venerdì 29 gennaio 2016
Parlano perché hanno la lingua in bocca
Mentre porgevo a mia madre, che è ben oltre gli 80 anni, una tazza di tè, ho avuto modo di sentire una piccola parte della " vita in diretta", su rai uno: si parlava di una fornitura di letti per un ospedale, mi pare nel salernitano, e si faceva osservazione sul fatto che i letti non potevano entrare e uscire dagli ascensori. Eppure sono a norma, così come , ritengo siano stati richiesti. Ora la mia sorpresa è nell'aver sentito delle osservazioni, fatte in studio durante la trasmissione , che mi hanno portato a concludere che,qualcuno parla solo perché ha la lingua in bocca. Infatti nei pochi minuti in cui ho seguito il talk show, non ho sentito una persona che formulasse la domanda che ,almeno io, avrei fatto: in quale maniera si scelgono i letti di un ospedale? Perché una persona in studio ha detto che " se uno compra un letto per casa propria, vede quali sono le misure che vanno meglio". Detta così la cosa può essere sensata , ma ci si dimentica che ci sono norme da rispettare,e queste prevedono misure ad hoc, così come occorre sapere se ,per una misura ridotta c'è il materasso che calza, idem per il cuscino e le lenzuola: così come bisogna sapere se ,eventuali accessori possono essere supportati e utilizzati in un letto con misure "non standard". Per quanto ne so, e parlo per esperienza di un settore vicino a quello ospedaliero (e cioè l'arredamento di sale d'attesa o sedie e sgabelli per laboratorio, pareti divisorie, armadi eccetera), si può avere ,si può fornire , tutto quello che viene richiesto: ma siccome c'è chi chiede, e giustamente, che quanto fornito sia testato e conforme alle famose norme, anche il letto o i letti con dimensioni personalizzate, devono essere certificati. Ricordo di non aver potuto effettuare una fornitura di 80 sgabelli per una catena di supermercati, perché quelli a norma e che dovevano essere adoperati all'interno nella zona delle casse, avevano un basamento a norma e antiribaltamento , ma troppo largo: avrei potuto fornire un basamento più piccolo, ma non era testato . E' come per le cucine domestiche, cui occorre la certificazione per gli attacchi del gas e della corrente. Ecco che mi chiedo se qualcuno in studio avrà mai chiesto: come funzionano le gare d'appalto? In alcuni casi, rispondo io, c'è da presentare la "dichiarazione di aver preso visione dei locali dove devono essere consegnati e montati gli arredi": il che vuol dire che un incaricato dell'amministrazione appaltante ti deve accompagnare in giro per i locali. Ed è così che tu scopri, ad esempio, che le scale sono strette, che non c'è parcheggio e che so, se devi consegnare una cassaforte devi bloccare il traffico o chiedere (e pagare tu a tue spese) i metri lineari di strada per tot ore; o ancora ,appunto , scoprire che ciò che viene chiesto dall'amministrazione, non "passa in ascensore". Concludo con un ultima osservazione e riguarda i prezzi , in senso generale: non tutte le cose sono uguali, così come non tutte le sedie , gli aghi e le siringhe, i letti e i materassi, il pane o l'acqua, e quindi non possono avere lo stesso identico prezzo. L'Europa e chi per lei, vuole standardizzare tutto: ed è un grande errore chiederlo ma ,sopratutto, non informandosi e non informando gli italiani sulle caratteristiche richieste e su quelle che poi hanno i vari articoli, prodotti o prestazioni richieste. E questo perché quando prendi un treno, guidi un'auto, visiti una casa, indossi un vestito: ecco che scopri, sulla tua pelle, che non sono tutti uguali e non costano, in genere, lo stesso prezzo. Quindi se tu hai tot da spendere, ecco che dovresti verificare, su piazza (indagine di mercato) cosa costa ciò che vuoi comprare: dopo di che bandisci la gara.
