venerdì 8 giugno 2012

Il fracking in Italia è realtà dal 2009

Wednesday, June 6, 2012
http://dorsogna.blogspot.it/ di Maria Rita D’Orsogna

Il fracking in Italia e’ realta’ dal 2009. Sono gli stessi dello stoccaggio Rivara.

Nota: ci ho messo molto tempo a scrivere ed a ricercare questo testo, e spero che giornalisti e bloggers vogliano ricordare da dove vengono queste informazioni, considerato che e’ tutto volontariato da parte mia. Potrebbero esserci inesattezze o mancanze dovute al fatto che occorrerebbe molto piu’ tempo di quanto io abbia per fare delle investigazioni piu’ approfondite.
Ma i giornalisti italiani cosa fanno?
Occorre andarci con molta cautela.
Per giorni ho cercato di capire se ci fosse fracking in Italia, per giorni tutti noi “esseri normali” abbiamo pensato che non si facesse fracking in Italia perche’ non era scritto da nessuna parte, ne da parte dei siti governativi, ne da parte delle ditte petrolifere solite e perche’ il nostro governo non ha mai detto niente su questo fracking, sui siti di reiniezione, sullo stoccaggio di gas che non fosse qualcosa di rassicurante.
Intanto si apre una inchiesta della magistratura su “trivellazioni abusive“, ma intanto giornalisti, opinionisti e politici ci hanno detto – e per giorni – che e’ tutta colpa dei complottisti, che e’ tuttapposto, che va tutto bene.
E quindi, forse quello di cui sto per scrivere e’ una cosa straordinaria che e’ accaduta una volta soltanto in Italia, forse sono solo balle di petrolieri, forse non e’ vero niente, forse il sole di California mi ha accecato.
Pero’ so leggere  – fracking in Italia – Ribolla, Grosseto, Italia, 2009 -  e c’e’ da pensare.
Sono perplessa e arrabbiata, perche’ se questo e’ quello che sono riuscita a scovare io, chissa’ quanto altro c’e’ dietro che io e noi “persone normali” non sappiamo.
Ah, come vorrei una di quelle belle inchieste del New York Times, che ti parlano dei problemi *prima* che tu sappia che esistano….
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L’altro giorno cercavo informazioni sulla Erg Storage Rivara, per capire esattamente in che modo facessero lo stoccaggio del gas in Emilia.
Questa Erg Storage e’ di proprieta’ della Erg, una societa’ italiana che la detiene al 15% e al restante 85% della ditta inglese Independent Resources, creata nel 2005.
Hanno semplicemente deciso di prendere vecchi pozzi dismesso dell’ENI a San Felice sul Panaro e usarli come punto di partenza per stoccare gas – e per speculare.
Dicono:
The company’s business model is aimed at the construction of an energy trading platform, backed with energy assets, and geographically centered in Italy. The ultimate objective is to integrate sources of gas, storage, and transportation with consumers of gas operating in the wholesale market. Italy is destined to evolve from a major destination market to also become the primary energy land-bridge between North Africa and Europe. 
Il modello di business della compagnia e’ centrato sulla costruzione di una piattaforma di scambio di energia, supportata dal possesso di fonti energetiche, e geograficamente centrata in Italia. Lo scopo ultimo e’ quello di integrare le sorgenti di gas, lo stoccaggio e il trasporto con i consumatori del gas che operano all’ingrosso. L’Italia e’ destinata a passare da un vasto mercato di destinazione a diventare anche il principale ponte energetico fra il Nord Africa e l’Europa.
Hanno le idee chiare questi – ce lo trivelliamo, ce lo stocchiamo, lo vendiamo all’ingrosso, il tutto usando l’Italia come “autostrada del gas” e come parcheggio.
Aggiungono che gli piace il posto perche’ la struttura sara’ grande, le unita’ costeranno poco, la posizione e’ ideale lungo “l’autostrada del gas” e perche’ sara’ piu’ facile stoccare e erogare gas con le loro nuove tecniche che differiscono da quelle “convenzionali”.
Trovo allora questo articolo in cui si dice che il ministro dell’ambiente Corrado Clini, decide di bocciare Rivara a causa del terremoto e dei morti in Emilia.
La Independent Resources  – con tipica arroganza dei petrolieri – ribatte che si dispiacciono delle perdite di vita umana, ma che la faglia e’ piu’ profonda del loro giacimento, che ci sono gia’ tanti altri pozzi non collegati al terremoto, e che le loro infrastrutture sono e saranno perfette, e che quindi si aspettano che il fermo sia solo temporaneo – in barba a Clini, all’Emilia, agli italiani.
Tutto questo sebbene il ministero dica che il progetto e’ stato definitivamente bocciato e sebbene la regione Emilia Romagna avesse detto il suo no in data 27 Aprile 2012, prima ancora dello sciame sismico e proprio a causa di possibili terremoti:
Despite what would appear to be a definitive rejection of the project by the Italian authorities, Independent Resources said in a statement Friday that it expects the project to eventually go ahead.
Independent Resources “expects a pause for the project and considers this understandable under the circumstances,” it said in the statement. On April 27 the local government of the Emilia-Romagna region said it had formally turned down permission for the project’s appraisal phase, warning of a possible risk of earth tremors. The region said at the time that the decision was “definitive” and “rules out any chance of building” the storage facility.

