martedì 20 agosto 2019

L’ALTRA COMPLICE DI EPSTEIN – NEL MOSSAD

L’imbarazzo di  Ehud Barak,  sorpreso  tempo fa dai paparazzi mentre, col volto coperto, entra nella magione del Jeffrey Epstein il defunto  sessuomane e  procacciatore di ragazzine, può  essere dovuto (anche)   a motivi  meno  ovvi di quel che sembrano.
Ehud Barak , 76 anni, è stato il decimo premier israeliano; ma, prima, un generale d’elite,  14mo capo di Stato  Maggiore di  Tsahal,  e prima ancora, durante gli anni ’70,  autore di brillanto colpi di mano a capo di commandos in operazioni segrete; in una, famosa, dove mascherato da donna uccise diversi dirigenti dell’OLP .

Il punto è che Barak è socio di un singolare ditta,  che raccoglie dati, con una delle affascinante donne che sono apparse a fianco del defunto Epstein, e collegano direttamente il suicidato ad una rete parallela del Mossad. No,  non solo l’ovvia Ghislaine Maxwell, la sua “madame” (come si dice nei bordelli) figlia della spia  israeliana ed editore  Robert Maxwell, morto in  circostanze discutibili e sepolto con tutti gli onori del governo a Gerusalemme.
No. S’introduca qui la snella figura di un’altra ebrea bellissima, una vera Bond Girl, e  allo stesso tempo fortunata donna d’affari, che lavora per  Sion: Nicole Junkermann.
Nata a Dusseldorf nel 1975, laurea all’Università di Monaco e post-dottorato ad Harvard,  poliglotta, è  stata effettivamente una modella. Ma ben  presto s’è distinta in certi settori del business che hanno suscitato  già  in passato  domande. Nel 1998  fonda e  dirige la Winamax, una  delle prime (forse  la prima) piattaforma per il gioco d’azzardo online – un’attività ancora non regolamentata  – con cui fa probabilmente i primi milioni. Abbastanza da entrare  nella proprietà della Infront Sports and Media, a fianco di Robert Louis-Dreyfus (j,  miliardario  erede  di uno degli oligopoli mondiali del grano, lui  alla testa di Saatchi e Saatchi e di Adidas) e  gli svizzeri  Jacobs (j, padroni di Adecco ed altre ditte).
Una ditta valutata  600 milioni di euro, la “Infront Sport &  Media”.  Se  non ne avete mai sentito parlare, non è  colpa vostra:  basti dire che era gestita dalla famiglia Blatter,e precisamente da Philippe Blatter nipote di Sepp Blatter, l’allora presidente della FIFA, la corrotta e miliardaria entità che gestisce  il ricchissimo affare del calcio. Travolto il Blatter dallo scandalo noto ai tifosi, la bella Junkermann  fa ottenere alla sua “Infront” i diritti per la Coppa del Mondo FIFA 2006: diritti TV e altri esclusive miliardarie sono in mano sua. Ancora nel 2011 la  FIFA ha concesso alla Infront  i  diritti tv per i mondiali 2018 e 2022 sui mercati asiatici. Un lucroso monopolio.
Gli incontri della Junkermann con Epstein non hanno nulla di pubblico, e nemmeno (forse) di sessuale. Che i due si conoscessero, risulta dai flight-log dell’aereo  noto come “Lolita Express”. Dove  il giornalista Johnny Wedmore ha  scoperto che  Nicole ha  volato due volte: la prima  il 22 marzo 2002, e a bordo c’erano lei,  Epstein, Sean Koo e un altro passeggero;  l’altro  volo,  sabato 31 agosto 2002, Jeffrey Epstein e Nicole Junkermann sono soli sull’aereo e sono decollati  da  Parigi e atterrati all’aeroporto di Birmingham.
E’ raro che Epstein volasse sul suo aereo con un solo passeggero.   Null’altro sappiamo dei motivi del loro viaggio a Birmingham,  probabilmente d’affari. Nicole  aveva appena conseguito il post-dottorato ad Harvard e Epstein,  di cui sappiamo  il desiderio di farsi apprezzare negli ambienti scientifici ed accademici, stava per  fare ad Harvard una donazione di 30 mila dollari.
Il punto è che, dopo, Nicole crea una finanziaria privata specializzata in media e sport,  con cui raccoglie 242 milioni di dollari  e  con cui compra  la già  citata “Infront Sport & Media”   – che poi vende nel 2001 a Bridgepoint, per 600 milioni. Da   quale momento è tutta una girandola di investimenti nelle più disparate attività, dalla birra alla cosmetica, dagli articoli sportivi all’Intelligenza Artificiale: per lo più start-up.  Il giornalista cita:Shanghai Really Sports, Ziggurat, Thousand-Child, Aloha, Jobbio, Emoticast, Elvie, Auctionata, Coindrum, Spoon Guru, Optiopay, Grabyo, Magnum Global Ventures, Songza, tausendkind, Revolut, Sentient Technologies, Here be Dragons, Colonna sonora del tuo marchio, Groq, Catapult, Delivery Club, Relate IQ, DollarShaveClub, Bruhouse Brewery, Cage Warriors, Eagle Alpha, Gokixx, Rebuy.de, Travelbird, Healthtech Digital, OWKIN, Reporty Homeland Security e Carbyne911. 
Attenzione alle ultime due imprese:  Reporty Homeland Security è  il vecchio nome della nuova “Carbyne 911”.  E’ una piattaforma internet.   Cosa vende? Una app  che – secondo la sua stessa promozione  consente, a  chi chiama  il numero di emergenza ‘911” (l’equivalente del nostro 112)  “di collegare le funzionalità del proprio smartphone all’operatore di emergenza, in modo che l’operatore possa valutare la natura dell’emergenza e smistare la richiesta di soccorso al servizio più adatto. I dati sulla posizione, l’audio, la telecamera, e  l’accesso al video possono essere condivisi …”
