lunedì 16 aprile 2018

Buio pesto (ma forse perché interessa solo me)

Buio pesto, che purtroppo non è un tipo (nuovo) di pesto, ma ahimè si tratta del fatto che non sono ancora riuscito a capire niente su ciò che dovrà avvenire una volta che morirò. E se dentro , in effetti, mi sento già morto, oltreché distrutto , da almeno dieci anni, e cioè da quando mi è stato chiaro che mai e poi mai sarei riuscito a riprendere il lavoro per cui avevo speso la mia vita, il fatto di avere qualche soddisfazione dalla vita altrui, e cioè vedere i figli che , bene o male, ce la stanno facendo, invece che farmi star bene la cosa mi fa stare peggio. E ciò è dovuto alla consapevolezza di non sapere: il sapere di non sapere, mi innervosisce. E' un po' come non poter godere della vittoria, del sudore della propria fatica: a tutto ciò si aggiunge che mi sembra che al prossimo non gliene importi niente, che alla fine sia un problema solo mio. Che poi intorno a ciò che ci possiamo aspettare una volta morti ci sia (stato) un gran caos non è che sia di aiuto. Mi sono interrogato sul fatto che, ad esempio, sui libri della Bibbia e dei Vangeli siano sorti dubbi sulle traduzioni e sulla loro interpretazione, se cioè siano da prendere alla lettera o se si deve interpretare e se sì in che modo e chi lo dovrebbe fare: come soluzione mi sono detto che non mi interessa essere portato "fuori strada" da questioni che non mi danno, in ogni caso, risposte né su dopo la morte né sul perché siamo al mondo. La mia scarsa cultura mi ha portato anche a chiedermi come mai si sia troppo sbrigativi nell'affrontare il tema: ci sono dei cattolici, preti suore o semplici fedeli, che liquidano il problema parlando di "fede", per cui devi credere solo per fede e non in modo razionale. E mi starebbe pure bene ma, egualmente, vorrei sapere di più : non me ne frega niente se i religiosi non pagano tasse, reputo di assoluta importanza cercare e ricevere risposte su cosa ci può essere dopo. Così come accetto che mi si risponda che "non lo sappiamo" e "se ti va bene è così", altrimenti arrangiati e cercati da solo le risposte: e alla fine è ciò che sto facendo, anche se non ho trovato niente, niente che mi soddisfi o tranquillizzi. E infatti chi mi ha scritto, mi ha fatto presente che "tu non cerchi risposte o verità, tu vuoi essere tranquillizzato , perché sei in là negli anni, perché forse hai visto di recente persone care morire": sì, è vero anche questo, ma ciò che mi ha dato da pensare è l'assenza di interventi da parte di religiosi, filosofi cristiani (ce ne sono?), storici (che dimostrino che Cristo è esistito veramente) . Non mi è d'aiuto sapere che i grandi uomini, quando si rendevano conto che stava sopraggiungendo la "propria ora", se la facessero sotto e chiedessero un prete e conforto o che volessero ricevere i sacramenti. So di gente disperata, e mi dispiace , ma il mal comune non aiuta me come non ha aiutato loro. Quanto alle scommesse di Pascal o alle affermazioni di altri filosofi, posso dire che alcune delle loro affermazioni vanno viste nel contesto dei loro tempi, e non sono né possono avere valenza attuale. Per contro mio padre, over 85 come già forse sapete, non pensa certo che deve morire, nel senso che lo sa e che è conscio di essere in "dirittura d'arrivo", ma sta pensando come tanti di noi che "deve pagare la bolletta dell'Enel" o sapere se sono usciti i numeri del "million day" che lui ha giocato. Ognuno è preso dai propri problemi e ha delle priorità: sapere che cosa succederà non è importante e anzi viene liquidato,il tutto, con un "non succederà niente, quando si muore, si muore e basta". Ecco a me la cosa così non mi va bene, e come mi ha scritto un amico, vuol dire che anch'io, come altri, voglio solo essere rassicurato.

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