lunedì 1 aprile 2013

Parsifal, il Re Pescatore e la Ricerca della Guarigione (p.2)

di R. A. Sanderson
Traduzione di Anticorpi.info

Continua dalla prima parte (link)

Ogni uomo vive l'esperienza del ferimento.
Quanti giovani uomini vivono una esperienza simile? Apparentemente, ogni giovane sperimenta un ferimento alla virilità nel corso della pubertà, una ferita sessuale come quella del Re Pescatore. "E' doloroso vedere un giovane uomo rendersi conto che il suo mondo non è fatto di sola gioia e felicità, e assistere impotente alla disintegrazione della infantile bellezza, fede, innocenza e fiducia" (Johnson. R. 1989).

Il passaggio dalla fanciullezza alla dimensione difficile e spesso dura dell'età adulta. L'abbandono, in un certo senso, delle meraviglie di un mondo fiabesco, primordiale, edenico vissuto sotto l'ala protettiva materna per accedere ad una 'realtà' competitiva ed esigente. Nelle culture tribali le iniziazioni alla età adulta sono spesso attuate mediante una serie di riti di passaggio molto gravosi e dolorosi. Per i giovani occidentali invece il passaggio alla pubertà non avviene in forma marcata e solenne, per cui il giovane vive un periodo doloroso e soprattutto privo di una guida che lo accompagni in questa fase.
L'inizio della pubertà li porta faccia a faccia con la realtà fisica dell'essere uomini. Pulsioni biologiche e fantasie culturali provocano un enorme impatto sul loro senso di se. Mentre crescono, il loro rapporto con lo erotismo (in gran parte masturbazione) diventa qualcosa da consumarsi di nascosto. Ciò è dovuto al fatto che la sessualità maschile non è integrata nelle nostre strutture culturali, familiari, religiose, ecc. C'è spesso un tale silenzio in merito (nessuna discussione sana sulla sua sessualità emergente) che per i giovani la sessualità inizia ad essere percepita come sporca, peccaminosa, vergognosa e da tenere nascosta alla famiglia.
Ulteriori possibili traumi che destabilizzano il suo già fragile senso della virilità sono: la solitudine; la prima esperienza sessuale (spesso un disastro), separazione / divorzio dei genitori; l'essere respinti da una ragazza o dal gruppo, in quanto considerati 'non conformi' agli standard culturali e sociali. Ognuno ha la sua storia!
Qualunque sia la causa, il senso della virilità di un giovane può essere ferito in maniera devastante in tale momento, e a volte distrutto. Purtroppo, alcuni possono giungere perfino alla miope soluzione del suicidio, quando la loro condizione diventa troppo dolorosa. La loro ferita è vissuta come una perdita di speranza per il futuro, abbinata al crollo della autostima. Peter Gabriel nella sua canzone 'Don't give up' (non mollare - n.d.t.) narra delle difficoltà dei giovani uomini in questo momento di passaggio: "Mi hanno insegnato a combattere ed a vincere, ma non ho mai pensato che avrei potuto perdere." E poi: "Niente per cui lottare, o almeno così sembra. Sono un uomo abbandonato dai suoi sogni ..."
In genere tutto ciò viene vissuto come una grave ferita ed un senso opprimente di inutilità. Tale ferita colpisce la sua capacità di essere creativo interiormente e potente nel mondo esterno. Il giovane si sente psicologicamente impotente, privo di amor proprio ed incapace di vedere la sua propria bellezza. E' troppo giovane per affrontare questo schiacciane senso di incompletezza. Così il giovane metaforicamente corre a nascondersi dalla propria interiorità, esattamente come fa il giovane Parsifal!
L'inizio di una grande ricerca.
Benché rimasto gravemente ferito dopo la sua esperienza nel Castello del Graal, Parsifal non ha alcuna voglia di rinunciare alla propria ambizione di completezza. Da quel momento egli dovrà mettersi in cerca della propria strada per riacquistare il diritto di entrare nel Castello del Graal per la seconda volta. Adesso ha bisogno di compiere un gesto nobile che lo riabiliti agli occhi di coloro i quali lo hanno 'ferito e messo in ridicolo." L'ispirazione gli suggerisce che solo restituendo la Lancia rubata al legittimo proprietario, e suscitando la guarigione del re, potrà riscattarsi, ridando vita al Regno.