Etichette:
aghi,
articoli,
caratteristiche prestazionali,
costi,
europa,
gara d'appalto,
la vita in diretta,
letti,
normativa,
norme,
ospedali,
salernitano,
sedie,
siringhe
martedì 26 gennaio 2016
Le cose , i fatti che non interessano più nessuno
Si può riparlare dei pendolari come pure dei suicidi per debiti , della Salerno Reggio Calabria, delle numerose e varie ricostruzioni mai fatte o fatte male (il Belice o i più recenti terremoti in Emilia Romagna piuttosto che le alluvioni di Genova oppure Olbia dicono tutto). Tutti questi fatti, oltre a quelli che non ho ricordato e non ricordo neppure io, denotano una mancanza di attenzione o meglio ancora una carenza nel metodo e modo di catalogazione dei fatti stessi e delle notizie. Un esempio chiarisce il mio pensiero: quante volte sentiamo dire nelle trasmissioni tv " continueremo a seguire il fatto , perché noi non siamo abituati a dimenticare ", o qualcosa di simile? Ora chiediamoci : quante volte ciò è successo ? E se è successo è soltanto perché qualcosa è cambiato oppure , perché la tv e i giornalisti o le persone sono state col fiato sul collo dei responsabili? In sostanza a volte le cose cambiano perché noi interveniamo, ci diamo da fare e non molliamo. E ora di seguito qualcosa di più esplicito, tratto da unionesarda.it di oggi, 26 gennaio 2016:
Continuità , lo sciopero beffa:Alitalia taglia soltanto i voli sardi
Ci sono circa nove vertenze lavorative importanti in Sardegna, eccone una :
Continuità , lo sciopero beffa:Alitalia taglia soltanto i voli sardi
Lo sciopero dei controllori del traffico aereo blocca solo la continuità territoriale: mentre in tutto il resto d'Italia i voli sono decollati e atterrati regolarmente (salvo pochissime eccezioni) anche durante le sei ore di astensione dal lavoro dei dipendenti Enav, ieri gli unici collegamenti ad essere stati cancellati sono quelli di Alitalia.
Dieci voli in tutto tra arrivi e partenze all'aeroporto di Elmas. L'isolamento con Roma e Milano è durato dalle 10 alle 18. In quelle stesse ore, lo sciopero non ha bloccato il traffico delle altre compagnie sulla pista dello scalo cagliaritano. Gli aerei della Ryanair per Treviso, Bruxelles, Bologna, Pisa, Francoforte, Bergamo e Trapani sono decollati regolarmente. Nessun problema anche per l'arrivo del Napoli-Cagliari di Meridiana. Ci sono circa nove vertenze lavorative importanti in Sardegna, eccone una :
Palazzo del Consiglio regionale occupato dai lavoratori Alcoa.
Avevano annunciato azioni eclatanti per protestare contro "le promesse della politica alle quali non sono ancora seguiti fatti concreti" e così è stato.
Questa mattina gli operai diretti e indiretti della fabbrica dell'alluminio di Portovesme si sono incontrati a Villamassargia per poi fare tutti insieme rotta su Cagliari. Alle nove sono arrivati in via Roma ed è subito scattata la prima mossa: tutti al palazzo della Regione per bloccare la riunione del Consiglio. Il palazzo è stato occupato e gli operai hanno tentato di bloccare tutti gli ingressi.
La scorsa settimana gli operai avevano manifestato all'interno dell'aerostazione di Elmas e qualche giorno dopo avevano bloccato la statale 131 all'altezza di Sestu ed avevano distribuito volantini agli automobilisti.
