Il motivo è simile a quello che adducono coloro che "vogliono andare al governo (regionale, comunale o nazionale ) o in Europa, per cambiare le cose "dal di dentro": in poche parole fermiamo gli sbarchi, impediamo le partenze, e si discute su come fare. Ci sarebbe il solito discorso della serie "aiutiamoli a casa loro" e che, personalmente, mi fa dire "perché a loro asfalto , scuole e ospedali nuovi, e a noi invece no? Ecco che il "prima gli italiani" torna ad aver senso. Se poi si vuole ,al contrario, allargare il discorso per non arrivare a nulla, è chiaro che le cose
rimarranno così come adesso: ci sarà, finché il governo resiste, un braccio di ferro con il resto dell'Europa, utile a tutti, a Salvini e a chi, avendo perso terreno e argomenti, fa il buonista. Peccato che la lotta di Salvini si fermi o si fossilizzi sui migranti, perché se si spostasse sul campo del fisco e del costo del lavoro, sulle delocalizzazioni e la scomparsa dei negozi e del know how , sugli italiani , giovani e non, laureati o meno, che se ne vanno, farebbe dieci o cento volte meglio. Ma non è così, ed è assai difficile se non impossibile, seguirlo unicamente sulla questioni migranti e possibile processo. Un vero peccato perché, e vorrei sbagliarmi, è sempre possibile una rimonta del PD, forte anche della grancassa mediatica cui crede una parte degli italiani.
Nessun commento:
Posta un commento