Ecco che ha inizio una grande ricerca! Parsifal è pieno di vergogna per non aver fatto la cosa giusta nel castello, eppure è proprio quella ferita ad avere metaforicamente dato alla luce la sua coscienza, e la volontà di ricercare in tutto il mondo, e di fare tutto quanto necessario, sia esteriormente che interiormente, per portare a compimento quel lavoro che durerà anni. Parsifal è ben consapevole che tutti i cavalieri che in precedenza abbiano cercato di riconquistare la Lancia ad un certo punto si siano lasciati corrompere ed abbiano fallito. Così la sua iniziativa è pregna di coraggio, sebbene nelle fasi iniziali assomigli più ad una sfida in stile 'cavaliere rosso', fatta di un focoso e non sempre equilibrato 'desiderio' di  fare esperienza nel mondo. E' così che Parsifal salta in groppa al suo cavallo e riparte, alla ricerca del successo.
Corrispondenze con l'esperienza dei giovani moderni.
Gli uomini moderni sperano di trovare qualcosa che li faccia sentire di nuovo bene (che curi la loro virilità ferita). Molti giovani maschi si mettono in cerca di esperienze in stile 'cavaliere rosso' (rosse come il rosso delle moto e auto sportive), e di qualcuno che concedendo loro la propria considerazione confermi la loro esistenza nel mondo. Spesso i giovani tendono ad ignorare la loro parte ferita, nella speranza che il giorno in cui vivranno quelle esperienze e incontreranno quella persona, essi guariranno. Tuttavia - ahimè - tutto ciò avviene solo per un breve momento. La noia, l'inquietudine, il senso di vuoto presto riaprono la loro ferita. La ricerca della gloria esterna riesce soprattutto a gonfiare il loro ego ferito. Quanti giovani ogni giorno ignorano le loro ferite e continuano a cavalcare alla quotidiana ricerca di qualcosa che riempia il loro vuoto?
La cultura occidentale insegna ai giovani che qualsiasi cosa sia riducibile ad un fatto materiale; le donne, i soldi e le cose da fare. L'uomo può passare di donna in donna, tuttavia la sola presenza femminile non può curare la sua ferita più profonda. In generale, gli uomini coltivano la fede di trovare la 'donna perfetta.' In questa ricerca si rispecchia la convinzione di poter trovare qualcosa che infonda alla loro esistenza il significato e la bellezza di cui sono in cerca.

Un problema noto dell'uomo occidentale è che sovente cade nella trappola di ritenere che una bella donna sia sufficiente a farlo guarire, in quanto considerata come una specie di trofeo. Si tratta di una menzogna culturale in cui cadono sia gli uomini che le donne che cercano un partner soprattutto 'bello' esteriormente, tenendo da ben poco conto la dolcezza e la bellezza interiori di una persona. Alla fine l'uomo scopre che la sua donna 'perfetta' non è in grado di riscattare la sua anima, dato che anch'essa è terrena e fallibile ('la cellulite!').
Nella nostra società siamo bombardati da immagini sessuali ed incoraggiamenti alla infedeltà ed al sesso occasionale. La 'semina della avena selvatica' è una pratica culturalmente approvata per i giovani uomini. Se un giovane uomo ha molti incontri sessuali si sente bene con se stesso e si convince di essere un vero uomo. Quindi - sempre secondo la cultura dominante - i giovani alla fine si 'sistemano' e diventano buoni mariti e padri. Ci si potrebbe chiedere che fine abbiano fatto tutte le fanciulle (le figlie), incontrate lungo la strada. E' in questi termini che la nostra cultura codifica la virilità adolescenziale. Inoltre, "il raggiungimento della virilità è spesso identificato con l'uso attivo del fallo." (Monick, E, 1987).
I giovani in quanto tali non sono pronti a intraprendere il necessario 'lavoro interiore', quindi spesso non riescono ad opporsi ai luoghi comuni adolescenziali maschili. Però di certo non può dirsi la stessa cosa degli uomini adulti che proseguono a coltivare questo tipo di valori. Il proseguimento della 'mascolinità adolescenziale' è attribuibile a tre aspetti, vale a dire: la "Eredità del Don Giovanni", una vita erotica incompleta, e la incapacità di relazionarsi in modo autentico.