giovedì 21 gennaio 2016
Se tanto mi dà tanto
Ho provato a cercare di far capire , prima che sia troppo tardi , che le cose importanti per ognuno di noi, secondo me, sono anzitutto le questioni pratiche e non i grossi temi internazionali. E' vero che questi ultimi, mettiamo il prezzo del greggio, o i prezzi dei cereali stabiliti alla borsa di Chicago , condizionano la nostra vita , ma ritengo che un paese debba fare di tutto perché i propri cittadini abbiano non solo una casa e un lavoro, ma che questi siano pure dignitosi. Oggi invece mi pare che alcune questioni stiano prendendo il posto di altre che, già in passato hanno offuscato le menti della maggior parte di noi: Saddam, Arafat, l'undici settembre, sono stati sostituiti dall'Isis, dalla crisi delle Casse di Risparmio, dai migranti ,dai rapporti con l'Ue. Si possono certo portare in agenda questi argomenti, ci mancherebbe altro, ma prima dò da mangiare ,e non certo alla Caritas, ai miei cittadini: anzi, siccome li rispetto e hanno una loro dignità, non devo umiliarli dicendo loro di iniziare a mettersi in fila dalle 9 del mattino (perché, purtroppo, siccome c'è la crisi siete in tanti e speriamo che ce ne sia per tutti), ma devo fare in modo che abbiano la possibilità e la certezza di procurarsi da soli ciò che gradiscono mangiare. Mi pare invece che le cose non siano così: del resto pensiamo prima ai migranti, al prossimo, ma non a quelli "di casa". Ecco che nasce la rabbia verso chi non è del posto: errore , se lo straniero non viene qui per imporci il suo modo di vedere la vita, se viene qui per convertirci, per obbligarci a vivere come vuole lui eccetera eccetera. La rabbia , l'incazzo, lo dobbiamo avere nei confronti dei nostri che invitano gli stranieri a venire in Italia, verso chi trova i soldi per loro e non per noi, per chi aiuta gli stranieri a diventare imprenditori e non fa lo stesso per i propri connazionali. E' sufficiente vedere tutte le dritte che gli incaricati e i volontari delle varie associazioni, forniscono ai migranti e agli stranieri in genere. Che poi sappiamo come alcuni mediatori o incaricati, già stipendiati, si facciano pure pagare dai propri connazionali per le varie pratiche, non ci interessa in questo momento: sarebbe altro fumo che ci impedisce e ci impedirebbe di vedere e sapere che i nostri problemi veri sono altri e dedicare le nostre energie a risolvere o a mettere dentro o sbattere fuori chi lucra sulla pelle dei migranti o dare quattro calci nel sedere a chi trova i soldi per gli stranieri (poverini! e i nostri cittadini che non vengono aiutati che cosa sono? merda!) e non fa lo stesso per gli italiani. Ma come ho già scritto anche in qualche commento recente, forse sono io che non ho capito un tubo: del resto ho scritto che non si dà più credito, che le banche e lo stato non aiutano. Ebbene mi è stato detto che non è così: le famose statistiche, i dati dicono il contrario. Ecco che mi sono guardato un po' di capannoni nella piana di Ottana, poi sono andato nel Sulcis, e poi nel sassarese: allora ho capito . Il credito ,ancora oggi, viene dato per i grossi lavori, per chi deve fare le cose in grande, ristrutturazioni aziendali o riconversioni industriali, bonifiche ambientali: non certo chi ha bisogno di 20 mila euro di scoperto, o di 10 mila per iniziare a lavorare. Anche 100 mila sono pochi, e non te li danno lo stesso. Ecco i dati giusti da dove arrivano: da lì, dalle grandi aziende che chiedono grosse cifre: è come mettere tre persone basse, come me ad esempio, e poi ne metti due ben più alte , e poi fai la media e vedrai cosa esce. Ma c'è anche un'altra cosa che mi ha fatto incazzare di recente, ed è la questione delle sofferenze e dei famosi 23 miliardi di euro di tasse che non si riescono a incassare in Sicilia: l'incazzo nasce dal fatto che occorre vedere quanto è davvero la sofferenza e come quindi si è formata, come mai la cifra è quella, se è lorda netta o se invece ci sono interessi, e se e come si può rientrare. (Su questo discorso del rientro scriverò un post a parte ma vi anticipo che ha e avrà a che fare con la possibilità di acquisto delle nostre banche da parte di società estere:e se queste chiudono i rubinetti ad aziende e privati e si incamerano,in qualche maniera, gli immobili in garanzia oltre a quelli già in possesso delle nostre banche? Così giusto per azzardare.) Pensiamo al famoso errore dei centesimi che da 70 o giù di lì diventano 500 e rotti e facendo un calcolo sui 23 miliardi di euro vediamo quanti sarebbero: ma così è troppo facile e devo invece appellarmi, e non per difendere gli evasori o presunti tali, ma soltanto perché se ti devo dare 100 , perché me li imponi tu "a prescindere", quando dovrei dartene "per logica e buon senso o perché non li ho guadagnati" 60 o 40, ecco che tutto il casino e linciaggio dei famosi evasori, va a farsi benedire. Vediamo di riparlare di Clearstream Euroclear: ah , già se ne sono tutti dimenticati e nei talk show è difficile parlare piano e farsi capire, dato che si viene interrotti da conduttori che non capiscono una mazza che sia una, e da cretini che interrompono per parlare di altro.