Tra le utilissime funzioni ci sono anche queste: la app  può raccogliere anche dati  di una telefonata interrotta o persa.   Carichi  l’app sul tuo telefonino, ed essa ti “vede” anche se stai all’interno di una casa o in un’auto, e vede le  auto circostanti –  da  cui può carpire altre informazioni.  Usa la tua telecamera e vede esattamente se sei in difficoltà,   se qualcuno ti aggredisce, o se ti ha preso un infarto; o se   hai ricevuto una telefonata minatoria, risale a  quel numero .  Insomma,  sarai la persona più sicura del mondo. Naturalmente,. La app di Carbyne, per proteggerti così bene, deve avere tutti i  tuoi dati istante per istante. Ma è un prezzo  giusto da pagare, vero?
Una  lieve ombra però oscura la  bontà di una app tanto innocente ed umanitaria, quando si  guarda  chi la dirige.
Ehud Barak, l’ex generale e primo ministro, è il “presidente e investitore” nella ditta  della ragazza.
Amir Elichai, “fondatore e CEO” è un ex ufficiale dell’esercito israeliano, forze speciali, in ausilio ai servizi.
Alex Dizengof, lo sviluppatore degli algoritmi, ha sviluppato  algoritmi di   “apprendimento” per i robot e le piattaforme militari mobili, e   ha creato  software per la sicurezza informatica del primo ministro israeliano.
Pinchas Buchris, generale di brigata,  è stato vice-comandante dell’unità israeliana di  cyber-intelligence “IDF 8200”.
Insomma affiancano la bella Junkermann i più formidabili agenti dello spionaggio israeliano “umano” e “digitale” –  in una microscopica start-up,  ha senso? Sì  perché la app  “per  le chiamate d’emergenza”  della Carbyn  non viene offerta certo ai privai singoli, ma agli stati e ai servizi pubblici di interi paesi.
Infatti, a fine 2018, il sottosegretario britannico alla Sanità e Assistenza Sociale, Matt Hancock, ha chiamato   Nicole nel comitato consultivo di “Healthtech”, un organismo statale  neonato che “esaminerà come il Servizio Sanitario Nazionale possa sfruttare al meglio il potenziale della tecnologia digitale e  creare una cultura dell’innovazione”.  Ciò significa,  spiega  Vedmore,  dare l’accesso  ai dati  del  SSN, ossia alle informazioni personali e private di tutti  i  cittadini britannici nessuno escluso.
I dati personali, questa  miniera  dell’era digitale,  hanno oggi un  valore inestimabile. In fondo anche Epstein va ricordato come raccoglitore di dati personali  compromettenti, quindi utilissimi.
La  Carbyne si dimostra una delle tante impresine innovative messe in piedi  da agenti ed ex agenti di Sion, che commercializzano le trovate sperimentate contro i palestinesi,  con gran vantaggio sia per il portafoglio loro che per Sion.
Per esempio si scoprì che tutti gli aeroporti americani coinvolti  in qualunque modo nell11 settembre 2001 –  da cui partirono i quattro aerei dirottati  –   avevano affidato la  security e il controllo-passeggeri  alla ICTS, un’agenzia “olandese”   fondata da tale Ezra Harel, israeliano, che impiegava  per il lavoro ex  agenti dello Shin-bet (sicurezza interna) di Sion.  Dunque fu la ICTS a  far passare i   “terroristi arabi”  quel giorno.  Per nulla intaccata da tanto clamoroso insuccesso, si scoprì che la ICTS  di Ezra   aveva l’appalto  della security anche dell’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, e lo  si scoprì  perché lasciò  passare,  il 22 dicembre 2001,  Richard Reid,  un britannico disturbato mentale “convertito all’Islam” che aveva  una bombetta nella scarpa. Quando,  nel 2009, un altro  terrorista  islamico, Umar Farouk Abdulmutallab,  cercò di  farsi esplodere con una bomba che  teneva nelle mutande,  sul volo  Northwest  253   da Amsterdam a  Tel Aviv , si scoprì che anche l’aeroporto di Amsterdam  era  sorvegliato  dalla ICTS e dai suoi  addetti ex Shin-beth.  Ovviamente la ditta ha una fioliale in Italia: http://www.ictsitalia.it/
E  non è tutto. Quando, dopo l’11 settembre, gli Stati Uniti resero obbligatorio standard mondiale per ogni stato e aeroporto nel mondo dotarsi del  macchinoso apparato di scanner dei corpi dei passeggeri e dei bagagli, ad  avere la esclusiva mondiale della fornitura di apparati fu una ditta  “indiana”, OSI Systems , rappresentata  nel mondo dalla ditta di consulenza “ Chertoff Group, fondata giustappunto dall’ex ministro Michael Chertoff,l’israelo-americano  che l’11 Settembre si trovava ad essere procuratore di New York  ed in questa veste espulse  dagli Usa per   aver lavorato senza permesso  (salvandoli dagli  interrogatori dell’FBI) gli “israeliani danzanti”,  ossia gli scaricatori della ditta di traslochi Urban Moving System beccati a festeggiare e  fotografarsi sullo sfondo delle Towers in fiamme.  Il fondatore della ditta,  l’israeliano Dominik Suter, era fuggito in Israele prima che l’FBI lo interrogasse.
In premio, il presidente Bush jr. fece Chertoff capo del nuovo ministero appositamente creato, la Homeland Security –  l’ente che fra l’altro rese obbligatori nel  mondo gli scanner aeroportuali. Scaduto dalla  prestigiosa carica  pubblica, Chertoff   ha trovato una nuova occupazione  nel business degli scanner aeroportuali: un business da miliardi. Pensate che ogni volta che  passate e ripassate, senza cintura né orologio  nel body scanner , rendete più  ricco il signor Chertoff.
Michael Chertoff
http://www.allgov.com/news/where-is-the-money-going/body-scanners-create-profits-for-chertoff-and-others?news=841793
Dall’11 Settembre, le  ditte israeliane  di  “ex Mossad” hanno questo carattere costante: si inseriscono opportunisticamente a  soddisfare l’offerta di cui i loro “terroristi islamici” hanno creato la domanda.    E’ il trionfo del mercato.

