martedì 5 marzo 2013

Le cose belle esistono o no?

Prendendo spunto dalla cronoca locale, e cioè una sparizione di sedie e arredi in locali del Comune di Cagliari, e leggendo dei commenti non posso non notare come, a fronte di un costo per ogni seduta ,per alcuni elevato, pare di 218 euro, sia seguito il commento che all'Emmezeta per 16 euro ho acquistato una sedia più bella. Ora è vero che la bellezza può essere soggettiva, ma come diceva Enzo Biagi, c'è gente che pure in Corea sarebbe brutta. Le sedie sono della Kartell azienda, tra le atre cose, mia concorrente, ma ritenendo di essere onesto riconosco che è una bella sedia, di qualità, realizzata in materiale sintetico e senza sbavature o imperfezioni. E' chiaro che quelle che vendo io sono migliori...e nel design altrettanto innovative e ricercate ma senza essere pesanti e difficili da accettare. Detto questo ritengo che una parola vada spesa ,è il caso di dirlo, sul rapporto qualità prezzo. Sempre più persone si accorgono, per fortuna, che c'è plastica e plastica, come diceva un altro Enzo, cioè Ferrari, quando faceva presente che c'è plastica Fiat e plastica Mercedes, e lo stesso dicasi per le sedie e altri oggetti di arredamento, come c'è truciolare e truciolare, con fibre lunghe o corte ad esempio, riempito con materiali di scarto oppure no, così come c'è legno e legno. Che poi un mobile
possa venire copiato è un altro discorso, che prevede anzitutto se c'è o meno un copyright, cosa che per esempio è stata fatta presente per delle sedie di produzione Giorgetti ,con tanto di diffida e ritiro delle "copie" e mi pare per la lampada "Arco" di produzione Flos , con tanto di sentenze che parlano chiaro. Ora ci sono mobili e mobili, di qualità accettabile per le tasche di Tizio e non per quelle di Caio, che desidera invece qualcosa di diverso, come un divano che non si sfondi dopo breve tempo o dei ripiani che si possano "caricare" e regolare facilmente, o un buon materasso che permetta davvero di farci riposare: queste cose ,se di qualità , hanno un costo che col tempo si ripaga di certo. E' un po' come il cibo: meglio meno ma di qualità, che sia saporito. C'è sempre,nel caso del cibo e che so "dei pomodori" o delle "arance" la possibilità di acquistare a basso costo e con il rischio di trovare il tutto senza sapore: a chi piace , trovandosi in questa situazione si può per esempio usare il sale o lo zucchero, mentre per una sedia o un divano ci sono dei tessuti coprenti (allorchè il rivestimento se ne va). Costi in più in quest'ultimo caso mentre per il cibo compiamo ne va della nostra salute. Ma c'è una ragione anche per chi compra ,volutamente, tutto o quasi low cost, dove anche il low è da dimostrare, dato che il sottoscritto, non per essere saccente sa dove comprare i falsi, e sorride quando qualcuno si vanta di aver comprato per 16 euro una sedia che ne costa 4: ma lui ha fatto l'affare, o così è convinto. Dicevo che c'è chi non vuole riconoscere il lavoro e la creatività, anche se in genere si tratta di chi deve comprare qualcosa : si tratta di persone che hanno un senso dell'estetica discutibile o che forse non hanno incontrato chi gli ha illustrato e motivato il perchè una cosa è fatta in quel modo sviscerandone i pregi. Tuttavia a volte è per partito preso che acquisiscono un determinato atteggiamento e lo dico per esperienza personale: ho venduto per numerosi anni delle sedie ergonomiche quando la 626 nemmeno esisteva e spiegavo come queste sedie risolvessero un bel po' di problemi di postura per chi scriveva a macchina e utilizzava i primi pc. Prova che ti riprova ho convinto diverse persone ad acquistarle e c'è chi ha risolto il mal di schiena. Con ciò ho anche incontrato chi ,per sfottere e con aria di sufficienza, diceva che gli andava bene, come sedia, anche una "cassetta" di legno. Discorso simile quando comparvero le prime scrivanie con bordi arrotondati o stondate e i primi posti di lavoro dedicati ai computer. Tutte queste considerazioni per dire che so bene che c'è chi si accontenta di ciò che passa il convento, ma c'è anche da preferire una casa o un ufficio, con arredo minimalista e di qualità, magari con pezzi belli e ricercati. Ma i prezzi sono elevati osserverà qualcuno. Intanto è possibile farsi dare il prezzo di listino e non un prezzo inventato: poi c'è da sapere che è possibile la personalizzazione, per cui se mi devono o vogliono consegnare "quello esposto" mi devono praticare un discreto sconto. Diffiderei dalle aziende che vendono on line, non tanto di negozianti, quanto proprio dalle case produttrici che fanno concorrenza ai propri rivenditori, dalle aziende che hanno i negozi "monomarca" o peggio che mai a chi crede ancora all'outlet. Del resto nessuno regala niente ed è anche vero,però,che c'è chi si accontenta di poco o non ha la conoscenza , la capacità di riconoscere un buon prodotto da uno ordinario o dozzinale. In questo caso dovrebbe diffidare dai giornali del settore ,parlo per i mobili ma vale,credo, anche per altri settori merceologici: la cose è presto spiegata, dato che spesso ,anzi quasi sempre, parlano bene delle aziende inserzioniste, dimenticando una marea di altre aziende , ignorandone completamente l'esistenza. A ciò si aggiunge che, diversamente da altri settori*, nell'arredamento il mobiliere e l'acquirente si fanno condizionare troppo dal "marchio": in ciò la colpa è del venditore che non ha voglia di spiegare e far vedere valide alternative (perché esistono) o comunque anche altre possibilità. Ecco perché se uno dà uno sguardo a "quei giornali o agli speciali " (fra un mese c'è il salone del mobile a Milano) legge quei nomi e solo quelli, per cui se non li "ritrova" in negozio pensa, erroneamente, di essere finito in un locale non aggiornato e non alla moda o come si dice adesso non di tendenza. Ed è qui che si vede chi è portatore di novità e chi crede nel proprio lavoro e mette in prova le proprie capacità: se trova uno negoziante pauroso, dopo un mese avrà il locale pieno zeppo di mobili marchiati ,il che non vuol dire che siano di qualità, ma almeno sono i nomi che ritorva nelle pubblicità dei media tradizionali e non. Questo un po' il quadro di oggi dove ,tra le altre cose, i prezzi a orecchio li fanno proprio questi marchi ,nazionali e non, falsando completamente il settore. Un po' come nelle auto * dove però sappiamo,quasi tutti che Dacia è un marchio della Renault, dove Seat è di proprietà di Volkswagen: nei mobili non tutti sanno che tale casa è proprietaria di questi marchi o che tizio è terzista per questi altri.Le cose belle è possibile che non esistano, mentre la qualità esiste, le differenze di lavorazione pure, la scelta dei materiali idem.

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