Ho letto ,con una certa noia mista a fastidio, il titolo sui fallimenti che è riportato dal quotidiano "la Stampa" e che ha offerto a diversi blog e siti di fare da eco a questa notizia. Il vero titolo, a mio parere ,cioè opinione di chi è stato dichiarato fallito oltre 9 anni fa, sarebbe dovuto essere quello di questo post, ovvero "ma chi se ne frega". Sono forse una persona insensibile? Sono un menefreghista delle sofferenze altrui? Proprio tu che ci sei passato scrivi queste cose e usi questi termini? Certo, e ne userei anche peggiori e più forti se non ci fosse,come di fatto c'è, il reato di opinione. Premetto che non mi riferisco ai fallimenti pilotati, quindi entrano in argomento tutti i fallimenti dovuti a banche o enti creditori, aziende o persone fisiche (anch'esse creditrici), dipendenti che diventano creditori: poi ci sono i debitori che possono,anche loro, creare dei buchi negli incassi, laddove tu ipotizzi che ti paghino entro tale data e ,invece , un corno. E ciò non vale solo per lo Stato
ma ci sono pure aziende ,di solito terzisti o fornitori di componentistica o di servizi vari, che riforniscono altre aziende dove,come sanno anche i bambini, una diventa creditrice o debitrice dell'altra. Ma questi aspetti li lascerei per ultimi e mi soffermerei dove,forse, gli articolisti ,se mai lo fanno, parlano di cosa succede a chi, come i titolari delle aziende, specialmente le ditte individuali, non ha ammortizzatori sociali o non ne ha mai avuto (vedi il sottoscritto ad esempio). Si chiedono come campa uno che riceve un telegramma,come nel mio caso, dove gli si chiede di portare ,il giorno dopo, i libri contabili, le chiavi del locale eccetera eccetera. Mi direte: ma anche i dipendenti non se la passerebbero male.Sì, ma se possono usufruire, usufruiscono di cassa integrazione, di supporti dell'inps, e in ogni caso i loro nomi e cognomi non vengono inseriti nei libri neri e nelle banche dati delle centrali rischi, legali e abusive, occulte o palesi di cui, guarda caso tutti si servono seppure, l'unica autorizzata e riconosciuta dovrebbe essere, la Banca d'Italia (almeno per le sofferenze ,che io sappia, occorre farsi rilasciare da loro una certificazione o visura che sia). E poi: si chiedono se e cosa fanno queste persone fallite? Non lo sanno? Se vogliono glielo posso dire io. In ogni caso e non per essere presuntuoso , credo che si parli senza essersi informati a dovere:si ha una visione parziale che mostra una parte del problema e, purtroppo, senza esaminarla a dovere. Intanto si dedica l'attenzione quasi sempre alle fabbriche, cioè dove si producono beni ,e si tralascia il settore vendita al minuto. Si dice che le aziende non riescono a re-inserirsi nel circuito internazionale, non vendono più all'estero,non sono competitive: intanto già il fatto di ricercare il prezzo più basso ti porta ,oltretutto, in un segmento di mercato sì ampio ma anche molto affollato e poco remunerativo. A meno di non cinesizzare l'Italia, devi vendere molti oggetti che devono costare poco a chi li compra,oltre che a chi li produce. Per contro si tralascia sempre di puntare anche sul mercato interno.Pensiamo a chi deve o vorrebbe rimettere in sesto la casa, renderla più accogliente e vivibile: ristrutturare, riarredare, modernizzare. E' chiaro che se mi dai poco,come stipendio, mi obblighi a servirmi dove qualità e prestazioni sono basse. Se non ho soldi compro merci di basso costo, e alimento quel tipo di strutture di vendita o di prestazioni di servizi: non tanto o non solo il nero (inteso come prestazione offerta senza fattura o ricevuta) ma anche ciò che viene utilizzato come materia prima (penso alle vernici o ai legni o agli infissi) ma anche come personale (non è specializzato ,ma costa poco e non fa domande).Mi farebbe piacere che ci fosse una trasmissione tv, un servizio giornalistico di inchiesta, non certo roba strappalacrime o cosa finalizzata a farci vedere la buonavolontà di "un altro padrone che offre un salvagente a un suo ex collega (che in cuor suo forse, pure, disprezza in quanto fallito), non una raccolta di fondi per la famiglia dell'imprenditore X che è fallito e si è pure suicidato, ma qualcosa di concreto per chi fallisce. Ad esempio "ripulire" il suo nominativo e quello delle persone, anche prestanome, coinvolte: vedi assegni, firme per garanzia. Permettere l'accesso al credito: cosa impossibile anche se si è supportati da consorzi fidi.
Il limite nell'uso dei contanti e altri aspetti collaterali non meno importanti, come il costo del conto corrente, il costo dell'energia, il regolamento sul commercio, i trasporti e il loro costo. Il tutto nell'ottica di ciò che si può fare e in che tempi, oltre a ciò che va fatto per evitare ulteriori problemi a chi, ad esempio come me, ci è già passato: evitare cioè il solito discorso delle leggi che valgono d'ora in avanti e non operano o hanno valore per fatti o episodi pregressi.Pensiamo solo agli assegni protestati, da penale a civile, a illecito ma che all'atto pratico punisce egualmente il trasgressore. Ci sono esperti che anche di recente hanno spiegato se e come si può uscire dall'euro; altri che hanno spiegato che invece è impossibile uscirne. Insomma chiarezza in ogni tema e argomento che si vuole trattare o discutere: infatti che si vuole trattare,mentre questo si vuole solo narrare, come è stato fatto e si fa con l'euro. Idem con patate, la stessa superficialità che mostra scarsa volontà e molta incompetenza.
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