Nonostante quello che sembra essere un rigetto definitivo del progetto da parte delle autorita’ italiane, la Independent Resources ha detto in un comunicato di Venerdi’ che prevede che il progetto, alla fine, andra’ avanti. La Independent Resources “prevede una pausa per il progetto e considera tutto questo comprensibile alla luce delle attuali circostanze”, come detto nel comunicato. Il giorno 27 Aprile il governo locale dell’Emilia Romagna ha detto che aveva formalmente bocciato il progetto a causa di possibili rischi di terremoti. La regione disse a suo tempo che la decisione era “definitiva” e che “escludeva completamente qualsiasi possibilita’ di costruire” l’opera di stoccaggio.
Ecco qui il testo completo della Independent Resources:
Spero che le autorita’ italiane si facciano sentire e dicano a questa Independent Resources che no significa no, e che non e’ che se aspettano 2 o 3 anni magicamente tutto tornera’ come prima, trivelle e stoccaggio aperto per tutti.  Devono scomparire dall’Emilia Romagna, se non altro per la loro arroganza.
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Continuo ancora ad indagare su questa Independent Resources, leggendo solo i comunicati in inglese.
In italiano infatti non ce ne sono, perche’ a loro interessa solo rassicurare e spiegare ai loro investitori che il progetto andra’ avanti, morti o non morti.
Mica gli interessa di spiegare al cittadino medio di San Felice sul Panaro cosa vogliono fare.
A un certo punto, mi imbatto in questo altro articolo della Independent Resources, e le sue altre concessioni in Italia.
La leggo in modo quasi casuale, aspettandomi di trovare il solito bla bla dei petrolieri.
La prima cosa che mi ha colpito sono state le parole
“Presently, Independent Resources’ core development activities include a major underground gas storage facility, a major new source of unconventional gas onshore Italy, and a major source of conventional oil in Tunisia.”

