L’imbarazzo di Ehud Barak, sorpreso tempo fa dai paparazzi mentre, col volto coperto, entra nella magione del Jeffrey Epstein il defunto sessuomane e procacciatore di ragazzine, può essere dovuto (anche) a motivi meno ovvi di quel che sembrano.
Ehud Barak , 76 anni, è stato il decimo premier israeliano; ma, prima, un generale d’elite, 14mo capo di Stato Maggiore di Tsahal, e prima ancora, durante gli anni ’70, autore di brillanto colpi di mano a capo di commandos in operazioni segrete; in una, famosa, dove mascherato da donna uccise diversi dirigenti dell’OLP .
Il punto è che Barak è socio di un singolare ditta, che raccoglie dati, con una delle affascinante donne che sono apparse a fianco del defunto Epstein, e collegano direttamente il suicidato ad una rete parallela del Mossad. No, non solo l’ovvia Ghislaine Maxwell, la sua “madame” (come si dice nei bordelli) figlia della spia israeliana ed editore Robert Maxwell, morto in circostanze discutibili e sepolto con tutti gli onori del governo a Gerusalemme.
No. S’introduca qui la snella figura di un’altra ebrea bellissima, una vera Bond Girl, e allo stesso tempo fortunata donna d’affari, che lavora per Sion: Nicole Junkermann.
Nata a Dusseldorf nel 1975, laurea all’Università di Monaco e post-dottorato ad Harvard, poliglotta, è stata effettivamente una modella. Ma ben presto s’è distinta in certi settori del business che hanno suscitato già in passato domande. Nel 1998 fonda e dirige la Winamax, una delle prime (forse la prima) piattaforma per il gioco d’azzardo online – un’attività ancora non regolamentata – con cui fa probabilmente i primi milioni. Abbastanza da entrare nella proprietà della Infront Sports and Media, a fianco di Robert Louis-Dreyfus (j, miliardario erede di uno degli oligopoli mondiali del grano, lui alla testa di Saatchi e Saatchi e di Adidas) e gli svizzeri Jacobs (j, padroni di Adecco ed altre ditte).
Una ditta valutata 600 milioni di euro, la “Infront Sport & Media”. Se non ne avete mai sentito parlare, non è colpa vostra: basti dire che era gestita dalla famiglia Blatter,e precisamente da Philippe Blatter nipote di Sepp Blatter, l’allora presidente della FIFA, la corrotta e miliardaria entità che gestisce il ricchissimo affare del calcio. Travolto il Blatter dallo scandalo noto ai tifosi, la bella Junkermann fa ottenere alla sua “Infront” i diritti per la Coppa del Mondo FIFA 2006: diritti TV e altri esclusive miliardarie sono in mano sua. Ancora nel 2011 la FIFA ha concesso alla Infront i diritti tv per i mondiali 2018 e 2022 sui mercati asiatici. Un lucroso monopolio.
Gli incontri della Junkermann con Epstein non hanno nulla di pubblico, e nemmeno (forse) di sessuale. Che i due si conoscessero, risulta dai flight-log dell’aereo noto come “Lolita Express”. Dove il giornalista Johnny Wedmore ha scoperto che Nicole ha volato due volte: la prima il 22 marzo 2002, e a bordo c’erano lei, Epstein, Sean Koo e un altro passeggero; l’altro volo, sabato 31 agosto 2002, Jeffrey Epstein e Nicole Junkermann sono soli sull’aereo e sono decollati da Parigi e atterrati all’aeroporto di Birmingham.
E’ raro che Epstein volasse sul suo aereo con un solo passeggero. Null’altro sappiamo dei motivi del loro viaggio a Birmingham, probabilmente d’affari. Nicole aveva appena conseguito il post-dottorato ad Harvard e Epstein, di cui sappiamo il desiderio di farsi apprezzare negli ambienti scientifici ed accademici, stava per fare ad Harvard una donazione di 30 mila dollari.