Etichette:
arafat,
banche,
borsa di chicago,
capannoni,
cittadini,
clearstream,
euroclear,
evasori,
isis,
lavoro,
migranti,
ottana,
saddam,
sassarese,
sicilia,
sulcis,
temi internazionali
mercoledì 20 gennaio 2016
Sinnai, nuova protesta dei migranti ospiti nell'hotel Burranca: colpito un cooperante, danneggiati gli infissi
Nuova protesta nell'hotel Burranca, lungo la strada tra Sinnai e Burcei, dove sono alloggiati circa 70 migranti.
Ieri sera tre ospiti hanno danneggiato una finestra e mobili, colpendo (così pare) anche un cooperante che gestisce la struttura con un pugno in faccia.
Sul posto sono arrivati anche i carabinieri di Quartu che hanno preso atto della situazione. Al momento non ci sono però querele.
Una vicenda seguita anche dal sindaco di Sinnai Barbara Pusceddu e dalla prefettura di Cagliari. Nella struttura sono presenti anche numerosi minorenni e due donne.
fonte unionesarda.it
http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/01/20/sinnai_nuova_protesta_dei_migranti_ospiti_nell_hotel_burranca_col-68-459975.html
Orroli, la gattina della vicina entra nel suo cortile e lui la strangola con un cappio: denunciato pensionato
La sua unica colpa è stata gironzolare nel cortile del vicino di casa della sua proprietaria.
Ad Orroli una gattina di pochi mesi è morta impiccata: strangolata da un cappio al collo, fatto di un filo di acciaio.
L'autore di questa trappola mortale un anziano di 71 anni del paese che è stato denunciato dai carabinieri per "uccisione di animale altrui".
Sarebbe stato lo stesso settantunenne a confessare il reato ai militari. E ad ammettere di aver compiuto il misfatto, perché infastidito dalla gattina che si aggirava sempre nel suo cortile.
Allora l'orrolese avrebbe preparato una trappola con un filo di acciaio. Un cappio mortale sistemato nel punto della recinzione dove la gattina era solita passare. Per l'animale non c'è stato scampo: il cappio l'ha soffocata.
Addolorata e sconcertata la proprietaria della gatta, una ragazza di 22 anni di Orroli, che pochi mesi fa aveva raccolto il povero felino dalla strada infreddolito ed impaurito e lo aveva adottato.
fonte www.unionesarda.it
http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/01/20/orroli_strangola_con_un_cappio_la_gattina_colpevole_di_entrare_ne-68-459964.html
mercoledì 13 gennaio 2016
Codardi ! E come non capirli
Quante volte abbiamo desiderato , vedendo un talk show, che il conduttore o chi per lui rivolgesse all'intervistato di turno qualche domanda che, noi al suo posto, gli avremo rivolto? Troppe volte, e forse anche ieri a Lady Fisco gli avremo chiesto se la proposta di Matteo Salvini per poter rientrare di alcuni milioni di euro poteva essere accolta.In sostanza non è molto lontana l'idea del leader della Lega Nord da quanto già il fisco concede alle grandi aziende e ai vip: cioè di pagare il 15 % di quanto sarebbe dovuto. E quindi perché non chiederglielo o non sposare anche noi questa idea? Forse perché si è codardi e si pensa che se si rivolge qualche domanda scomoda, si rischia il posto: è anche vero che c'è chi ,come Mario Capanna o altri, si rifugiano dietro "il diritto acquisito". Ma avrei voluto che ci fosse qualcuno che andasse oltre il semplice confronto tra stipendi di ,che so un poliziotto rispetto al capo della polizia" o di un usciere rispetto a un bidello o un applicato di segreteria, e si andasse a vedere i soldi che spendiamo male o che non adoperiamo per poter vivere meglio. Tuttavia manca sempre la solita domanda: e cioè se una cosa si può fare , come e in quali tempi. Poi c'è sempre tempo per discutere di cosa sia l'evasione fiscale, del perché alcuni dipendenti comunali guadagnano 90 mila euro all'anno e altri la metà e altri ancora oltre 120 mila: ci fosse qualcuno che stilasse un quadro ordinato ed esaustivo, non sarebbe male poterlo leggere.
