Greta è in viaggio, poverina, su di una barca a vela da regata, dormendo a turno in una delle due cuccette disponibili a bordo, defecando dentro un secchio e senza potersi lavare. Su di una imbarcazione da regata estrema costata milioni di euro, e che necessita di migliaia di ore di manutenzione per rimanere efficiente.
Io ho fatto due conti a spanne, due biglietti Stoccolma-New york costano meno di ottocento euro, sola andata, e con la rottura di coglioni di uno scalo (sempre meglio che passare settimane senza fare la doccia e defecare dentro un secchio). Praticamente altrettanti se ne spendono per il ritorno. In una settimana passa la paura, ritiri il nobel per la pace, dici due cazzate all’ONU e torni a casa a fare la terapia psicologica che agli Asperger fa tanto bene.
Invece no bambini, come si è svolto il viaggio?
Greta, la ragazza che ha due espressioni, (con e senza cartello) prende l’aereo insieme al padre, e vola da Stoccolma a Nizza.
Qui si doveva imbarcare, ma per problemi “logistici” (cosa? cagare dentro un secchio?) la coppia riprende l’aereo e vola in Inghilterra. Da qui finalmente parte con la famosa barca a vela, che intanto ha fatto il giro passando per Gibilterra: in una settimana circa dovrebbe arrivare. E siamo già a quattro biglietti aerei.
Ora, a bordo ci sono: la poverina, il padre disgraziato, un documentarista , il principe di Monaco Casiraghi e il proprietario della barca (un imprenditore tedesco). Tutti e cinque sbarcheranno a New York, Greta e suo padre sbrigheranno le loro faccende e torneranno in Europa su di una nave portacontainers, gli accordi si stanno svolgendo proprio adesso.
E gli altri? Beh, torneranno in Francia (o dove cazzo vogliono) in aereo. Un nuovo equipaggio, da due a cinque persone, prenderà l’aereo direzione New York per riportare l’imbarcazione nel porto di Monaco.
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