Don Giovanni ed il se erotico dell'uomo.
In quanto uomo. Don Giovanni è assalito da pensieri erotici e asseconda l'istinto sessuale come 'ingannevole' scopo della sua vita. Una prolungata intimità lo rende nervoso, ed ha bisogno di costanti stimoli sessuali per evitare di cadere nella noia. Ebbene, l'uomo moderno è mosso dalla stessa idea; più donne riesce a portare a letto, migliore dovrebbe essere la sua esistenza. La sua virilità ferita viene gonfiata da queste 'conquiste' che testimoniano la sua potenza sessuale, e gli valgono la ammirazione ed approvazione degli altri uomini.
Secondo la cultura dominante, gli uomini più virili sarebbero i dongiovanni, quelli che con la loro freddezza razionale riescono a fregare il prossimo. Robert Johnson (1989) asserisce che "è emblematico il fatto che nel linguaggio moderno gli uomini più ammirevoli siano definiti 'cool' (freddi, insensibili - n.d.t.)." L'incapacità dell'uomo di relazionarsi autenticamente viene lodata, e la cultura finisce per dirigere i giovani uomini sulla 'strada sbagliata', creando degli uomini alienati ed incapaci di esprimere i loro sentimenti. Tutto ciò fa si che dopo la mezza età spesso finiscano per sentirsi del tutto vuoti.
L'uomo moderno è 'vuoto' in quanto irretito dalla eredità di Don Giovanni. Finisce per emulare la virilità adolescenziale di Don Giovanni ben oltre la propria adolescenza, con conseguenze devastanti. La tendenza a cercare una nuova esperienza sessuale al di fuori del rapporto 'primario', comporta inconsciamente un costo terribile. Agitazione, depressione e problemi di relazione vanno a peggiorare la situazione del suo se già ferito. Questo perché l'inganno operato dal 'lato oscuro', rappresentato dalla eredità di Don Giovanni finisce per oscurare i lati più 'veri' e più 'nobili' della sua virilità.
L'amore erotico fa parte a buon diritto della bellezza e della relazionalità di cui ogni uomo va in cerca. L'amore erotico può integrarsi con successo nella vera virilità come un desiderio di sentirsi rivitalizzato e di relazionarsi autenticamente. Tuttavia, l'uomo moderno è ferito così gravemente, "troppo malato per vivere, ma non abbastanza malato per morire", che il cammino verso la vera virilità è raramente visibile ai suoi occhi. Nel mito di Parsifal, la Sacra Lancia (l'arma maschile, il fallo) è stata rubata (è assente) e dunque è stata separata dal Santo Calice (il sentimento e la bellezza). Per ogni uomo il viaggio è quello di imparare, guarire e cambiare la sua vita per vivere questa vera mascolinità. E' proprio Parsifal che indica agli uomini la via per guarire le loro ferite e metaforicamente riunire il 'calice' e la 'lancia dentro di se.
La Sacra Lancia e la seducente Kundry.
La vera mascolinità di Parsifal emerge quando incontra Kundry. E' a questo punto che impara a relazionarsi in modo autentico alla vita e soprattutto alle donne.
La sua vita è stata fino ad oggi una sorta di campo di battaglia in cui avversari - interiori ed esteriori - si sono battuti al fine di creare o distruggere la sua interezza. Alla fine giunge nel luogo della Sacra Lancia, ma prima che possa riconquistala incontra la bella e seducente maga Kundry. Kundry come accennato è stata intrappolata dalle forze del 'lato oscuro', e quando Parsifal è ormai vicino alla Lancia, la maga lo sottopone all'ultimo test per sondare la sua virilità.
L'incontro con Kundry è degno di nota in quanto si tratta di un passo molto istruttivo su come mantenere intatta la vera virilità di fronte alle tentazioni erotiche. Kundry è stata inviata con il preciso obiettivo di indurre Parsifal a commettere azioni ingiuste, così che automaticamente la Sacra Lancia gli fosse negata. Tutti noi conosciamo Parsifal come uomo istintivo; inoltre Kundry è una donna molto seducente ... per cui sembra scontata l'evoluzione di tale situazione.