Al momento, il cuore delle attivita’ di svilupppo della Indepedendent Resources includono un importante centro di stoccaggio sotterraneo di gas, una nuova sorgente di gas non-convenzionale in terraferma in Italia, e una nuova sorgente di petrolio convenzionale in Tunisia.
Rabbrividisco: “unconventional gas” vuole dire una cosa soltanto: fracking.
Non posso crederci.
Rileggo la frase tre volte.
Clicco su un altro link.
Sotto ai miei occhi:
During 2008-2009 Independent recorded a total of 66 km of 2D seismic and drilled FB 1 well in August 2009.
The FB 2 well (target zone present at a depth of 340 m, 1100 ft) was subsequently drilled to test the coal’s productivity in the shallow part of the basin, where the coal and the gas shale were found to be saturated with gas. 
A hydraulic fracture job coupled with ceramic proppant, designed to enhance productivity, was followed by a seven weeks production test.
Durante il 2008-2009 la Independent ha registrato un totale di 66 km di sismica 2D e ha trivellato il pozzo FB1 nell’Agosto del 2009. 
Il pozzo FB 2 (di cui il target era a 340 metri di profondita’, 1100 piedi), e’ stato trivellato successivamente per testare la produttivita’ del carbone nella parte bassa del giacimento, dove il carbone e il lo scisti sono stati trovati essere saturi di gas.
Un intervento di hydraulic fracturing, assieme ad un proppante ceramico, disegnato per aumentare la produttivita’ e’ stato seguito da un test di produzione di sette settimane.
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Prendo una pausa.
Devo lavorare, non posso star qui a fare questo immane lavoro, io, da Los Angeles.
Dove sono i giornalisti italiani?
Che significa ceramic proppant?
Che significa coal gas?
Dove si trova Ribolla?
Come, hanno fatto fracking a Ribolla nel 2009 e nessuno l’ha saputo?
Mi sento sola di fronte all’immenso petrolifero e vorrei non pensarci.
Ribolla Basin Shale Gas Play.
Invece ci penso e ci ripenso, mentre mi lavo i denti, a pranzo, mentro mi rigiro nel letto alla sera.
Poi il jet lag ha la meglio e mi addormento.
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Passa un giorno, vengo sommersa da email. Continuo ad indagare.
Ribolla e’ un microscopico paese di 2115 abitanti in provincia di Grosseto. 
Cerco di andare indietro nel tempo il piu’ possibile, per vedere da dove parte il tutto.
La licenza si chiama Fiume Bruna, e la Indepenent Resources l’ha ottenuta dal governo italiano nel 2005.  Ha un’area di circa 247 chilometri quadrati, e a suo tempo c’era una miniera di carbone operata dalla Montecatini.
Dal 1839 al 1954, l’area era una delle piu’ importanti zone minerarie d’Italia. Tristemente era anche nota per le ripetute fughe di gas metano dal carbone. Infatti la miniera fu chiusa proprio in seguito ad una forte esplosione causata dalle fughe metanifere il 4 Maggio 1954.
Ci fu la morte di 43 persone.
Fu il piu’ grande disastro minerario d’Italia.
Qui dal Corriere della Sera del 1954
Ribolla, come le miniere con le uguali caratteristiche, era una miniera  di difficile escavazione a causa della presenza nei cantieri sotterranei del grisù. Il grisù è un miscuglio di vari gas in proporzioni variabili. Il componente essenziale del grisù è il metano ( l’unico combustibile), gli altri componenti sono l’azoto, l’ossigeno, l’acido carbonico, l’idrogeno e l’etano. Il grisù mescolato con l’aria in determinate proporsioni (5-15%) diventa una miscela esplosiva e basta una fiamma o addiruttura una scintilla per farla esplodere.Quando questa miscela brucia, si ha un aumento di temperatura fino a 2000°C; la pressione aumenta e la massa gassosa tende a dilatare fino a 7 volte il proprio volume. Si origina così nelle gallerie una corrente d’aria caldissima, che si sposta con grande velocità (fino a 200 metri al secondo) comunicando l’accensione al grisù che eventualmente si trova negli altri vuoti, anche lontani rispetto al punto in cui ha avuto inizio la combustione. Si produce  una vera e propria esplosione, i cui effetti possono essere disastrosi: rovesciamento delle armature, crolli ecc. Gli uomini presenti in miniera muoiono per asfissia oppure perchè lanciati violentemente contro le pareti delle gallerie o bruciati dalle vampate di gas ad alta temperatura o avvelenati per presenza di ossido di carbonio.
Di questa tragedia le generazioni giovani – me compresa – non sanno niente.
La Montecatini gli diede dei soldi, il processo fini’ con l’assoluzione di tutti, e il disastro catalogato come “mera fatalita’”.
Un altro ramo di storia italiana incrociata lungo questo percorso petrolifero di cui vorrei sapere di piu, ma chissa se ne avro’ tempo.
E’ ora di andare al lavoro.
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Questa combinazione del metano e del carbone a Ribolla non e’ di importanza secondaria – la roccia infatti presente a Ribolla e’ caratterizzata da carbone poroso, e dentro questi pori c’e’ del gas metano.
Proprio come il gas di scisti, solo che invece che essere scisti e’ carbone.
Lo shale – scisti in italiano – e’ una roccia metamorfica che tende a sfagliarsi in piani paralleli, e che si e’ creata nel corso di milioni di anni da argilla sottoposta ad alta pressione – altri possibili “ingredienti” sono quarzo e calcite.
A volte, come sappiamo bene, durante il processo di compattazione dell’argilla puo’ essersi intrappolato nella roccia del gas metano.
E adesso c’e’ la corsa ad accaparrarsi quel gas, con il fracking.
Trituro la roccia per prendere il gas.
Similmente il coal bed methane si e’ intrappolato nel carbone durante il processo di carbonizzazione – la creazione del carbone da materiale organico di origine vegetale. Anche questo dura milioni di anni.
Shale gas is one of a number of unconventional sources of natural gas; other unconventional sources of natural gas include coalbed methane, tight sandstones, and methane hydrates.
shale – scisti
carbone
E dunque le tecniche per estrarre il metano dal carbone, piu’ o meno, sono le stesse che per lo scisti: fracking, triturare la roccia, in questo caso il carbone, microterremoti, monnezza di scarto.
Anzi, indagando viene fuori che questo Coal Bed Methane e’ considerato il “fratello cattivo” del fracking “normale” – the evil twin of shale gas, perche’ i giacimenti sono piu’ vicini alla superficie, a circa 1000 metri al massimo, e dunque e’ piu’ facile inquinare le falde acquifere.  L’unica cosa buona e’ che non c’e’ idrogeno solforato in questo Coal Bed Methane, ma questa e’ ben magra consolazione.
Se ricordiamo i terremoti dell’Inghilterra, a Blackpool, quelli collegati al fracking, viene fuori che erano proprio dovuti alle estrazioni di Coal Bed Methane – abbreviato in CBM:


