lunedì 6 novembre 2017
Horst Tappert, per tutti l'Ispettore Derrick, la condanna post mortem
Non c'è niente da fare, ma non riesco a digerire certe prese di posizione che, tutte queste dichiarazioni fatte dopo anni, in alcuni casi anche dopo trent'anni, mi hanno fatto tornare in mente: la rimozione dei telefilm della serie "l'ispettore Derrick", per quanto mi consta, dai palinsesti Rai. So che non è stato fatto ora, non riguarda quest'anno, ma due o tre anni fa, quando qualcuno ha riesumato la storia che Horst Tappert in gioventù aveva indossato la divisa delle SS. Apriti cielo! E noi che gli abbiamo offerto , forse , non sono certo, anche il "TeleGatto". Ce lo facciamo restituire dagli eredi. Mi fa venire in mente i figli degli attori e personaggi famosi, che, al 90 % post mortem, vomitano versi gli antenati ogni sorta di insulto, vero o falso che sia: ce n'è per tutti i gusti, dalla cleptomania alla ninfomania , tra pederasti ed evasori fiscali, nostalgici di chissà cosa e finanziatori di cause perse. In alcuni casi è palese l'invidia, legittima certamente, ma che fa anche sorridere nel momento in cui viene ripresa e riferita la "mania" del vip, come prendere il caffè alle 7 spaccate o comprare il pane solo lì, o altre cazzate che ognuno di noi fa o può aver fatto. Certo i lati piccanti, posizione del missionario o alla pecorina o a smorza candela, o cunnilingus o sodomia , non sempre vengono riferiti nei settimanali scandalistici odierni, bisogna comprare il libro di qualche figlio, cameriere o giardiniere o amico (?) , che spiffera il tutto, ma condito di particolari piccanti e note pruriginose. Il far sapere che uomini e donne sono, seppure famosi, assai simili agli altri miliardi di persone comuni, non ne fa di certo dei santi, ma nemmeno dei galeotti da mandare all'inferno. C'è sempre , purtroppo, che stanco di identificarsi con gli eroi dei fumetti, tende a identificarsi o a idolatrare i personaggi interpretati dagli attori nei film e nelle fiction, o a pensare che la suo cantante preferita sia nella vita reale così come la vede esibirsi nel palco: la stragrande maggioranza delle volte, non è così. E' anche vero che talvolta, e mi ci metto anch'io dentro, si tende a diventare gli sceneggiatori di queste persone, quasi a volere che la vita reale ricalchi quella dei loro spettacoli: ma non è così. In verità avrei voluto riscrivere qualche episodio ,che so, di Montalbano; avrei voluto far lavorare "da soli" Mimì Augello o Fazio, separatamente da Montalbano. O non avrei fatto morire la maggior parte dei compagni di Semir in Cobra 11 né avrei fatto uccidere Moser nella serie il "commissario Rex" ,al pari di aver fatto uccidere e sparire Linda della serie "Linda e il brigadiere": so bene che la Koll, che oggi sembra quasi una suora, avrebbe avuto problemi con la produzione e Manfredi;e che Tobias Moretti era forse stanco del suo ruolo con Reginald (il cane Rex dell'epoca), e che gli autori e gli sceneggiatori decidono loro cosa far fare ai personaggi: non so se girino ancora determinate scene in cui il personaggio è moribondo in ospedale, onde evitare pretese da parte degli attori e che i produttori dei film ritengono fuori luogo, ma una volta si faceva, era consuetudine. Ma se non ci pensano gli autori, a porre fine a una carriera o a metterla in discussione, ci pensano le pseudo gole profonde, che possono essere persone scaricate o ridimensionate, marginalizzate, estromesse dal banchetto: anche se a me torna in mente il solito personaggio, cattivo, che incarica , dietro lauto compenso, il solito bastardo affinché "trovi tutto il possibile su di lui", dalle multe stradali alla ragazza sedotta e abbandonata, dalle pagelle ai ricordi dei compagni di scuola, e sapere tutto dai condomini e dai vicini di casa che ha avuto. Distruggere la vita altrui, per alcuni è lo scopo della propria vita. Fra poco sarà difficile trovare una tv che ritrasmetta "il Laureato" o chissà se Rete 4 toglierà dalla programmazione i film di Steven Seagal: il brutto è che, come sanno anche i sassi, in alcuni casi una persona che è messa sotto pressione e attacco, può affermare cose, su di sé non vere. Così come un'individuo , dopo trent'anni può dire qualunque cosa contro un altro, ma queste "cose" dovrebbero essere supportate, sostenute, da prove e testimonianza, e con persone che possono e vogliono testimoniare: nel paese che è il "migliore" quando fa comodo, se si viene a conoscenza di un reato, è obbligatorio denunciarlo. Ora questa gente che dopo anni e anni si sveglia, magari col culo storto, e dice di ricordare, non mi convince: ancor meno la fuga di notizie dagli uffici dei procuratori e della polizia che, sembrerebbe, ci abbiano scippato il primato. Credevo fosse l'Italia il paese che, ancor prima che tu vada a denunciare qualcuno, chissà perché nei quotidiani, anche on line, c'è la tua dichiarazione, la tua denuncia, il tuo esposto. Fa specie che chi denuncia poi si rivolga alla stampa, magari in conferenza stampa: ma ancor più invece fa sorridere, quelli che minacciano, anzi mi scuso , annunciano preannunciano la denuncia, la querela, salvo poi non fare un cazzo.
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