martedì 12 gennaio 2016
Gente incompetente
Mi domando come mai ai vertici di associazioni di categoria ci siano , troppo spesso, persone incompetenti. Come faccio a dirlo e perché? Intanto perché si tratta di persone che non lavorano più per procurarsi la pagnotta , ma vivono dello stipendio , della gratifica che gli arriva dall'essere segretario, presidente, direttore, capo sindacale: non è certo uno che opera in regime di concorrenza, non deve farsi venire idee su come fronteggiare una situazione di crisi della propria azienda o attività. Tuttavia elargisce consigli, troppe volte sbagliati, su come lavorare in questi tempi duri. Peccato che vengano da chi ,alcune volte, non ha mai lavorato o da chi "ha trovato l'America" andando a occupare un posto che ,come minimo, dovrebbe competere a chi ha avuto e ha esperienza maturata sul campo. Ci sono tantissimi che non sanno più cosa vuol dire lavorare in un negozio, lottare per non farsi licenziare, coltivare un campo: sono quelli che danno consigli ai commercianti, sono in missione sindacale, organizzano le vendite dirette "dal produttore al consumatore" o gli agriturismi. Stiamone certi che non hanno problemi di denaro e che hanno anche idee su come lanciarsi in politica. Mi direte: perché generalizzare? Perché non ho mai visto persone ai vertici di consorzi, di associazioni di categoria, di sindacati, svolgere il proprio lavoro e poi, dopo e ritagliandosi il tempo, dedicarsi alla lotta di categoria. Ho sempre visto persone che hanno visto "quel posto lì", "quell'incarico", come un salvagente, come l'occasione della vita. Nessuno che abbia detto "mi tengo lo stipendio da 1.000 euro o da 1.400 euro" oppure "continuo a vivere con quello che mi dà il negozio o il mio campo" e rinuncio al resto. Questo, insieme ai consigli sbagliati, suggerisce che bisogna trovare il modo di arrangiarsi diversamente.
Ogni volta che succede ci ripenso
Quando qualcuno ritenuto ,a torto o a ragione, vip muore, non posso non pensare che, se fosse vero ciò che si diceva su di lui, poteva continuare a vivere ancora per un bel pezzo. E' anche vero che su un argomento come la morte,e di conseguenza poi sulla vita, c'è ancora tantissimo di cui parlare. La teoria secondo cui, ad esempio, sei tu che scegli quando è il momento di andartene, perché avresti esaurito o soddisfatto i compiti e le cose che dovevi fare , farebbe sì che uno può scegliere di morire a venti come a novantanni: ma c'è anche chi afferma che sarebbe una divinità a stabilire se hai esaurito i compiti da svolgere e quindi ti richiama alla base. Ma ciò che la morte di Bowie e di altri vip mi richiama alla mente è come mai persone che sarebbero state appartenenti a società segrete legate a riti esoterici e "strani" e comunque occulti, non abbiano poi le conoscenze e le capacità di sconfiggere malattie come il cancro o l'alzheimer. Tralascio l'argomento messaggi nascosti nei testi e nell'arte di Bowie, ma mi chiedo se chi magari canta una canzone che dovrebbe evocare o richiamare qualcosa, se non è conscio o non conosce il significato di ciò che pronuncia, ottiene egualmente il risultato. Tuttavia è sulla possibilità di evitare in qualche modo la morte e sopratutto in quel modo, ovvero lottando per 18 mesi nel suo caso, che mi dà da pensare.E lo dico per esperienza di parenti che ci sono passati indenni a fronte di altri che, al contrario, hanno trovato la morte tra atroci sofferenze. Non credendo ai vari rettiliani o illuminati, ma sapendo che alcuni come Bowie e altri vip sopratutto legati al mondo della musica ne farebbero parte, ecco la mia curiosità che, periodicamente posta qui o in altri blog e siti la domanda: possibile che non siano riusciti a salvarlo? In ogni caso la domanda di riserva ce l'ho pronta: è ricorso David Bowie alla medicina alternativa, che so di Di Bella o di Simoncini o di altri? E se sì con quali risultati?
sabato 9 gennaio 2016
E chi se ne frega
Come desiderato da un discreto numero di sardi, finalmente Ikea sbarcherà in Sardegna: pare per certo che avrà base tra Cagliari e Quartu Sant'Elena, in una traversa di viale Marconi che, per chi non lo sapesse, è una delle strade isolane con la più alta densità di traffico automobilistico. Finalmente credo ci sarà la possibilità di ricredersi sul risparmio che quel marchio dovrebbe dare !
