martedì 21 novembre 2017
Fosse ancora viva Antonella, chiederei a lei
Antonella Sartor? E chi è? Chi la conosce? Il nome non mi dice niente. E' stata, perché è morta ormai da quasi dieci anni , una persona che incontrai per caso in rete. Mio padre, era il 2007, veniva operato di tumore al colon (diverse ore di intervento, un casino nero) e cercavo lumi, nel mio piccolo, cercando di capire: e appunto per caso siamo venuti in contatto. Tra le altre cose mi disse che suo marito era venuto a mancare e proprio per un tumore simile a quello che era stato diagnosticato a mio padre; ma le cose che oggi mi mancano, oltre alle lunghe chiacchierate al telefono , è il suo interesse per i malati di Alzheimer e la sua conoscenza in materia. Allora ci accomunava soltanto aver avuto un familiare malato di tumore, e nel mio caso, per fortuna , mio padre, è ancora in vita, non ha dovuto sottostare a chemioterapia ed è solo cambiato nel carattere, che ora è più aggressivo, e ovviamente avendo avuto una bella riduzione del tratto intestinale, non può restare lontano dal "bagno". Quando ci siamo conosciuti, ero triste nell'aver letto sul web e poi sentito dalla sua voce, la vicenda di suo marito, venuto a mancare pochi mesi prima che mio padre venisse operato. Nel contempo c'erano altre cose che ci spingevano ad andare avanti, come il suo interesse appunto per i malati di tumore e per evitare la chiusura del centro di supporto per i malati oncologici: eravamo lontani km, ma il fatto che mio padre fosse sopravvissuto all'operazione per me e per lei , erano una cosa buona. Lei, Antonella , non saprà mai che mio padre non farà la chemioterapia, e sopratutto che a mia madre, anni dopo,verrà diagnosticata una forma di demenza senile, una forma di Alzheimer: per questo quando chiamai Antonella e dopo numerosi tentativi rispose un'altra persona, ricordo che era una domenica mattina, mi scese un fulmine quando seppi che era morta e anche come. Non entro in merito alla vicenda, allo specifico, così come potrei ricordare le sue preoccupazioni per chi le ronzava intorno, procurandole, evidentemente, fastidio e insofferenza, al punto che si era confidata con me su questo punto. In effetti non le volevo chiedere niente di particolare, ma metterla al corrente che ero stato sfrattato, e che avrei gradito il suo aiuto e la sua disponibilità, data la sua conoscenza per le lingue, a tradurmi e rendere interessante un testo di presentazione per la mia nuova azienda di arredamento, e che avrei voluto creare e inserire on line. Ci credevo in questo progetto, nel mio, così come ero contento che lei dovesse recarsi, credo in Campania, per ritirare un premio: in poche parole , nella mia sfortuna, ero contento che lei pareva stesse meglio, nonostante la sua telefonata di luglio, in cui appariva preoccupata, forse anche molto allarmata. Oggi le chiederei lumi sull'Alzheimer, dato che mia madre è in condizioni, non dico preoccupanti (per mia madre), ma per i familiari, me compreso, e sopratutto per mio padre. Avere una persona che ti chiede dieci volte la stessa cosa, così quasi a ripetizione, che non si ricorda che è morto tizio o caio, quando tizio e caio sono ,magari , sua madre e sua sorella, che quando le chiedi quanti anni ha sbaglia e di grosso, che non si ricorda che lavoro svolgeva, e che in più è divenuta cieca ,che a volte appare anzi si comporta in modo aggressivo, che non sa in quale stanza si trova, che dopo un secondo che la metti a letto si alza e ti dice che vuole andare a sdraiarsi in camera da letto, che ovviamente si fa addosso di tutto e di più, che non ama il sapone e, quando devi farle il bagno e lavarla è una lotta all'ultimo sangue, in quanto essendo cieca e poco collaborativa, ci vogliono due persone armate di santa pazienza... ecco che una situazione del genere ti coinvolge tanto , troppo, sopratutto nel mio caso in cui, per sventura personale e dopo ,appunto il fallimento, cui è seguito lo sfratto, sono dovuto venire ospite a casa dei miei, e giusto in tempo per vedere mia madre divenire cieca e demente. Che fare? Seguire i consigli di qualche amico medico, che a detta sua c'è già passato e dice "mettila in un centro o ci finirai tu in un centro"? Non so davvero come continuare, anche se per ora sono confinato in casa, con mio padre che è sordo come una campana, e che quindi devo avvisare allorché mia madre si muove o lo chiama, e lui che, come dicevo prima, dopo l'operazione è diventato aggressivo e intollerante, vuole invece essere lasciato in pace e non servirla e accudirla. In poche parole se mi va bene ho due o tre della giornata in cui posso spostarmi: ma sono due o tre ore frammentate, cioè dieci minuti e poi lei che chiama; venti minuti perché è stata messa a letto, ma poi si vuole alzare e andare in bagno o mangiare. In sostanza, ogni cinque minuti ce ne è una. Si può vivere così? Un amico mi ha detto: e tue sorelle? Io: se ne sbattono i coglioni. Una ha detto che, siccome vivo lì, ci posso e devo pensare io, che non pago affitto perché ospite, quindi posso e devo provvedere; mentre l'altra mi ha detto qualcosa di simile, e poi ha detto che una badante, se non ci fossi io a casa, potrebbe essere ospitata al mio posto. Ovvio che non sa cosa costa una badante, dato che tra pensione e accompagnamento, forse mia madre arriverebbe a pagarle metà stipendio: e il resto chi lo metterebbe? Loro? Mie sorelle? Io soldi non ne ho, sono nullatenente e ,anche grazie a loro (genitori compresi), che quando sono caduto in disgrazia non mi hanno aiutato, sono senza arte né parte: quindi chi pagherebbe la badante o la casa di riposo? Antonella forse neanche tu avresti potuto darmi qualche dritta, ma delle buone parole, sì, come hai sempre fatto. Grazie uguale.
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