L’ELENCO DELLA TASSE SUGGERITE DAL FONDO MONETARIO (ANCHE SE I DATI SUGGERIREBBERO UNA POLITICA OPPOSTA)
Cari amici,
una decina di giorni fa sono giunti i suggerimenti del Fondo Monetario Internazionale. Infarciti di dati anche interessanti , sembrano però scritti direttamente dalla Commissione Europea. Ricordiamo che la signora Lagarde è stata spinta da Sarkozy alla guida del FMI e, come ha mostrato il caso Grecia, non è stato in grado di mostrare una propria autonomia, almeno sino a quando i risultati economici disastrosi non sono stati evidenti, ma nonostante ciò guadagna 550 mila dollari annui esentasse …
Scusatemi, ma io valgo ognuno dei 550 mila dollari esentasse che guadagno, le tasse sono per i poveri che possono pagarli. Tra l’altro loro posso mangiare torte.
Come notato perfino dai loro uffici interni si sono utilizzati giri di parole come “Specificità europea” per riuscire a giustificare politiche economiche che , altrimenti, non sarebbero state mai implementate.
Non vorrei qui fare un’analisi approfondita dei dati FMI, ma vorrei mettere in luce un paio di grafici interssanti:
Qui viene confrontata la crescita della produttività dei fattori produttivi e la crescita del PIL. L’Italia ha bassi entrambi gli elementi, con addirittura una diminuzione della produttività . Ora dato che non credo che gli italiani siano diventati pigri da un momento all’altro, mi sa che ci sia , al contrario di quanto dicano i soliti disturbatori radiofonici, un problema non di offerta , ma di domanda, colossale: la capacità produttiva nazionale è talmente sottoutilizzata da mostrare un’inefficienza. Bisognerebbe aumentare l’utilizzo degli impianti, ma nessuna politica che venga proposta dal FMI o dalla UE va in questa direzione.
Ora che cosa soggerisce invece il FMI: Tasse e tagli.
a) Sotto la scusa di una “Ridefinizione delle aliquote, soprattutto le più basse” un innalzamento dell’IVA. Praticamente si vogliono eliminare le aliquote agevolate al 4% ed al 12% ed innalzare tutto al 22%. In questo modo si assicurano entrate extra , ma a quale prezzo ?
- una stretta sui consumi, perchè qualsiasi aumento delle imposte indirette li verrà a ridurre;
- una stretta socialmente regressiva, perchè le aliquote agevolate sono, non casualmente, su beni di largo consumo necessari soprattutto per chi ha redditi più bassi.
b) L’eliminazione dei crediti fiscali , sia di carattere sanitario, sia sugli interessi dei mutui. Questo significa:
- una bella manovra antisociale, eliminando anche quel poco di detraibilità rimasta per le spese sanitarie:
- un ulteriore colpo al mercato immobiliare, tra l’altro quello delle famiglie che cercano la prima casa.
c) Risistemazione delle pensioni con :
- eliminazione della quattordicesima, appena introdotta;
- forti limiti alla reversibilità;
- equiparazione dei lavoratori autonomi ai dipendenti, per quanto riguarda i contributi, con un forte appesantimento contributivo per i primi.
Cioè l’ennesima manovra depressiva ed antisociale.
I consiglio del FMI sono banali: più investimenti e più incentivi per la ricerca e sviluppo. Parliamoci chiaro: perché bisognerebbe investire o fare ricerca e sviluppo in un paese che punisce i consumi interni? La domanda genera l’offerta, soprattutto se questa è incentivata, ma qui si pensa solo a deprimere la domanda ancora di più tramite un incremento della pressione fiscale indiretta ed un calo dei trasferimenti. Un’operazione incredibilmente antisociale, ed economicamente illogica, ma che ci si può fare: questa è la politica europea, riflessa da certi enti internazionali.
Fabio Lugano https://scenarieconomici.it/lelenco-della-tasse-suggerite-dal-fondo-monetario-anche-se-i-dati-suggerirebbero-una-politica-opposta/
Già a partire dal 2004 scrivevo grosso modo quanto segue: le aziende o delocalizzano o chiudono ma, a conti fatti, le cosiddette eccellenze che rimangono in Italia non danno tutto questo ben di Dio che viene detto; spesso si tratta di aziende che non hanno un esercito di dipendenti e poi bisognerebbe vedere quanto "prendono" e quanto e dove "lasciano" i soldi , dove li spendono. Nei discount? Vanno a vestirsi e a farsi i capelli dai cinesi? A me i conti non tornavano allora né tornano oggi, e questo vale sia per le cosiddette eccellenze, sia per le previsioni di ulteriori aumenti di iva e altro che vengono prospettate nell'articolo. Chiudo con una curiosità: le aziende in Sardegna legate al mondo dell'allevamento dei suini, se non ho capito male, sono oltre 12 mila; gli addetti sono circa 25 mila. Pura curiosità , nel senso che a me fa piacere se si dà una mano al settore, ma poi si rischia di fare come per le eccellenze, dove a fronte di un ridotto numero di persone che lavora, che so nel mondo dei gioielli, o dove ci sono comunque pochi elementi, e da come se ne parla sembra che ci sia tutto questo ritorno economico: sì, forse per loro e non credo nemmeno per tutti quelli coinvolti. Se proprio vogliamo dircela tutta, al massimo ci può essere un ritorno di immagine.
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