Da tempo sostengo che ci sono decine di aziende produttrici ,e altrettanti negozi, che non hanno niente da invidiare a Ikea: purtroppo l'ignoranza, intesa come mancanza di informazione, produce facili entusiasmi destinati a durare il tempo tra la ricerca, l'acquisto, il confronto tra ciò che vogliamo o dobbiamo comprare e la verifica del rapporto qualità prezzo. E' come sempre dopo che ci si rende conto che si poteva comprare meglio e facendo anche restare i soldi nel proprio paese, nel proprio territorio. L'esterofilia è da sempre dominante e ciò , nel settore del mobile , è imputabile in buona parte sia ai produttori di mobili che ai rivenditori stessi. Il discorso vale anche per altri beni di consumo. Che fare? Uno come me non ci metterà piede, così come non metto piede nei supermercati , compresi quelli italiani: è una questione di principio e non certo perché ho superato i 50 anni e dovrei andare verso un rincoglionimento graduale ma inarrestabile. Peccato che il tema ,secondo me, si presterebbe a essere sposato da partiti o movimenti politici per riportare o convincere le persone, i cittadini, a comprare nei negozi tradizionali e boicottare i centri commerciali e gli ipermercati. Sul modo di intraprendere una simile crociata ci sarebbe da discutere perché ,se anche in tv e nei media passa il suggerimento del "lo trovate al supermercato" invece del "lo potete comprare nei negozi " , occorre rimboccarsi davvero le maniche e iniziare da subito a martellare, in ogni discorso che facciamo, con inviti palesi a "non andare nei centri commerciali", a non "comprare neanche un chiodo" nei vari ipermercati. Il pane si compra nel panificio o nella rivendita di pane, la carne in macelleria, il pesce in pescheria, i dolci nelle pasticcerie, frutta e verdura dal fruttivendolo, salumi e formaggi nelle salumerie , il caffè si consuma nei bar e non nei vari distributori automatici...eccetera eccetera eccetera
Lo stesso dicasi per l'abbigliamento dove i vari Zara Stradivarius Disegual & Company la fanno da padrone: esistono negozi che vendono le stesse cose o simili, e di qualità non certo inferiore, dove si può comprare bene. Non certo dai cinesi. Poi ognuno faccia ciò che vuole ma occorre ricordare alcune cose, che potete intendere come promemoria o ,se preferite, come mie semplici considerazioni: non pensare che la tua professione, il tuo lavoro, qualunque sia, possa ritenersi al sicuro. Lo pensavano anche i dentisti, eppure già negli anni 80 ,anzi a memoria mia a fine anni 70, c'era il "metodo olandese" o qualcosa di simile, che avrebbe dovuto far capire o ammonire su un turismo odontoiatrico in un prossimo futuro: oggi è la norma e tanti emigrano nei paesi dell'est per curarsi così come tante altre persone si recano sempre in quei paesi o anche in Tunisia per lifting. Ed ecco che alcuni professionisti del settore, aiutati dai media , si stracciano le vesti e lanciano strali che, però non arrivano a denunciare i peccati, le malefatte, il modo stesso di lavorare e intendere la vita, che è presente in altri settori lavorativi, in altre professioni: ed è questo l'errore, il peccato (secondo me) mortale, che viene commesso. Tu dentista o chirurgo estetico, tu ristoratore, tu ingegnere, tu parrucchiere, tu giornalista, tu conduttore televisivo, dovresti denunciare ciò che vedi. Il punto è che a te, evidentemente, ti sta bene, ti conviene: peccato che, sempre secondo me, il rapporto qualità prezzo non sia così vantaggioso. In apparenza potrebbe essere così ma qualche esempio, non sempre centrato, potrebbe credo aprire una discussione che ,lo dico in anticipo, non so dove potrebbe portare, dato che potrebbe non arrivare da nessuna parte. Mettiamo il parrucchiere che riceve, come cliente, un ingegnere: costui paga il giusto e se ne va. Peccato che per il suo progetto di ristrutturazione il nostro parrucchiere, invece di contattare e poi magari incaricare il "suo cliente ingegnere", si faccia fare il preventivo da un gruppo di ingegneri stranieri e, sempre a questi, gli affidi l'incarico. Lo stesso esempio potrebbe valere per il dentista o altre categorie: potrebbe essere un macellaio o fruttivendolo, laddove il nostro parrucchiere non compra nulla perché lui, poverino, compra al supermercato. Gli piace farsi infinocchiare!
