martedì 6 agosto 2019

Dow Jones -2.9%, S&P 500 -2.98%, Nasdaq -3.4%, Russell 2000 -3.02%, al 2019-08-05.

«Un cane nuotava per il fiume, portando in bocca un pezzo di carne. Ad un tratto vide la sua immagine nello specchio delle acque e, credendo che un altro cane portasse una seconda preda, volle strappargliela. Ma la sua avidità fu punita: lasciò cadere il cibo che teneva in bocca e non riuscì neppure a toccare quello che desiderava.» [Fedro]


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Di questi tempi gli indici azionari forniscono ampi elementi ai media, ma, stranamente, è alquanto difficile che la gente sappia cosa rappresentano e come li si calcoli. Questo porta a non riuscire a comprendere cosa stia accadendo nei fatti.

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«Gli indici azionari sono la sintesi del valore del paniere di titoli azionari che rappresentano. I movimenti dell’indice sono una buona approssimazione del variare nel tempo della valorizzazione dei titoli compresi nel portafoglio. Esistono differenti metodologie di calcolo degli indici, a seconda della ponderazione che viene attribuita alle azioni del paniere.

Si distingue tra:

    – Indici equally weighted: questi sono caratterizzati dall’uguaglianza dei fattori di ponderazione per tutti i titoli che compongono l’indice. Non importa la capitalizzazione delle società incluse, perché tutti i titoli dell’indice hanno il medesimo peso;

    – Indici price weighted: in questo caso il peso associato ad ogni titolo varia in funzione del suo prezzo (se il prezzo di un titolo aumenta più degli altri, automaticamente aumenta anche il suo peso all’interno dell’indice). Essi sono molto semplici da calcolare in quanto sono dati dalla semplice somma dei prezzi dei titoli che compongono l’indice. Tali indici, tuttavia, hanno lo svantaggio di non rispecchiare correttamente l’andamento dell’intero portafoglio: infatti vengono rappresentati maggiormente i titoli più “costosi”, a prescindere dal numero di azioni presenti e dalle dimensioni della società;

    – Indici value weighted: Questi risolvono i problemi dei precedenti in quanto il peso di ciascun titolo risulta proporzionale alla sua capitalizzazione di borsa. Al contrario delle altre metodologie di calcolo, in questo caso gli indici vengono aggiustati e rettificati a seguito di operazioni societarie quali frazionamenti, raggruppamenti, pagamento di dividendi straordinari, scissioni, assegnazioni gratuite o nuove emissioni a pagamento.

    – Indici di sostenibilità: Questi indici, nati nella finanza anglosassone (Sustainability Index), sono ormai molto diffusi e pesano ciascun titolo secondo principi alternativi ai criteri economici e dimensionali ed introducono valutazioni di CSR o più puramente socio-ambientali. Molto spesso sono indici elaborati dalle stesse case che elaborano gli indici maggiori, come il Dow Jones Sustainability World Index o lo STOXX ESG, o di case indipendenti come lo Standard Ethics Italian Index.

La maggior parte dei principali indici mondiali sono pertanto calcolati con la metodologia value weighted. Tra questi ricordiamo gli americani S&P 500 e gli indici Nyse Composite, l’italiano FTSE MIB (in vigore dal 1º giugno 2009 per Borsa Italiana in seguito alla sua acquisizione da parte di LSE annunciata il 23 giugno 2007 ed avvenuta nell’ottobre dello stesso anno, sostituendo il precedente S&P Mib), il FTSE 100 (UK), il CAC 40 (Francia), il DAX 30 (Germania) ed il Topix (Giappone). Tra i pochi indici price weighted rimasti, i due più importanti sono il Dow Jones (USA), l’indice di borsa più antico della storia, il Nikkei 225 (Giappone), e il Shanghai Stock Exchange Composite Index (SHCOMP).»

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Il Nasdaq Composite non fa riferimento solo a compagnie che risiedono negli Stati Uniti d’America, ed è questa una caratteristica che lo distingue notevolmente dagli altri U.S. Index.

