È uscito in Francia un libro davvero
impressionante, «La répression pour tous?», «La repressione per tutti?»,
dell'imprenditore e attivista politico François Billot de Lochner
(Lethielleux, Parigi 2013). Di passaggio a Parigi, ho potuto raccogliere
qualche ulteriore testimonianza sui fatti di cui si parla, ma il volume
- il cui titolo evoca il «matrimonio per tutti», omosessuali compresi,
introdotto in Francia dalla legge Taubira, e la «manifestazione per
tutti» che vi si è opposta - parla da solo.
La collezione di violenze poliziesche contro chi manifesta per la
famiglia criticando il matrimonio e le adozioni omosessuali in Francia è
impressionante, ma rischia di fare perdere di vista un passaggio
essenziale, che pure il volume spiega. La polizia - opportunamente
istruita dal potere esecutivo - non interviene in nome di presunte
leggi che vietino di manifestare contro il governo o il Parlamento. Non
ci sono leggi simili in Francia. Interviene, bastona e usa i gas
lacrimogeni perché in Francia c'è una legge sull'omofobia. Una legge del
2004 che permette d'intervenire in modo duro contro chi promuove la
discriminazione razziale o fondata sul genere, emendata a due riprese
nel 2008 e nel 2012. Oggi la legge punisce anche chi - così recita
l'articolo 1 - «crea un clima ostile» a un'etnia, una razza o un
«orientamento sessuale». Chi ha manifestato contro la legge Taubira è
stato accusato di «creare un clima ostile» agli omosessuali, crimine
che è punito con la prigione e permette l'arresto del pericoloso
criminale colto in flagrante mentre esprime la sua ostilità.
Si noti - perché interessa all'Italia - la precisa concatenazione
temporale: prima si modifica la legge sull'omofobia per permettere al
meccanismo repressivo di stroncare eventuali proteste, poi si fa passare
la legge che introduce il matrimonio e le adozioni omosessuali. E chi
«crea un clima ostile» agli omosessuali, facendo scattare le gravi
sanzioni previste dalla legge sull'omofobia? Qui il libro di Billot de
Lochner si legge come un romanzo di Franz Kafka (1883-1924) o di George
Orwell (1903-1950). Vi trovate sugli Champs Elysées, studenti e
studentesse, per prendere un aperitivo e vi sfugge qualche commento
ostile alla legge Taubira? «Clima ostile»: la polizia arriva subito, vi
porta via dal bar e vi spinge in una stazione della metropolitana
intimandovi di disperdervi. Vi avviate alla coda per visitare la Sainte-
Chapelle con una maglietta che non insulta nessuno ma porta il logo
della «Manifestazione per tutti»? Mal ve ne incoglie: «clima ostile»,
siete fermato dai gendarmi e caricato sul cellulare. Siete
un'handicappata e, confidando nella legge che protegge i disabili,
aspettate con qualche amico alla stazione di Caen l'arrivo di un
ministro con le bandiere della «Manifestazione per tutti»? Confidate
male: vi accusano di «clima ostile», la polizia vi butta a terra e
continua a picchiarvi dopo che siete caduta - tutto filmato e
documentato su YouTube. Siete dei politici francesi - accompagnati da
uno italiano, Luca Volonté - e portate anche voi una maglietta della
«Manifestazione per tutti»? Arrestati e tenuti in guardina tutta la
notte. Reagite in modo non violento, cantando nel cellulare che vi porta
in prigione? La polizia getta un candelotto lacrimogeno nel cellulare
per impedirvi di cantare e perpetuare il «clima ostile».
E tutto questo senza contare le vere e proprie violenze e brutalità
poliziesche, l'uso dei lacrimogeni anche contro mamme che manifestano
con bambini in passeggino, e gli insulti - da «fascista» a «puttana» -,
tutto oggetto di un dossier presentato dallo stesso Luca Volonté al
Consiglio d'Europa, di cui «La nuova Bussola quotidiana» ha già parlato.
Il libro nota che la repressione si scatena solo contro chi critica la
legge Taubira. Il 13 maggio 2013 violenze a Parigi da parte di tifosi di
calcio che hanno distrutto automobili e saccheggiato negozi,
trasformando - come ha detto un commerciante - «una zona di Parigi in
Beirut», sono state affrontate dalla polizia con estrema tolleranza. Qui
non si applica la legge sull'omofobia, e dunque un ultras del calcio
che sfascia un'automobile è considerato meno pericoloso di una mamma che
si mette una maglietta pro-famiglia. O meglio, qualche tifoso di calcio
è arrestato, come scopre un tale che l'8 maggio festeggia la vittoria
della sua squadra. Lo arrestano perché ha commesso un errore: forse
nella fretta, è sceso in strada a festeggiare con una maglietta della
«Manifestazione per tutti».
Per non parlare delle Femen, il gruppo ucraino di attiviste pro-gay e
anti- religiose che protestano denudandosi, una delle cui leader, Imma
Shevchenko, ricercata in Ucraina e Russia non solo ha ottenuto asilo
politico in Francia, ma - lo abbiamo già raccontato su queste colonne -
ha prestato il volto al simbolo della Repubblica francese, Marianna, per
il nuovo francobollo unico voluto dal presidente Hollande. Nel 2012 le
Femen hanno gettato un liquido che sembrava proprio urina su
manifestanti anti-legge Taubira. il 12 febbraio 2013 sono entrate a
Notre-Dame spogliandosi e proponendo il consueto repertorio di bestemmie
e pose oscene. Non sono state neppure fermate dalla polizia: solo
accompagnate, con cortesia e sorrisi, nel vicino commissariato per
l'identificazione. È vero, a Parigi si vocifera che la Shevchenko sia
legata da affettuosa amicizia a un'altissima personalità della
«République»: ma l'impressione di due pesi e due misure resta
fortissima. Non si tratta di fatti che interessano solo ai francesi.
Mostrano a che cosa servono le leggi sull'omofobia e come saranno
applicate. Oggi in Francia, domani in Italia.
Fonte http://www.lanuovabq.it/it/articoli-dalla-franciasappiamo-comeandr-a-finire-6927.htm
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=61474
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