giovedì 7 giugno 2012

Il mondo così com'è non ci permette di vivere

O meglio ci può anche nutrire e vestire,ma è dentro che ci ha già ucciso in tenera età. Nel momento in cui ci hanno insegnato e obbligato a mentire, prima di tutto a noi stessi, ci hanno impedito di far valere i nostri diritti e sopratutto le nostre aspirazioni e inclinazioni. Oggi noi, intendo gli adulti, insegnamo ad altri,ai più piccoli  questo modo di esistere e pensiamo sia giusto così.
Quando perdiamo la voglia e il desiderio di pensare alla nostra anima, abbiamo detto addio alla vita.O certo possiamo ancora fare sesso e bere birra, forse anche essere degli ottimi esecutori di musica o dei bravi falegnami: ma come esecutori e non come creatori.Chi crea è diverso, nel senso che oltre ad amare il proprio lavoro sa che questo gli permette di capire altre realtà palesi o nascoste. Per le cose palesi vale il detto che sono davanti ma non le vediamo: ormai pensiamo allo spread, a Monti, alle guerre e mai a noi.Anzi ci sono idee politiche e religiose che condannano proprio chi propugna e segue quei dettami: seguendoli si mancherebbe di solidarietà, di fratellanza , di visione d'insieme.Peccato che siano cose a senso unico e che la società e chi la dirige usino proprio questi meccanismi, quelli della tv del dolore, delle maratone di solidarietà, delle partite del cuore per evitare di pensare e provvedere direttamente. Nostro Signore non ha inviato denaro con pay pal o con dei vaglia, ma è andato e andava lui, e poi i suoi discepoli, dai bisognosi sia di cure fisiche che psicologiche.Qui invece con le armi di distrazioni di massa non solo ci hanno tolto interesse per la politica, per le cose di tutti,ma anche per quelle necessità interiori. Oggi se vai vedere il tramonto ,se ti piacciono certe situazioni da vivere e da vedere, sei malato: se invece vai a fare la spesa e risparmi,se fai la fila alla cassa, sei un dritto, un vincente,uno che ha capito. Per preferivi e preferisco fermarmi lungo strada, magari mentre torno a casa, osservare il tramonto o anche la luna,se c'è perchè no?Poi se devo fare la spesa e non mi sono potuto fermare lungo strada a comprare frutta o verdura, ci sono sempre dei fruttivendoli,ovvero persone con cui parlare, se devo acquistare altri beni ci sono ancora i negozi nelle città e nei paesi: lì trovo persone e non soltanto scaffali con merci. In giro ci sono persone che non vedono l'ora,almeno credo, di essere coinvolte in qualche discorso che non riguardi la nazionale, Napolitano o Monti o Grillo o altri politici, ma che parli a loro e di loro.Certo per la mia esperienza so che c'è il rischio monologo o,al contrario, toccherà a te fargli la testa a pallone. E' un po' come chi aspetta un commento nel blog o un'email: gli serve per avere il "la". Poi potrà e dovrà camminare da solo, sempre che abbia la necessaria forze di staccarsi e così di auto osservarsi: scoprirà ,ne sono certo, di essere migliore di quanto immaginasse ma sopratutto saprà di essere diverso da come è stato dipinto. La società ,purtroppo, non vuole persone così, indipendenti e critiche, capaci di dire di no, di rifiutare l'omologazione: anzi desidera i signorsì, vuole le persone in coda in autostrada, che prendano d'assalto i megastore, che creino una bella calca in spiaggia. Se invece tu sei autonomo e scegli qualcosa di diverso sei un pericolo: primo perchè distruggi il loro marketing, poi non sei appunto controllabile, scegli da solo e non sei più preda dei loro suggerimenti che,occorre ricordarselo si sviluppano a 360°. Non c'è campo che non sia di loro competenza e in cui mettono naso. Ma se non te ne rendi conto che cosa succede? Esattamente niente, solo che avrai perso l'anima e neanche guadagnato il mondo:perchè per avere qualcosa di ciò che vedi devi farti il mazzo, vendere appunto la tua anima e,oggi, c'è pure molta concorrenza. Quando uno si accorge in quale ginepraio si è infilato o è caduto, può essere anche tardi: ma sono ottimista e non credo a quelli che dicono che a 50 anni o 60 sei finito.Certo giocherai a tennis da fondo campo, ma anche stabilire che a 30 anni devi fare questo e a 40 quest'altro, mi pare sempre un'indicazione altrui. Questo anche perchè non ci ascoltiamo e logicamente perchè o non ce lo hanno insegnato o perchè ci hanno detto di non ascoltarci , avremmo potuto dirci cose sbagliate. Se guardiamo con occhio attento,ma non teso, e con sufficiente distacco,ma sempre con un briciolo di critica e di ironia, sono quasi certo che dopo qualche risata potrebbe sopraggiungere rabbia e poi un po' di grinta per cambiare. Ci piaciamo così? Rimaniamo così come siamo.Ma se qualcosa non cuba, allora con la dovuta calma interveniamo, stacchiamo anzi recidiamo i vari cordoni ombelicali, e ripartiamo da noi, da ciò che ci ispira e ci piacerebbe fare. Siamo troppo spesso servizievoli, anzi servili:pensiamo se piaciamo agli altri invece di chiederlo a noi stessi. Possiamo e vogliamo cambiare? Non è mai troppo tardi,anche se Fromm o altri psicanalisti so che la pensano diversamente.

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