«The Russell 2000 Index is a small-cap stock market index of the bottom 2,000 stocks in the Russell 3000 Index. It was started by the Frank Russell Company in 1984. The index is maintained by FTSE Russell, a subsidiary of the London Stock Exchange Group.

The Russell 2000 is by far the most common benchmark for mutual funds that identify themselves as “small-cap”, while the S&P 500 index is used primarily for large capitalization stocks. It is the most widely quoted measure of the overall performance of the small-cap to mid-cap company shares. The index represents approximately 8% of the total market capitalization of the Russell 3000 Index. As of 28 February 2019, the weighted average market capitalization for a company in the index is around $2.43 billion; the median market cap is $818 million. The market cap of the largest company in the index is $8.65 billion. It first traded above the 1,000 level on May 20, 2013.

Similar small-cap indices include the S&P 600 from Standard & Poor’s, which is less commonly used, along with those from other financial information providers.»

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Un altro concetto di particolare utilità è rappresentato dalla ‘capitalizzazione azionaria‘.

«In finanza, il termine capitalizzazione fa riferimento al valore di mercato delle azioni di una società; è calcolato moltiplicando il numero di azioni per il loro prezzo di mercato – che può differire anche di molto dal loro valore nominale. Poiché le azioni in circolazione vengono acquistate e vendute nei mercati pubblici, la capitalizzazione azionaria potrebbe essere utilizzata come indicatore dell’opinione pubblica sul patrimonio netto di un’impresa ed è un fattore determinante in alcune forme di valutazione delle azioni.

La capitalizzazione riflette solo il valore patrimoniale di una società. La scelta della struttura del capitale di un’impresa ha un impatto significativo sul modo in cui viene ripartito il valore complessivo di un’impresa tra capitale e debito. Una misura più completa è il valore dell’impresa, che ha effetto sul debito in circolazione, sulle azioni privilegiate e su altri fattori.

Per le compagnie di assicurazione, è stato utilizzato un valore chiamato “valore incorporato”.La capitalizzazione azionaria è utilizzata dalla comunità degli investitori per classificare le dimensioni delle aziende (a fianco alle vendite o al totale delle attività), o per classificare le dimensioni relative delle borse, essendo una misura della somma delle capitalizzazioni di mercato di tutte le società quotate in ciascuna borsa. Nell’esecuzione di tali classifiche, le capitalizzazioni di mercato sono calcolate in una data significativa, come il 30 giugno o il 31 dicembre.

La capitalizzazione totale dei mercati azionari o delle regioni economiche può essere confrontata con altri indicatori economici. La capitalizzazione di mercato totale di tutte le società quotate in borsa nel mondo era di 51,2 trilioni di dollari nel gennaio 2007 ed è salito fino a 57.5 trilioni di dollari nel maggio 2008 prima di scendere sotto i 50 trilioni di dollari nell’agosto 2008 e leggermente sopra i 40 trilioni di dollari nel settembre 2008. Nel 2014 e 2015, la capitalizzazione di mercato globale è stata rispettivamente di 68 e di 67 trilioni di dollari statunitensi.»

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Alcune sintetiche considerazioni, scritte senza utilizzare terminologia tecnica, per farsi meglio capire.

– Il cuore del problema risiede nel fatto che

«la capitalizzazione azionaria potrebbe essere utilizzata come

indicatore dell’opinione pubblica sul patrimonio netto di un’impresa».

Le quotazioni di borsa hanno sempre un fondamento puramente soggettivo. Nei periodi di euforia, quasi invariabilmente le quotazioni azionarie, e quindi le capitalizzazioni, superano anche di diversi ordini di grandezza il reale valore delle società. Nei periodi invece di panico, le capitalizzazioni scendono, talora crollano.

– Per quanto possa sembrare strano, anche i grandi investitori operano quasi di norma sull’onda della emotività.

– Trovare un consulente finanziario che sfrutti l’altrui emotività per trarne guadagni, ma che, stando bene con i piedi sulla terra, sappia ritirarsi quando le quotazioni borsistiche superano i valori di soglia, è la chiave di volta per arricchirsi.