Back in May, Cuadrilla Resources made its first UK application of fracking to use Coal Bed Methane (CBM) technology to extract shale gas near Blackpool. CBM involves drilling into coal seams at depths of around 4,000 feet removing the water which unlocks trapped methane, a controversial technology in the US, because it involves hydraulic fracturing, ( fracking) pumping water and chemicals into seams at high pressures to help with extraction by fracturing formations.
This is believed to carry serious environmental risks such as contaminating ground water and bringing hazardous waste to the surface. The process is banned in France and being reviewed by the German and UK Governments.
In Maggio la Cuadrilla Resources ha fatto la sua prima applicazione di fracking per usare tecnologia Coal Bed Methane (CBM) per estrarre gas di scisti vicino a Blackpool. CBM implica il trivellare dentro falde di carbone attorno a 4,000 piedi (circa 1,200 metri) di profondita’, il rimuovere l’acqua che sprigiona il metano intrappolato. E’ una tecnica controversa negli USA perche implica il fracking, il pompaggio di acqua e sostanze chimiche ad alta pressione per aiutare l’estrazione con il trituramento delle formazioni rocciose.
Questo e’ considerato aere gravi conseguenze ambientali, come ad esempio la contaminazione dell’acqua di falda, e il portare in superficie immondizia tossica. Il processo e’ stato bananto in Francia ed e’ sotto esame in Germania ed in the UK.
Ed ecco che tutto torna: lo stesso metano incastrato nel carbone che ha fatto morire le persone nel 1954, e’ adesso visto come una sorgente di energia “estrema”, da sfruttare al meglio.
Trituriamo il carbone, e prendiamoci il metano.
Ma siamo sicuri che proprio questo e’ quello che la Independent Resources vuole fare a Ribolla?
Estrarre questo Coal Bed Methane?
Vado su Google.
Digito le parole giuste.
La mia barra va in tilt.
Dozzine e dozzine di siti agli investitori con proprio questo: Ribolla Coal Bed Methane.
Mi imbatto in questo comunicato, addirittura del 2006:
Independent Resources plc
 Key step for Italy’s first coal bed methane project
Independent Resources plc, (‘IRG’ or ‘the Company’) the AIM-quoted natural gas storage and exploration company, is pleased to announce it has commenced drilling a stratigraphic borehole to obtain detailed geological information on Italy’s first coal bed methane project.
The well is expected to provide data for the appraisal of the methane resources which are known to lie in the Fiume Bruna coal basin north of the town of Grosseto in central Italy.
The planned project is based on producing gas from a six metre thick coal seam. Past mining of the coal was limited to shallow depths, and was ultimately halted due to the generation of abundant methane in the deeper shafts.
IRG Technical Director Roberto Bencini said: ‘While the production of coal bed methane is now well-established in North America and elsewhere, this will be the first well associated with coal bed methane in Italy. It will be valuable for planning our next steps in appraising the commercial potential of the Fiume Bruna licence.’
Drilling is expected to take around two weeks, with results due over the following months. The coal is expected at a depth of around 330 metres.
Piu’ chiaro di cosi si muore.
Cioe’ la Independent Resources, proprietaria della ditta che vuole eseguire il sito di stoccaggio Rivara, gia’ nel 2006 annunciava che stava per eseguire il primo progetto di estrazione di metano da uno strato di carbone in Italia, tecnica che si fa usando il fracking.
Nel sito di cui sopra dicono che invece il fracking e’ stato fatto nel 2009. Non so se siano due fraccaggi diversi, ad ogni modo 2006 o 2009 che sia, sono loro stessi che parlano di fracking.
Ma poi chi e’ Roberto Bencini?
Indaghiamo anche su di lui, ed ecco qui the smoking gun.
Roberto Bencini – direttamente dalla presentazione agli investitori del 2010:
Notare le parole CBM – Coal Bed Methane, uncoventional gas, mutlistage stimulation, shale gas.
Tutte cose che significano fracking.
L’ultima foto e’ il frac job, a Ribolla, Grosseto, Italia.
Non si puo’ scappare.
La Independent Resources ha postato una foto del frac job a Ribolla, approvata dall’UNMIG.
Magicamente da queste foto ricompare il proppant – che altro non e’ se non un materiale che serve a tenere aperta la roccia fratturata artificialmente durante il fracking.
Da Wikipedia:
A proppant is a material that will keep a induced hydraulic fracture open, during or following a fracturing treatment, while the fracking fluid itself varies in composition depending on the type of fracturing used, and can be gel, foam or slickwater-based. 
Un proppante e’ un materiale che mantiene aperta una frattura indotta idraulicamente, durante o dopo un trattamento di fratturamento, mentre il fluido fratturante varia in composizione a seconda del tipo di frattturamento usato, e puo’ essere a base di gel, schiuma o oleoso.

