lunedì 29 gennaio 2018

Ogni giorno ci dobbiamo ricordare di qualcosa : impariamo a ricordarci di noi

Che non si debbano dimenticare le stragi , le violenze che ci sono state nei secoli, dovrebbe far parte ,se non della logica, quanto meno della necessità di voler sapere e conoscere: il che comporta anche il voler e dover approfondire, cosa questa che tanti, sopratutto riguardo ai campi di concentramento nazisti, preferiscono che non si facciano ulteriori domande. E' così, punto e a capo. Peccato perché uno come me, che  crede essere un appassionato di storia, non può non voler sapere di più: e della storia non è che mi interessa,solamente, conoscere le date delle battaglie o delle incoronazioni o degli armistizi, ma sapere come vivevano e cosa facevano le persone, i popoli, com'era la vita quotidiana. E ho solo citato alcuni esempi, ma ce ne sarebbero tanti altri ma ne riferisco solo di uno: come mai ,tante opere di ingegneria, tante costruzioni sono state realizzate in tempi che, ai miei occhi, appaiono molto più brevi se, le stesse opere, dovessero essere create oggi? 
Ma il punto centrale del post è un altro: ricordiamoci che dobbiamo, in un modo e nell'altro, che abbiamo o possiamo avere rapporti con gli altri, e per questo motivo è importante comunicare, usare un linguaggio che sia comprensibile e accettato da entrambi. Perciò, pur condividendo ad esempio che ci sono stati eccidi e violenze che, essendo quasi alla fine della guerra potevano e dovevano essere evitati, non è logico che ci sia un obbligo di stato nel dover ,come avviene in paesi non democratici, essere obbligati a partecipare attivamente e in maniera visiva, a un dolore che ,se anche c'è, non è indispensabile palesare. Anche perché tante persone, che io conosco, e che non sono né naziste né amano la violenza, pur non riuscendo a capire le ragioni delle azioni compiute dai nazisti verso ebrei e omosessuali o verso i nemici stessi di altre nazioni, si chiedono, perché dovrebbero, loro che sono nate anni dopo questi fatti, sentirsi non solo in colpa e quasi responsabili ma, come già è avvenuto (e forse avviene,ancora) pagare i "famosi danni di guerra". Non faccio paragoni, ma qualcuno spieghi se c'è logica nei bombardamenti di Dresda o nel lancio delle due atomiche: logica nel piegare e prostrare una nazione, nemica, che si vuole annientare. Se è così, mi sta bene la spiegazione, che mi ricorda la "distruzione di Cartagine", e solo perché sta nel Mediterraneo ed è vicina, ma da che mondo è mondo, si sa come vanno le azioni di guerra, e senza doversi ricordare della "Ciociara". E senza voler fare confronti e paragoni o voler stilare classifiche per sapere se un eccidio è stato peggiore di un altro. Ecco perché dobbiamo ricordare chi siamo e chi vogliamo essere, onde non ricadere , anzi cadere, in errori commessi, a nostro modo di vedere e con l'etica e la morale odierna, dai nostri nonni o bisnonni. Di certo non possiamo farci carico di colpe altrui, e se proprio dobbiamo e vogliamo fare qualcosa, bonifichiamo le zone di guerra dalle mine anti uomo, evitiamo di produrre ancora armi nucleari, e come diceva il buon "Pertini", svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai, o come faceva Mao, diamo gli attrezzi ai contadini e deponiamo i fucili. Sì, lo so che Mao ha mandato a morte migliaia e migliaia di persone, per non parlare delle cazzate fatte proprio in campo agricolo: vi dice niente la storia dello sterminio degli uccelli e dell'invasione di cavallette o locuste e gli anni di carestia in Cina? C'è tutta una letteratura in merito, e riguarda, il concetto di improvvisazione o, come direbbero le nonne, che "la fretta è cattiva consigliera" o l'altra massima che "per la fretta la gatta fece nascere i micini ciechi". Ora sentire ,ad esempio, il sindaco di un paese del varesotto , sparare cavolate circa la giornata della Memoria, io che pur ritengo che non sia indispensabile un giorno preciso del calendario perché ci si ricordi che i rastrellamenti si possono compiere anche oggi e proprio perché tante persone, forse anche stimabili, dopo il 27 gennaio magari si dimenticano di cosa hanno ricordato il giorno prima, le direi di non partecipare a manifestazioni pubbliche, e che nessuno la costringe, e lasci liberi gli altri di ricordare. Semmai l'invito è proprio quello di studiare un po' di scienze della comunicazione, tatto zero: se è questo il modo in cui invita i cittadini a pensare ai migranti, siamo ancora a fermi a quel tipo di interviste in cui ti viene chiesto se "sei o no contro qualcosa", invece di chiederti "se e che cosa vuoi fare". Così come ci sono quelli che vogliono smantellare, rottamare, ma mai e po mai li senti dire che cosa vogliono realizzare: al massimo sono quelli del "noi faremo", e mai che ci sia qualcosa fatto da loro da poter vedere o esaminare e da prendere come esempio. E questo perché c'è fretta: fretta di decidere. Ci ricordiamo ancora i titoli dei giornali quando c'era il governo di Monti? "Fate presto". Che manica di buffoni e leccapiedi! Tutta gente che poneva l'accento sul loden, sul look :certo che non ci hanno detto che il mister messo lì come senatore a vita, aveva nel suo curriculum "solo una pubblicazione una"! E magari come è accaduto per i filmati della Nasa dell'allunaggio, l'hanno pure persa. Un solo consiglio, dato da chi non è di nessun ramo, dato che sono un essere strisciante, non un rettiliano però: fermiamoci, qualche volta, a riflettere e a pensare. Riflettiamo, ragioniamo e poi,se ci viene bene pensiamo, costruiamo qualcosa ,da fare o da non fare. E stiamo fuori dagli schemi mentali, quelli del ragionamento binario, del "mi dica sì o no": e cazzo! Lasciami esporre il mio pensiero ,a modo mio, con i miei tempi . Il post ormai l'ho scritto, e non voglio cancellarlo: avrei voluto dire di più e qualcosa di diverso.  


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