– Il metro sovrano per identificare il buon consulente finanziario è il grado di ricchezza che ha conseguito in proprio, per sé stesso: ben difficilmente un consulente finanziario che non abbia saputo arricchirsi potrebbe fare guadagnare i propri clienti. Che vada bene, farà gli interessi della banca.

– Ci si guardi attentamente dalla ingordigia

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Differenze tra gli indici S&P 500, Dow Jones, Nasdaq, Russell Index

In questa guida che fa seguito alla guida fintech e le prospettive d’investimento dirompenti per i prossimi anni, parleremo degli indici S&P 500, Dow Jones, Nasdaq e degli Indici Russell, della loro composizione, come si calcolano e nozioni storiche.

Mettiti comodo che iniziamo.

Cos’è il Dow Jones Industrial Average (DJIA)

Comunemente noto come Dow Jones è l’indice storico della Borsa di New York, inventato da Charles Dow e dal socio Edward Jones nel 1896. L’indice rappresenta le prime 30 aziende del NYSE e tra esse troviamo Walt Disney Company, Exxon Mobil Corporation, Microsoft Corporation.

Inizialmente il Dow includeva solo 12 compagnie statunitense, ma per l’epoca rappresentavano una buona fetta dell’economia, che in prevalenza copriva il settore industriale e delle materie prime: gas, petrolio, zucchero, cotone, ferrovie, tabacco.

A partire dal 1928 l’indice ha raggiunto i 30 componenti che nel tempo sono variati ben 51 volte. L’ultima variazione è avvenuta il 26 giugno 2018, quando la Walgreens Boots Alliance Inc. ha sostituito la General Electric Company.

Come viene calcolato il Dow Jones. L’indice è ponderato in base al prezzo, quindi le azioni con maggiori quotazioni azionarie pesano di più all’interno del Dow Jones. Inizialmente la media veniva calcolata aggiungendo i prezzi delle 12 scorte del componente Dow e dividendo per 12. A causa di fusioni e scissioni, nel tempo sono state aggiunte divisioni e sottrazioni all’indice per tenere conto di queste variazioni.

Le maggiori società del Dow Jones attuale

– The 3M Company.

– Apple Inc.

– The Boeing Company.

– Johnson & Johnson.

– JPMorgan Chase & Co.

– Nike Inc.

– McDonald’s Corporation.

– Visa Inc.

– Walmart Inc.

Cos’è il Nasdaq

Il Nasdaq è una Borsa con sede a New York in Times Square, l’acronimo sta per National Association of Securities Dealers Automated Quotation. La sua caratteristica peculiare risiede nel fatto di essere il primo mercato borsistico al mondo completamente basato su una rete di computer.

L’indice più famoso del mercato è il Nasdaq Composite Index che rappresenta oltre 3.300 azioni ordinarie tra cui: common stock, fondi comuni di investimento mobiliare (REIT), ecc.

Il Nasdaq Composite non fa riferimento solo a compagnie che risiedono negli Stati Uniti d’America, ed è questa una caratteristica che lo distingue notevolmente dagli altri U.S. Index.

Per calcolare il Nasdaq Composite Index si usa una metodologia di ponderazione della capitalizzazione di mercato. Il valore dell’indice è quindi pari al valore totale dei pesi delle azioni di ciascun titolo. Il totale viene regolato dividendolo per un divisore di indice, che ridimensiona il valore in una figura più appropriata. L’indice varia ogni secondo, ma il valore di riferimento di giornata è quello delle ore 16:16.

Cos’è l’Indice Standard & Poor’s 500 (S&P 500)

L’indice Standard & Poor’s 500 (S&P 500) è un indice ponderato delle 500 più grandi compagnie statunitensi quotate alla Borsa di New York, negli indici Nasdaq e Dow Jones presentati in precedenza. Esso è uno dei numerosi indici “coniati” dalla società di rating Standard & Poor’s.

Il criterio di scelta delle compagnie che ne entrano a far parte è molto semplice, le prime 500 per capitalizzazione di mercato, scelte dal Comitato di gestione dell’indice S&P 500.

L’indice è il miglior indicatore dell’andamento dei titoli azionari delle più grandi società USA quotate in borsa.

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