Elezioni. Italia. Analisi del voto. Parte I.
Giuseppe Sandro Mela.
I risultati delle elezioni europee meritano di essere analizzati in dettaglio.
Una importante avvertenza.
– L’esame dello sviluppo storico dei risultati elettorali mette in guarda su quelli ottenuti alle elezioni europee: di norma il partito che le domina non riesce ad ottenere risultati simili alle susseguenti elezioni politiche. Di conseguenza, si valutino con molto giudizio i risultati qui riportati.
Non solo. Per le elezioni politiche si vota non con il sistema proporzionale, bensì con il Rosatellum, sistema mista di voto proporzionale e voto in collegi uninominali, ove è eletto il candidato che abbia riportato il maggior numero di voti validi. Esamineremo questo aspetto nella Parte II.
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Di tutti i risultati, alcuni sembrerebbero essere di notevole valore:
– La lega più che raddoppia al Centro passando dal 15,6% al 33,5% e soprattutto quadruplica al Sud e nelle Isole passando rispettivamente dal 6.2% e 6.6% al 23,5 e 22,4%.
– Il Movimento cinque stelle rispetto al 2018 perde il 15% dei consensi tra persone nate tra il 1980 e il 1996. Il Carroccio guadagna invece l’11%.
– Il Movimento cinque stelle rispetto al 2018 perde, infatti, il 15% dei consensi tra persone nate tra il 1980 e il 1996. Il Carroccio guadagna invece l’11% passando dal dei consensi del Millennials mentre il Pd il 6%
– Tra i poveri la Lega guadagna il 18% rispetto al 2018 mentre il M5s perde il 17%. Sale di 9 punti il Pd
– Il Carroccio guadagna consensi tra gli operai rispetto al 2018 con un considerevole +29% mentre M5s perde il 20%.
– Professionisti delusi da M5s mentre cresce il consenso per la Lega che, rispetto al 2018 guadagna il 12% nei voti di questa categoria (mentre i pentastellati perdono il 13%).
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Professionisti, operai, poveri e donne hanno abbandonato in massa il M5S transitando nella Lega.
Alcune conclusioni.
– Le battaglie politiche si combattono e si vincono al centro, non sulle posizioni estreme.
– La cospicua svolta a sinistra attuata negli ultimi tempi dal M5S non ha dato altro che frutti negativi. Ciò dipenda da una errata interpretazione di cosa significhi il termine ‘sinistra‘. Nei fatti, la gente comune, che poi sono gli Elettori, tiene in non cale, per non dire in uggia, quei temi ideologici che un tempo erano in auge, quali le posizioni etiche, il giustizialismo, l’ecologia, il ‘clima’, il ‘no’ a qualcosa urlato senza supporti logici, etc.: guardano invece con grande attenzione a quanto fatto per il mondo del lavoro produttivo, per la riduzione del carico fiscale, per la preservazione del potere di acquisto dei propri risparmi.
– Sotto questa ottica, il M5S sembrerebbe avere un orologio biologico indietro di una decina di anni, ma i tempi sono cambiati. Le posizioni assunte su Siri, e quelle che prenderanno su Rixi, hanno procurato voti alla Lega piuttosto che al M5S. Nelle urne gli Elettori si comportano in modo anche molto differente da quanto dichiarano nei sondaggi.
– Gli iscritti al M5S non rappresentano un campione ben stratificato dell’Elettorato. Quando la dirigenza M5S consulta la sua base perde invariabilmente le elezioni. Ci si ricordi del partito democratico: fece nominare l’on Boldrini alla Presidenza della Camera e l’on Grasso a quella del Senato con trionfante tripudio dei suoi iscritti: ma quando alle elezioni si presentarono nei collegi, Ms Boldrini prese il 4.6% dei suffragi e Mr Grasso il 5.81%. Questo è un chiaro esempio di casa accade quando gli iscritti non rappresentano più l’Elettorato. L’Elettorato residuo del M5S è oramai di centrodestra: la dirigenza dovrebbe prenderne atto.
Il giorno dopo il trionfo della Lega alle Elezioni Europee, trionfo che si va confermando anche alla tornata di elezioni amministrative, SWG analizza l’elettorato ( su un campione rappresentativo di 8mila elettori residenti in Italia) che ha decretato il successo di Matteo Salvini passato in un anno dal 17,4% delle Politiche del 2018, al 34,3% delle Europee. Se lo zoccolo duro proviene dall’elettorato del Carroccio con il 52%, il 17% aveva votato M5s, il 14% non aveva votato, il 10% aveva votato Forza Italia. Il Pd invece, passato dal 18,7% delle Politiche 2018 alle Europee 2019 recupera il suo elettorato da M5s e dalla sinistra. Per quanto riguarda invece Forza Italia l’astensionismo e il travaso di voti verso la Lega spingono la percentuale del partito di Berlusconi sotto le due cifre : dal 14% delle Politiche all’8,8% delle Europee. In sostanza, la geografia del voto ha spostato 6 milioni di voti verso la Lega e tolto tre milioni di voti al M5s. Forza Italia ha perso 2 milioni di voti.
IL PARTITO DELLA NAZIONE. Il consenso della Lega cresce da Nord a Sud. In particolare nel Nord Ovest dove passa dal 25,7 al 40,7% e al Nord Est dal 25,5 al 41,7 storicamente riserve del Carroccio. Invece più che raddoppia al Centro passando dal 15.6% al 33,5% e soprattutto quadruplica al Sud e nelle Isole passando rispettivamente dal 6,2 e 6,6% al 23,5 e 22,4%. Il travaso è diretto con i voti persi dal Movimento Cinque stelle che al Sud, sua tradizionale riserva di voti, subisce un tracollo passando dal 46% al 29,2. Stessa sorte al Nord. Il Partito democratico invece cresce solo al Nord Est guadagnando 22mila voti mentre al Nord Ovest, al Centro e al Sud.
IL VOTO DEI GIOVANI – Tra i Millennials travaso di voti da M5s a Lega e Pd. Il Movimento cinque stelle rispetto al 2018 perde, infatti, il 15% dei consensi tra persone nate tra il 1980 e il 1996. Il Carroccio guadagna invece l’11% passando dal dei consensi del Millennials mentre il Pd il 6%. Più 3% in questa fascia d’età anche per il partito di Giorgia Meloni. M5s non convince però nemmeno tra i neo votanti. Nella ‘Generazione X’ (dei nati dopo il 1997), M5s perde il 25% dei consensi. La Lega ne guadagna il 21% e il Pd il 9%.
LE DONNE CON SALVINI – Abbandonano Fi e M5s per la Lega le donne votanti. Tra il 2018 e il 2019, infatti, il partito di Salvini guadagna il 17% nel consenso femminile mentre il M5s perde il 14%.
POVERI – Boom della Lega a danno di M5s, il Pd recupera ma resta basso nelle fascia più debole del Paese. Tra i poveri la Lega guadagna il 18% rispetto al 2018 mentre il M5s perde il 17%. Sale di 9 punti il Pd.
LEGA IN CRESCITA SIA TRA GLI OPERAI CHE TRA I PROFESSIONISTI – Il Carroccio guadagna consensi tra gli operai rispetto al 2018 con un considerevole +29% mentre M5s perde il 20%.
Professionisti delusi da M5s mentre cresce il consenso per la Lega che, rispetto al 2018 guadagna il 12% nei voti di questa categoria (mentre i pentastellati perdono il 13%). Tra i professionisti cresce il consenso a FdI (+6%) e per il Pd (+3%)
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