La “ridondanza” informativa  e suoi vantaggi 

D’accordo, ma potreste pensare: cosa se  ne fanno, poniamo, dei dati  del SSN britannico, di questa immane massa di  cartelle cliniche di sessanta milioni di  Nessuno? Come fanno a  trarne le poche e rare informazioni preziose?   Perché?  Si vede bene che non siete nel ramo.    L’eccesso  di informazioni apparentemente inutili,   la “ridondanza” in termine  tecnico, è  una delle  cose da cui i servizi  ben gestiti traggono enormi benefici.

Per esempio: Ehud Barak, l’ex   ministro, aveva appena espresso l’intenzione di tornare alla politica in Israele per battersi contro Netanyahu, che ecco – appaiono le  sue foto  (sembra, risalenti al 2006)   mentre furtivamente, con il volto semi-coperto, e  con vistoso imbarazzo,  entra nella magione di Epstein a Manhattan  – che era , ora si scopre, un casino di minorenni.    Cosa serviva – vi direte – piazzare anche una telecamera fissa davanti alla porta di Epstein, oltre tutte  le informazioni  che già dava il  defunto?  Ecco la risposta: “ridondanza”.  Netanyahu ha  la disponibilità di quella videocamera fissa, ed ora il suo possibile avversario politico è distrutto. Meno come sporcaccione, che come spia un tempo famosa per i riusciti travestimenti, ed ora che si fa sorprendere come un dilettante.
Lo scoop  che ha rovinato Ehud  Barak . La foto è stata passata  al Daily Mail da  Bibi? C’era una telecamera fissa sulla porta ….

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