Sono in debito con il sito di Joseph Kerrick e mi accingo a parafrasare le sue parole, le quali illustrano nel migliore dei modi le tentazioni sofferte da Parsifal:


Kundry è vestita con i veli seducenti di una regale cortigiana, così che qualsiasi uomo vedendola frema del desiderio del suo cuore. Parsifal la vede sdraiata e sente ardere le fiamme della passione risvegliata. Kundry gli circonda il collo con il braccio e lo trascina in un bacio. Parsifal però si allontana, disturbato, stringendo il suo cuore. "Che cosa?" chiede Kundry, scossa da questa reazione inspiegabile. "Il costo di tale beatitudine" - le risponde Parsifal - "comporterebbe infiniti cicli di tormento per entrambe. Il peccato non risiede nelle azioni, ma negli attori. Se il cuore e la ragione sono puri, l'amore è benedetto. In caso contrario il Diavolo esige il suo prezzo." A questo punto la maga apre la sua lieve veste e allarga le braccia e le gambe, offrendosi disperatamente per una spinta e una penetrazione che tuttavia non accadono. Parsifal si limita a fissarla con pietà; il suo sguardo da sciocco è ormai sparito, ma la compassione è rimasta. (Kerrick, J., "Parsifal e il Sacro Graal", 1999).
Parsifal sa in cuor proprio che assecondare Kundry sarebbe in realtà un atto di disonore sia per se stesso che  per la stessa Kundry. Sceglie di abbracciare i propri pensieri erotici, di riconoscere la loro presenza, ma di dominarli. Istintivamente è consapevole che trasformarli in qualcosa di concreto non sia la cosa giusta da fare, in quanto quell'atto non sarebbe accompagnato da alcuna bellezza e sentimento. Abbraccia Kundry ma rifiuta le sue offerte, e guardandola con sincera compassione diventa una cosa sola con lei.
Con il rifiuto compassionevole di Kundry, Parsifal riconquista forza e stima del suo essere. E' proprio mediante questa azione che egli ha risposto alla famosa domanda su "cosa o chi intendesse servire", agendo in un certo modo. Non solo il cavaliere supera la prova, ma attraverso la sua compassione verso Kundry, l'anima della maga "torna regina di se" e si affranca dalle trappole che l'avevano stregata. E' stata redenta dalla forza interiore della vera virilità di Parsifal.
Kundry in effetti è talmente grata per essere stata redenta da Parsifal che gli mostra il luogo in cui la Sacra Lancia è custodita. Simbolicamente, la scoperta della Lancia rappresenta il ritrovamento della vera virilità di Parsifal, attraverso la scoperta della sua parte femminile nella comunione con Kudry. La scoperta della sua sensibilità, della compassione, gli ha permesso di diventare tutto e 'uno.' Nella sua esperienza con la maga, il cavaliere ha scelto la via di onorare i propri veri sentimenti e la vera forza maschile. Superando nobilmente la prova di Kundry, Parsifal guadagna il diritto di entrare per la seconda volta nel castello del Graal.
La seconda esperienza nel Castello.
La seconda opportunità di accesso al Castello del Graal, come detto, coincide con la crisi di mezza età,  un tempo in cui l'uomo riflette e rivaluta tutta la propria vita, e spera di ritrovare il significato e la potenza nei suoi anni restanti. Il mito narra che ogni notte mentre dormiamo la "esperienza del Graal" torna a riproporsi.
Parsifal si è guadagnato il diritto di entrare una seconda volta nel Castello e porre di nuovo la domanda, dopo 30 anni di cavalleria ed esperienze. Simbolicamente, prima di entrare si sveste dello homespun della madre, che indossava sotto la armatura. Egli "si districa dal complesso adolescenziale collettivo e materno, ed ora riemerge come uomo capace di dominare il proprio destino individuale" (Wyly, J, 1989).
Dalla sua innocenza è scaturita una profonda saggezza. Tuttavia la sua innocenza non è andata perduta: Parsifal ha ora acquisito una 'innocenza cosciente.' Ha portato a compimento il Viaggio dell'Eroe.
L'interno del Castello del Graal è impressionante e maestoso come lo ricordava, tuttavia questa volta egli sa bene cosa fare. Per prima cosa tocca con la Sacra Lancia la ferita del Re Pescatore, (i testicoli feriti). Con ciò vuole mettere in chiaro che la causa della malattia del sovrano sia da imputarsi al suo comportamento sessuale inadeguato e alla carenza di integrità. Il Re Pescatore aveva reciso la connessione del suo regno con il Santo Graal, consentendo al lato oscuro di insinuarsi nella sua anima e nel suo dominio.
