Un folto contingente di agenti della polizia federale messicana, insieme a funzionari dell’Istituto nazionale di migrazione (Unm) e del Segretariato della Difesa nazionale (Sedena), si è appostato nella zona di Metapa, a 15 chilometri dal municipio di Tapachula. Qui gli agenti cercheranno di bloccare i migranti – uomini, donne e bambini – partiti dalla città guatemalteca di Tecún Umán ed entrati in Messico attraverso il ponte internazionale ‘Rodolfo Robles’. Apparentemente i membri della carovana non dispongono dei documenti in regola per transitare sul territorio messicano per cui, in caso di fermo, saranno portati nel Centro per migranti ‘Siglo XXI’ di Tapachula o in quello alla frontiera di Hiudalgo, dove sarà verificata la loro posizione legale.
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METAPA, MEXICO – Some 200 military police, immigration agents and federal police were awaiting a group of about 1,000 Central American migrants who were walking north along a southern Mexico highway on Wednesday.
The group of migrants, including many women and children, set out early from Ciudad Hidalgo at the Mexico-Guatemala border and was headed for Tapachula, the principle city in the region. State and local police accompanied the caravan.
It appeared Mexican officials planned to halt the migrants and break up the group as they have done repeatedly this year.
The officials were waiting alongside the highway near the community of Metapa, about 11 miles (18 km) from Tapachula. They were unarmed and said their orders were to urge the migrants to board buses there that would carry them to a fairgrounds outside Tapachula that has been used to register and house migrants.
In recent months Mexico has used raids and roadside checkpoints to discourage highway marches such as the massive migrant caravans that occurred in 2018 and early 2019.
The migrants say they aim to reach the U.S. border, where many plan to request asylum.
U.S. President Donald Trump has threatened to slap tariffs on Mexican imports unless Mexico does more to stop the passage of migrants through its territory.
Last year, migrants began traveling from Central America in large caravans that grew as they advanced through southern Mexico, drawing Trump’s ire. The caravans offer migrants a relatively safe way to travel and are far less expensive than hiring smugglers.
They account for only a fraction of the normal migratory flow, but their visibility has given them an almost symbolic status in what Trump calls a migratory crisis at the U.S. border.
The first caravans were warmly received in southern Mexico towns, but as they continued, towns complained they did not have the resources to continue feeding and caring for them.
Many of the migrants say they’re fleeing gang violence, oppressive extortion and corruption in Guatemala, Honduras and El Salvador. But a devastating drought is also gripping parts of the region and devastating farm families.
Mexico has responded by offering more options to stay legally on its territory, but most still have the ultimate goal of arriving in the U.S., where they can earn better pay and in many cases reunite with relatives.
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