Il primo aprile andrà, in modo affrettato ed all’ultimo momento, in votazione la proposta di direttiva sulla “Gestione dei crediti e la creazione di un mercato unico per gli Non Performing Loans”; cioè le sofferenze. La direttiva viene presentata all’ultimo minuto ed il presidente del relativo comitato, Gualtieri, Partito Democratico, ha fretta di farla votare.
La finalità della direttiva è quella di creare un bel mercato europeo unico degli NPL con
contorno di AECE. Spieghiamo per i non iniziati il significato della norma: Se un cittadino europeo, o una piccola azienda europea, si trovasse a non poter pagare una rata di un proprio prestito o di un proprio mutuo questo potrebbe essere trasformato in un titolo e venduto agli Hedge Fund (stile Algebris di Serra, l’amico di Renzi) che si incaricherà dell’incasso assistito dall’AECE. Questa sigla vuol dire “Accellerated ExtraJudicial Collateral Enforcement” e si traduce, in italiano, perdere la garanzia (cioè la casa, la fabbrica, le attrezzature etc) in modo accelerato senza neanche passare attraverso un tribunale. Appare ovvio che le ricadute di una norma del genere sarebbero socialmente devastanti, soprattutto per le piccole aziende in cui l’investimento iniziale viene garantito spesso dai beni personali dell’imprenditore.
Premettiamo che non c’è nessuna grande fretta, in quanto molti paesi non hanno problemi del genere, altri, come l’Italia, li stanno gestendo da tempo con soluzioni interne o cessioni normali, eppure, in camera caritatis, all’ultimo secondo, si vuole introdurre una norma potenzialmente così distruttiva.
A chi può servire questa norma? Non serve né alle banche né ai debitori, e questo per un motivo evidente e banale: introducendo un terzo incomodo, il gestore del NPL ceduto esternamente, bisogna generarne la remunerazione e questa avverrà solo ed esclusivamente sulle spalle del sistema bancario, che vedrà decurtato ulteriormente il proprio margine rispetto alla gestione interna, sia il debitore, che verrà ulteriormente pressato da società di recupero per il rientro o si vedrà rapidamente privato del proprio “Collaterale” , cioè della propria casa o della propria azienda. questa norma viene solo a creare grasse opportunità di guadagno per i vari speculatori finanziari, e non solo come margini diretti, ma anche, se non soprattutto, con varie formule di commissioni.
Perchè è facile prevedere cosa succederà con la creazione di questo mercato, inutile e non necessario, europeo: i vari Hedge Fund compreranno crediti a prezzo stracciato, quindi quello che serve lo conserveranno internamente, quello che non è redditizio, dopo avervi applicato le proprie forti commissioni, sarà ceduto al mercato retail, magari al cugino della stessa persona che ha perso la casa, e che, inconsciamente, con il proprio fondo di investimento, si troverà a finanziare chi sta mettendo il parente sulla strada. Tutti ci perdono, tranne lo speculatore.
In un mondo in cui in tutti i settori, dal commercio alla produzione, si va verso l’eliminazione dei Middle Man, delle figure intermedie, per favorire il contatto diretto, la Commissione ed il Parlamento Europeo hanno creato forzosamente una figura intermedia a cui assegnano un potere abnorme perché sottraggono gli espropri alla tutela giudiziaria. Starete pensando che, a fronte di una normativa così pericolosa siano state fatte delle valutazioni quantitative sulla possibile ricaduta sociale di una norma del genere. Che si sappia quante famiglie perderanno la casa, quante aziende potrebbero chiudere etc, perché è sulla base di dati di questo genere che si dovrebbe basare una decisione di carattere politico facendo una seria analisi dei vantaggi e degli svantaggi derivanti. Abbiamo avuto occasione di leggere la relazione di presentazione degli uffici parlamentari e possiamo confermarvi che non c’è nessun dato quantitativo relativamente alle ricadute della misura. Per quello che ne sanno i Parlamentari europei questa direttiva potrebbe buttare per strada milioni di cittadini, potrebbe far chiudere centinaia di migliaia di attività, e loro non ne hanno la benché minima idea. Voteranno in modo incosciente, superficiale, perché guidati da pastori al servizio di poteri forti. Si rischia, come nel BRRD, di ritrovarsi fra quattro anni a scrivere che “Questa direttiva è stata un errore”, quando ormai ci sarà stato un disastro economico e sociale.
A questo punto ci chiediamo: che fretta c’è? Non sarebbe meglio rinviare tutto al parlamento, magari riuscendo a raccogliere dei dati quantitativi sulla ricaduta della normativa?
Fabio Lugano
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