Parsifal pone allora la famosa domanda "Chi serve il Graal?" ed immediatamente aggiunge la risposta: "Il Re del Graal serve il Graal." Nel dare voce al mistero egli è ormai consapevole che "il Graal si trova dentro di se." E la domanda significa che l'uomo è obbligato a scegliere se servire o meno la propria coscienza e l'onore che lo rende Re di se stesso.
Con la restituzione della Sacra Lancia il Re Pescatore guarisce all'istante. Il miracolo del Graal riporta la luce nel regno. Il terreno torna ad essere vivo e fertile, e le acque riprendono a scorrere potenti. L'acqua,  elemento psichico, torna a scorrere quando finalmente gli aspetti femminili (Calice) tornano a combinarsi armonicamente con quelli maschili (Lancia).
Alcune versioni del mito narrano che il Re Pescatore muoia tre giorni dopo e che Parsifal diventi il nuovo  sovrano, custode e servitore del Graal e del suo regno.
Parsifal ha appreso il motivo della propria sofferenza e di quella del Re Pescatore (e dell'uomo moderno), perché nel corso delle sue peripezie è riuscito a trascendere la sofferenza che deriva dalla scissione della integrità personale. Il raggiungimento della virilità 'regale' è un traguardo, non un diritto di nascita, e si conquista con la sofferenza, la auto-riflessione e la limpidezza di ogni azione. Il Re Pescatore era solo lo zio di Parsifal, quindi a Parsifal non era concesso di ereditare semplicemente il 'regno': doveva guadagnarsi la dignità di tale privilegio. Proprio come gli uomini che partono alla ricerca della loro vera virilità.
Il Segreto del Successo di Parsifal.
Il segreto del successo di Parsifal è dato dalla sua assenza di artificiosità e dal suo codice d'onore interiore rimasto saldo nel superamento delle avversità. Tutto ciò è scaturito dalla consapevolezza che anni prima, come un 'folle sempliciotto' aveva lasciato il Castello sconfitto e ferito in quanto - proprio come il Re Pescatore - non aveva avuto sufficiente forza virile a sostegno della propria nobiltà interiore (il Graal)  per fare e dire la cosa giusta al momento giusto.
Parsifal, come qualsiasi altro uomo, intraprende il viaggio dell'eroe convinto che sia il Graal a dovere servire il suo ego, tuttavia durante il percorso impara che - al contrario - sta a lui porsi al servizio del Santo Graal. Nel servire il Graal egli ha semplicemente imparato ad ascoltare e onorare la propria coscienza, supportandola con la sua forza virile.
In quasi tutte le culture la coscienza è intesa come "il dazio unico, il personale imperativo morale, il senso del giusto e dell'ingiusto, la voce interiore, la voce dolce e sommessa di Dio" (Thesaurus Bloomsbury). Tale voce interiore parla a ognuno di noi; nostro compito dovrebbe essere fare attenzione a ciò che dice! Parsifal, per poter diventare realmente uomo, ha cercato e ritrovato la propria voce interiore, ed a quel punto gli è stato concesso di fare ritorno nel Castello del Graal per porre la famosa domanda.
Parsifal ha trasceso la dualità in se e con grande umiltà ha raggiunto la conoscenza della fonte (interiore) della sua forza virile e gli impulsi che quest'ultima non avrebbe dovuto servire. Il suo 'cuore rosso' (passione) si è aperto ai sentimenti, diventando una cosa sola con la mente. Egli ha integrato il nero (erotismo) con il bianco (castità) per giungere alla fede suprema nell'essere" (Burt, K, 1988). Senza l'integrazione della dualità, l'uomo resta dominato da una scissione interiore. "Solo in quanto individuo indiviso l'uomo è in grado di continuare il proprio viaggio, approcciarsi al femminile (internamente ed esternamente) come ad un 'opposto uguale' e compiere il proprio destino creativo" (Wyly, J, 1989).
Compito dell''uomo moderno è di guarire la propria mascolinità adolescenziale. Può, infine, impegnarsi (come Parsifal) a mantenere la fedeltà del cuore (verso se stesso), la fedeltà sessuale (verso il suo partner) e la fedeltà delle azioni (negli affari).
