Come mio solito, carattere chiuso , quando mi avevano detto che non c'eri più, che eri morta, non avevo chiesto come, in quale maniera, perchè. Non è che non volessi saperlo ma mi sembrava poco riguardoso, seppure chi mi aveva riferito la notizia, peraltro riferendosi ad anni addietro, lo aveva fatto soltanto perchè stavamo facendo l'elenco dei compagni di scuola per sapere se e chi
aveva notizie fresche e recenti. Ed è così che oggi, parlando con un altro compagno di liceo vengo a sapere che non è stato un male incurabile assai terribile che ti ha uccisa, ma sei tu che hai deciso di toglierti la vita. Erano anni che non ci vedevano,anzi posso ricordare che l'ultima volta che ci siamo visti era forse il 1994 o il 1996: prima ci eravamo incontrati per ragioni di lavoro,un piccola fornitura presso l'istituto universitario dove lavoravi. Con te ,come con altre compagne che mi attraevano, sono sempre stato più che discreto, oserei dire indifferente: avevo represso ogni mio sentimento nei tuoi confronti nel lontano 1976, quando la tua maturità ti portava , logicamente, a frequentare persone più adulte di un compagno di classe. Anni dopo i tempi erano assai cambiati per entrambi: tu eri separata mentre io avevo una vita, se non felice, almeno stabile. Troppo preso dal lavoro ignoravo cosa covava nella tua anima e non avevo colto le tue domande sulla psicoanalisi. Oggi ho saputo che eri assai depressa, al punto tale che poi, non so perchè nè percome , hai deciso un giorno di suicidarti. Il fatto che non conosca i motivi veri del tuo stato d'animo, non mi impedisce di ragionare o di azzardare ipotesi. Nel mio caso la decisione di farla finita era maturata allorchè il fallimento come ditta individuale mi aveva ridotto sul lastrico: ero e forse sono troppo coglione per far sapere , a te e ai miei compagni di scuola o alle persone che conosco, che ero e sono con il culo per terra, senza denaro, ma con prospettive di lavoro, quelle sì e ancora vive. La mia codardia mi ha impedito di buttarmi dal balcone o di lanciarmi con l'auto giù da una scarpata: ammetto di non averne avuto, poi, il coraggio. So che se vuoi davvero ucciderti, così dicono gli esperti in materia, lo fai e basta.Che poi ci sia un rituale, per cui preferisci un modo o un altro, se appunto ciò ha un significato preciso, questo lo ignoro: chi si uccide permettendo al corpo di essere trovato e riconosciuto, vuole lasciare un messaggio specifico a chi sa lui/lei. E siccome non ho approfondito i dettagli su di te, non so nulla in merito. Ciò che mi lascia triste è sapere che non ci siamo più visti: del resto la mia caduta commerciale mi ha impedito di ritornare per cercare lavoro e appalti, cosa che avrebbe forse permesso di rivederci. Mi dispiace davvero di non esserti stato vicino: forse non sarebbe cambiato nulla in quanto alcune decisioni ,quando sono prese sono immutabili, ma io sono sempre quello che spera e infatti come vedi, da lassù, guarda come sono ridotto. A chi avevo aperto il cuore, neppure risponde alle email. A un'amica avevo chiesto, solo chiesto, di verificare se un negozio vicino a dove sta lei, è aperto oppure no: roba di lavoro, quindi, non ho chiesto un appuntamento nè altro. Eppure come vedi , persone che in altri momenti ho aiutato e consigliato, quando tocca a loro ,se non sdebitarsi almeno essere gentili e cortesi, fanno finta di non conoscerti, non rispondono. E' per questo che ho un carattere di merda e sono cambiato: avevo bisogno di una mano, forse anche di soldi, ma sopratutto di fiducia, e non ho avuto nulla. Una mia amica, solo lei, dal Veneto addirittura, mi inviò 100 euro, nel 2006. L'unica persona. Qui , chi era vicino e sapeva, non ha mosso un dito. Poserò un fiore sulla tua tomba, Gianna: non pensare che osi troppo se ti chiedo, da lassù o da dove sei ora, di darmi una mano a capire la vita e la morte. Chiedo troppo , lo so.
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