Abolito di fatto il limite del “quinto” pignorabile: pensioni integralmente aggredibili
8 aprile 2013 di Angelo Greco
Il pignoramento presso terzi della
pensione può essere effettuato ormai integralmente, con estrema
facilità, e non più nei limiti di un quinto, per come previsto invece
dalla legge.
Dopo l’approvazione del decreto legge “Salva Italia” [1], i pensionati
che subiscono un pignoramento della pensione (cosiddetto pignoramento
presso terzi) rischiano di perdere tutta la rata mensile e non più solo
un quinto come invece previsto dal codice di procedura civile [2]. Lo
stesso pericolo riguarda i lavoratori dipendenti con il salario mensile.
Si tratta di un modo ormai di fatto legalizzato per superare il limite
del “quinto pignorabile” imposto invece dal codice di procedura civile
[3] e che, ad oggi, nonostante l’allarme da noi lanciato all’alba della
nuova normativa (leggi l’articolo: “Pignoramento della pensione di anzianità sul conto corrente obbligatorio: storture del nuovo sistema”), non ha trovato ancora un correttivo nella legge.
L’obbligo del conto corrente
Come noto, la recente riforma emanata dal Governo nello scorso mese di
dicembre 2012 [1] ha imposto all’Inps di versare le pensioni superiori a
mille euro non più tramite le Poste (nelle mani del pensionato), ma in
un conto corrente bancario o postale o anche su un libretto di risparmio
(conseguenza dell’obbligo di tracciabilità dei pagamenti superiori a
mille euro). Dunque, in tali casi, i pensionati sono obbligati ad aprire
un conto corrente dove l’Inps fa automaticamente confluire le somme
dovute mensilmente.
I riflessi sul pignoramento presso terzi
Tale previsione sovverte tutta la disciplina dei pignoramenti presso
terzi. È noto, infatti, che la legge consente al creditore la
possibilità di pignorare la pensione (o i redditi di lavoro subordinato)
nella misura massima di 1/5: ma tale limite opera solo se il
pignoramento viene effettuato alla fonte, cioè direttamente a chi deve
erogare l’emolumento e procedere all’accantonamento delle quote
pignorate (l’Ente di Previdenza o il datore di lavoro).
Invece, se il pignoramento viene effettuato in un momento successivo
(anche un giorno dopo), presso la banca dove il pensionato o il
lavoratore deposita le somme, tale limite non opera più e il creditore
può pignorare tutti i risparmi che vi trova. Quindi, una volta che il
denaro si è “confuso” (anche quando il conto contiene solo redditi dello
stesso tipo, come solo la pensione o solo lo stipendio) è possibile
pignorare non più solo il quinto, ma il 100% della pensione o del
salario.
Differenze rispetto al precedente sistema
Questo era già possibile prima del decreto “Salva Italia”; ma se prima
il pensionato poteva esigere i pagamenti a mano (alla Posta), oggi
invece, con l’obbligo di versamento in conto, nessuno si può più
sottrarre al rischio di un pignoramento integrale della pensione.
Il creditore infatti potrà, anziché notificare il pignoramento all’INPS,
e accontentarsi di un quinto della mensilità, attendere pochi giorni
che l’emolumento venga accreditato in banca e lì aggredirlo
integralmente (e, se fortunato, prendere anche le precedenti mensilità,
se non ancora prelevate).
Del resto, il pensionato non ha scelta: se non apre il conto corrente, l’Inps trattiene le somme dovute.
Non si discute sul fatto che i debiti vadano pagati, ma il discorso è
un altro: se per garantire il minimo sostentamento del pensionato o del
lavoratore, la legge prevede una misura massima per il pignoramento, non
ha poi senso rendere questa stessa norma così facilmente aggirabile.
La previsione quindi del limite del quinto, a tutela della dignità
dell’uomo, rischia di essere completamente svilita e superata per causa
di una riforma che, invece, mirava solo a finalità fiscali (la
tracciabilità dei pagamenti). Insomma, come al solito, per riparare ai
problemi dell’evasione fiscale, a rimetterci è sempre il cittadino più
povero.
[1] Decreto legge “Salva Italia” n. 214/2012.
[2] Art. 545 cod. proc. civ.
http://www.laleggepertutti.it/27460_abolito-di-fatto-il-limite-del-quinto-pignorabile-pensioni-integralmente-aggredibili[/u][/b]
E meno male che continuano, alcuni più di altri, a insistere sulle leggi elettorali, su chi sarà il nuovo presidente, mentre questi insieme ad altri sono i veri problemi: certo, a monte c'è il lavoro, il potere d'acquisto ma, se poi il primo Equitalia bastardo e carogna, ti blocca la vita di una persona, di un'azienda, di una famiglia, semplicemente "perché la legge glielo permette", ecco che siamo alla vera vergogna. Ma noi non facciamo inciuci, tanto ricaviamo quanto ci serve ,ormai, da tempo:siamo duri e puri e non facciamo alleanze con nessuno. Spera solo che non ci siano nuove elezioni a breve, così che il tempo permetterà di dimenticare che se siamo ancora così, è anche colpa tua.
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