Personalmente credo che Gesù Cristo fosse proprio come Parsifal, un uomo ribelle, istintuale, amorevole, che  diventò potente nelle battaglie di questo mondo. Quando l'uomo inizia a sperimentare la 'vera virilità', è in quel momento che inizia a reputarsi un 'buon uomo', sviluppando un carattere caloroso e diventando meno 'cool.' In quel momento si da ad obbedire alla propria autorità interiore e a perseguire l'onore interiore mediante la limpidezza della coscienza che si rispecchia in ogni sua parola e relazione. Quando un uomo riesce in tutto ciò, l'amore verso il se interiore comincia a crescere e questo amore sana il suo rapporto con il mondo esterno. L'amore ed il successo dunque non più finalizzati a ricevere amore, ma soprattutto ad 'essere amore' mediante ogni singola azione!
Ogni giorno è una ricerca.
In verità ogni nostra azione modifica il nostro carattere ed il nostro senso di stare in questo mondo. Così mentre l'uomo procede nella propria esteriore vita ordinaria, nella sua interiorità egli cavalca alla ricerca del Castello del Graal. Questa semplice ma profonda verità fa molta differenza nel modo in cui l'uomo vive la sua giornata, ed ha un impatto enorme sul suo senso della rettitudine e sulla salute del suo essere. I maestri zen incoraggiano acutamente i loro allievi a mantenere il loro specchio interiore privo di polvere. Quando un uomo fa qualcosa di sbagliato non deve correre a rifugiarsi dietro inganni e scuse banali, ma piuttosto fare uno sforzo di nobiltà per risolvere la causa in se stesso e riparare il danno sul proprio prossimo ed il mondo esteriore.
"La rinuncia al proprio ego debordante su cui ognuno di noi investe anni significativi, implica per un uomo un tremendo confronto con le persone che lo circondano ed a volte perfino l'allontanamento da parte di persone ritenute importanti" (Wyly, J. 1989). Inoltre, "sia i giovani uomini che gli uomini anziani soffrono quando la loro immagine fallica viene minacciata" (Monick, E, 1987). Tuttavia, è proprio la trasformazione della virilità adolescenziale nella vera virilità il processo che deve avvenire. Vivere da uomini 'liberi', implica il non vendere o assoggettare l'integrità della nostra anima agli stereotipi culturali.
Se l'uomo prosegue a coltivare la vecchia mentalità secondo cui ogni soluzione sia a portata di mano nel mondo esterno, oppure l'abitudine di incolpare della propria condizione sempre qualcosa al di fuori di se, allora non potrà mai essere guarito e si condanna alla solitudine e al vuoto interiore. "Spesso, un uomo culturale (artificiale, omologato, maschio adolescente) uccide la sua (nobile) natura, ed in risposta la natura lo rende impotente" (Johnson. R. 1989).

La vera virilità esige che l'uomo concili in se la parte razionale e quella irrazionale. Nella maggioranza dei casi il Cavaliere non è in grado di trovare da solo il Castello del Graal, tuttavia c'è qualcosa che intercede con il fine di indirizzarlo verso il giusto cammino (la voce interiore della coscienza) ed è  proprio quello l'aspetto irrazionale al quale affidarsi. E' Parsifal, lo 'sciocco innocente' che viaggia verso il cambiamento. Per fare questo, è necessario che l'uomo accetti l'idea di essere vulnerabile e ignorante ed abbandoni gli inganni che lo sostengono nella vita sociale. Ricordate che ogni giorno, ogni cavaliere dell'ordine interno del Castello del Graal rinnova il proprio giuramento di dare se stesso per servire il Santo Graal. Il gioco potente della vita prosegue, giorno dopo giorno, ed ogni uomo è chiamato a contribuire.
I veri eroi vivono per sempre, così come il mito di Parsifal continua a vivere nel cuore dell'uomo moderno!
Note sull'autore.
Richard A. Sanderson è docente di psicologia, scrittore freelance e custode della natura. Vive a Perth, Australia Occidentale.
A cura di Paul Howell
Articolo in lingua inglese pubblicato sul sito Howell Group
Link diretto:
Traduzione a cura di  Anticorpi.info

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