In controtendenza rispetto a Massimo Fini, di cui condivido in parte il suo ragionamento sul lavoro e la decrescita, posso affermare che ci sono persone contente di andare a lavorare. Oggi purtroppo c'è carenza di assunzioni per cui si verrebbe e si viene sottopagati e ricattati dai datori di lavoro senza scrupoli: il caso Fiat è un esempio, ma anche ricercare l'extracomunitario per pagarlo meno dell'italiano è da disonesti.
Ma a parte il chirurgo che secondo alcuni è un sadico o il pornoattore o la pornoattrice, professioni assai ambite almeno a parole, ci sono ancora dei lavori che tanti di noi vorrebbero fare ma che ,nella realtà poi non riescono a svolgere. Il motivo principale è che non darebbero denaro a sufficienza per poi ripagare le necessità che la società ci impone.E in questo devo concordare con Massimo Fini quando confronta noi e i nostri antenati che ,contrariamente a quanto ci hanno insegnato a scuola, non erano schiavi del lavoro,ma si procuravano ciò che gli serviva e assai spesso con il baratto piuttosto che col denaro. Ci sono anche dei sogni che sono legati alle passioni, agli hobbies che ognuno di noi ha: come il desiderare di possedere o di gestire una galleria d'arte, di diventare arredatore o stilista o di vestire gli altri con i nostri gusti. Alcuni di questi sogni possono diventare incubi, allorchè ci scontriamo con burocrazie di vario genere, con le difficoltà di accesso al credito (a meno di non essere ricchi di famiglia). Ci sono un insieme di cose che sono ,prima di diventare incubi, ostacoli: se si ha forza e ottimismo credo che si possano affrontare e superare. Ma se ci lasciamo riempire di dubbi e incertezze e se cediamo i nostri sogni in cambio di tranquillità e monotonia, ecco che lasceremo inaridire il nostro cervello che sarà riempito da certezze come "l'essere comandati da altri" e diretti anche dai desideri altrui. La nostra voglia di fare verrà demolità dalla solita frase "chi te lo fa fare": la mia gioia di vivere, potrebbe essere una delle tante risposte.
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