Il punto è che, dopo, Nicole crea una finanziaria privata specializzata in media e sport, con cui raccoglie 242 milioni di dollari e con cui compra la già citata “Infront Sport & Media” – che poi vende nel 2001 a Bridgepoint, per 600 milioni. Da quale momento è tutta una girandola di investimenti nelle più disparate attività, dalla birra alla cosmetica, dagli articoli sportivi all’Intelligenza Artificiale: per lo più start-up. Il giornalista cita:Shanghai Really Sports, Ziggurat, Thousand-Child, Aloha, Jobbio, Emoticast, Elvie, Auctionata, Coindrum, Spoon Guru, Optiopay, Grabyo, Magnum Global Ventures, Songza, tausendkind, Revolut, Sentient Technologies, Here be Dragons, Colonna sonora del tuo marchio, Groq, Catapult, Delivery Club, Relate IQ, DollarShaveClub, Bruhouse Brewery, Cage Warriors, Eagle Alpha, Gokixx, Rebuy.de, Travelbird, Healthtech Digital, OWKIN, Reporty Homeland Security e Carbyne911.
Attenzione alle ultime due imprese: Reporty Homeland Security è il vecchio nome della nuova “Carbyne 911”. E’ una piattaforma internet. Cosa vende? Una app che – secondo la sua stessa promozione consente, a chi chiama il numero di emergenza ‘911” (l’equivalente del nostro 112) “di collegare le funzionalità del proprio smartphone all’operatore di emergenza, in modo che l’operatore possa valutare la natura dell’emergenza e smistare la richiesta di soccorso al servizio più adatto. I dati sulla posizione, l’audio, la telecamera, e l’accesso al video possono essere condivisi …”
Tra le utilissime funzioni ci sono anche queste: la app può raccogliere anche dati di una telefonata interrotta o persa. Carichi l’app sul tuo telefonino, ed essa ti “vede” anche se stai all’interno di una casa o in un’auto, e vede le auto circostanti – da cui può carpire altre informazioni. Usa la tua telecamera e vede esattamente se sei in difficoltà, se qualcuno ti aggredisce, o se ti ha preso un infarto; o se hai ricevuto una telefonata minatoria, risale a quel numero . Insomma, sarai la persona più sicura del mondo. Naturalmente,. La app di Carbyne, per proteggerti così bene, deve avere tutti i tuoi dati istante per istante. Ma è un prezzo giusto da pagare, vero?
Una lieve ombra però oscura la bontà di una app tanto innocente ed umanitaria, quando si guarda chi la dirige.
Ehud Barak, l’ex generale e primo ministro, è il “presidente e investitore” nella ditta della ragazza.
Amir Elichai, “fondatore e CEO” è un ex ufficiale dell’esercito israeliano, forze speciali, in ausilio ai servizi.
Alex Dizengof, lo sviluppatore degli algoritmi, ha sviluppato algoritmi di “apprendimento” per i robot e le piattaforme militari mobili, e ha creato software per la sicurezza informatica del primo ministro israeliano.
Pinchas Buchris, generale di brigata, è stato vice-comandante dell’unità israeliana di cyber-intelligence “IDF 8200”.
Insomma affiancano la bella Junkermann i più formidabili agenti dello spionaggio israeliano “umano” e “digitale” – in una microscopica start-up, ha senso? Sì perché la app “per le chiamate d’emergenza” della Carbyn non viene offerta certo ai privai singoli, ma agli stati e ai servizi pubblici di interi paesi.
Infatti, a fine 2018, il sottosegretario britannico alla Sanità e Assistenza Sociale, Matt Hancock, ha chiamato Nicole nel comitato consultivo di “Healthtech”, un organismo statale neonato che “esaminerà come il Servizio Sanitario Nazionale possa sfruttare al meglio il potenziale della tecnologia digitale e creare una cultura dell’innovazione”. Ciò significa, spiega Vedmore, dare l’accesso ai dati del SSN, ossia alle informazioni personali e private di tutti i cittadini britannici nessuno escluso.
I dati personali, questa miniera dell’era digitale, hanno oggi un valore inestimabile. In fondo anche Epstein va ricordato come raccoglitore di dati personali compromettenti, quindi utilissimi.
La Carbyne si dimostra una delle tante impresine innovative messe in piedi da agenti ed ex agenti di Sion, che commercializzano le trovate sperimentate contro i palestinesi, con gran vantaggio sia per il portafoglio loro che per Sion.