Hanno trovato il carbone e il gas a circa 300 metri di profondita’. Sicuramente la storia continua. Ma per ora ci fermiamo qui. Pare che la Independent Resources stia cercando un partner per fare questo fracking in modo produttivo, dopo le prove degli anni scorsi e stannno facendo quello che si dice “farm out”, cioe’ trovare qualcuno piu’ esperto di loro per farlo e con cui dividere i profitti.
Che dire?
Ci sono le foto.
Questo non significa che il fracking del 2006 o del 2009 ha causato il terremoto in Emilia, ma si aprono un sacco – un sacco di domande.
Questi signori della Independent Resources in questi giorni non hanno detto nemmeno una parola sul fracking.
Avevano la coda di paglia?
Esattamente cosa hanno fatto a Rivara finora?
Cosa sono i botti che la gente continua a dire di avere sentito?
Puo’ essere che facessero delle prove di fracking anche li?
E’ ancora cosi’ fantascienza questa ipotesi, visto che hanno gia’ fatto loro stessi fracking a Grosseto, visto che vogliono offrire un pacchetto completo – dalle trivelle allo stoccaggio alla commercializzazione – e visto che in zona ci sono molti pozzi dismessi, che forse potrebbero essere fraccati per offrire ancora altre gocce di gas?
Ci si puo’ fidare di loro?
Dove altro hanno fatto fracking?
La sperimentazione del 2006 come e’ andata a finire?
Lo stanno facendo adesso in altre parti d’Italia?
E’ una coincidenza che *la stessa ditta* che vuole fare stoccaggio in Emilia e’ la stessa che fa fracking a Grosseto?
Lo sanno a Grosseto, che hanno la potenzialita’ di avere in casa il fratello cattivo del fracking?
Perche’ il nostro governo gli ha dato le licenze senza dire niente alla gente?
Lo sapevano i nostri ministri loro cosa era il fracking, il coal bed methane, il proppante mentre gli dicevano si?
Quando ci decidiamo a regolamentare le estrazioni di gas con il fracking in Italia?
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Tutto questo e’ gravissimo, io credo.
E’ dal giorno 20 maggio che si parla di fracking in Italia.
Tutti i nostri governanti a dire no.
Beh, un caso almeno e’ qui.
La destra non sa cosa fa la sinistra.
Che strano paese.
Di nuovo, sono un semplice blogger con la laurea in fisica. Se ci sono errori, e’ tutto stato scritto in buona fede, ma vi assicuro che c’e’ dietro del lavoro immane.
articolo visto su stampalibera.com e copiato e postato su questo blog.

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