Per esempio si scoprì che tutti gli aeroporti americani coinvolti in qualunque modo nell11 settembre 2001 – da cui partirono i quattro aerei dirottati – avevano affidato la security e il controllo-passeggeri alla ICTS, un’agenzia “olandese” fondata da tale Ezra Harel, israeliano, che impiegava per il lavoro ex agenti dello Shin-bet (sicurezza interna) di Sion. Dunque fu la ICTS a far passare i “terroristi arabi” quel giorno. Per nulla intaccata da tanto clamoroso insuccesso, si scoprì che la ICTS di Ezra aveva l’appalto della security anche dell’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, e lo si scoprì perché lasciò passare, il 22 dicembre 2001, Richard Reid, un britannico disturbato mentale “convertito all’Islam” che aveva una bombetta nella scarpa. Quando, nel 2009, un altro terrorista islamico, Umar Farouk Abdulmutallab, cercò di farsi esplodere con una bomba che teneva nelle mutande, sul volo Northwest 253 da Amsterdam a Tel Aviv , si scoprì che anche l’aeroporto di Amsterdam era sorvegliato dalla ICTS e dai suoi addetti ex Shin-beth. Ovviamente la ditta ha una fioliale in Italia: http://www.ictsitalia.it/
E non è tutto. Quando, dopo l’11 settembre, gli Stati Uniti resero obbligatorio standard mondiale per ogni stato e aeroporto nel mondo dotarsi del macchinoso apparato di scanner dei corpi dei passeggeri e dei bagagli, ad avere la esclusiva mondiale della fornitura di apparati fu una ditta “indiana”, OSI Systems , rappresentata nel mondo dalla ditta di consulenza “ Chertoff Group, fondata giustappunto dall’ex ministro Michael Chertoff,l’israelo-americano che l’11 Settembre si trovava ad essere procuratore di New York ed in questa veste espulse dagli Usa per aver lavorato senza permesso (salvandoli dagli interrogatori dell’FBI) gli “israeliani danzanti”, ossia gli scaricatori della ditta di traslochi Urban Moving System beccati a festeggiare e fotografarsi sullo sfondo delle Towers in fiamme. Il fondatore della ditta, l’israeliano Dominik Suter, era fuggito in Israele prima che l’FBI lo interrogasse.
In premio, il presidente Bush jr. fece Chertoff capo del nuovo ministero appositamente creato, la Homeland Security – l’ente che fra l’altro rese obbligatori nel mondo gli scanner aeroportuali. Scaduto dalla prestigiosa carica pubblica, Chertoff ha trovato una nuova occupazione nel business degli scanner aeroportuali: un business da miliardi. Pensate che ogni volta che passate e ripassate, senza cintura né orologio nel body scanner , rendete più ricco il signor Chertoff.
Dall’11 Settembre, le ditte israeliane di “ex Mossad” hanno questo carattere costante: si inseriscono opportunisticamente a soddisfare l’offerta di cui i loro “terroristi islamici” hanno creato la domanda. E’ il trionfo del mercato.
La “ridondanza” informativa e suoi vantaggi
D’accordo, ma potreste pensare: cosa se ne fanno, poniamo, dei dati del SSN britannico, di questa immane massa di cartelle cliniche di sessanta milioni di Nessuno? Come fanno a trarne le poche e rare informazioni preziose? Perché? Si vede bene che non siete nel ramo. L’eccesso di informazioni apparentemente inutili, la “ridondanza” in termine tecnico, è una delle cose da cui i servizi ben gestiti traggono enormi benefici.
Per esempio: Ehud Barak, l’ex ministro, aveva appena espresso l’intenzione di tornare alla politica in Israele per battersi contro Netanyahu, che ecco – appaiono le sue foto (sembra, risalenti al 2006) mentre furtivamente, con il volto semi-coperto, e con vistoso imbarazzo, entra nella magione di Epstein a Manhattan – che era , ora si scopre, un casino di minorenni. Cosa serviva – vi direte – piazzare anche una telecamera fissa davanti alla porta di Epstein, oltre tutte le informazioni che già dava il defunto? Ecco la risposta: “ridondanza”. Netanyahu ha la disponibilità di quella videocamera fissa, ed ora il suo possibile avversario politico è distrutto. Meno come sporcaccione, che come spia un tempo famosa per i riusciti travestimenti, ed ora che si fa sorprendere come un dilettante.
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