Da tempo sostengo che ci sono decine di aziende produttrici ,e altrettanti negozi, che non hanno niente da invidiare a Ikea: purtroppo l'ignoranza, intesa come mancanza di informazione, produce facili entusiasmi destinati a durare il tempo tra la ricerca, l'acquisto, il confronto tra ciò che vogliamo o dobbiamo comprare e la verifica del rapporto qualità prezzo. E' come sempre dopo che ci si rende conto che si poteva comprare meglio e facendo anche restare i soldi nel proprio paese, nel proprio territorio. L'esterofilia è da sempre dominante e ciò , nel settore del mobile , è imputabile in buona parte sia ai produttori di mobili che ai rivenditori stessi. Il discorso vale anche per altri beni di consumo. Che fare? Uno come me non ci metterà piede, così come non metto piede nei supermercati , compresi quelli italiani: è una questione di principio e non certo perché ho superato i 50 anni e dovrei andare verso un rincoglionimento graduale ma inarrestabile. Peccato che il tema ,secondo me, si presterebbe a essere sposato da partiti o movimenti politici per riportare o convincere le persone, i cittadini, a comprare nei negozi tradizionali e boicottare i centri commerciali e gli ipermercati. Sul modo di intraprendere una simile crociata ci sarebbe da discutere perché ,se anche in tv e nei media passa il suggerimento del "lo trovate al supermercato" invece del "lo potete comprare nei negozi " , occorre rimboccarsi davvero le maniche e iniziare da subito a martellare, in ogni discorso che facciamo, con inviti palesi a "non andare nei centri commerciali", a non "comprare neanche un chiodo" nei vari ipermercati. Il pane si compra nel panificio o nella rivendita di pane, la carne in macelleria, il pesce in pescheria, i dolci nelle pasticcerie, frutta e verdura dal fruttivendolo, salumi e formaggi nelle salumerie , il caffè si consuma nei bar e non nei vari distributori automatici...eccetera eccetera eccetera
Lo stesso dicasi per l'abbigliamento dove i vari Zara Stradivarius Disegual & Company la fanno da padrone: esistono negozi che vendono le stesse cose o simili, e di qualità non certo inferiore, dove si può comprare bene. Non certo dai cinesi. Poi ognuno faccia ciò che vuole ma occorre ricordare alcune cose, che potete intendere come promemoria o ,se preferite, come mie semplici considerazioni: non pensare che la tua professione, il tuo lavoro, qualunque sia, possa ritenersi al sicuro. Lo pensavano anche i dentisti, eppure già negli anni 80 ,anzi a memoria mia a fine anni 70, c'era il "metodo olandese" o qualcosa di simile, che avrebbe dovuto far capire o ammonire su un turismo odontoiatrico in un prossimo futuro: oggi è la norma e tanti emigrano nei paesi dell'est per curarsi così come tante altre persone si recano sempre in quei paesi o anche in Tunisia per lifting. Ed ecco che alcuni professionisti del settore, aiutati dai media , si stracciano le vesti e lanciano strali che, però non arrivano a denunciare i peccati, le malefatte, il modo stesso di lavorare e intendere la vita, che è presente in altri settori lavorativi, in altre professioni: ed è questo l'errore, il peccato (secondo me) mortale, che viene commesso. Tu dentista o chirurgo estetico, tu ristoratore, tu ingegnere, tu parrucchiere, tu giornalista, tu conduttore televisivo, dovresti denunciare ciò che vedi. Il punto è che a te, evidentemente, ti sta bene, ti conviene: peccato che, sempre secondo me, il rapporto qualità prezzo non sia così vantaggioso. In apparenza potrebbe essere così ma qualche esempio, non sempre centrato, potrebbe credo aprire una discussione che ,lo dico in anticipo, non so dove potrebbe portare, dato che potrebbe non arrivare da nessuna parte. Mettiamo il parrucchiere che riceve, come cliente, un ingegnere: costui paga il giusto e se ne va. Peccato che per il suo progetto di ristrutturazione il nostro parrucchiere, invece di contattare e poi magari incaricare il "suo cliente ingegnere", si faccia fare il preventivo da un gruppo di ingegneri stranieri e, sempre a questi, gli affidi l'incarico. Lo stesso esempio potrebbe valere per il dentista o altre categorie: potrebbe essere un macellaio o fruttivendolo, laddove il nostro parrucchiere non compra nulla perché lui, poverino, compra al supermercato. Gli piace farsi infinocchiare!
giovedì 7 gennaio 2016
Alla fine ciò che conta è altro
Certamente uno come me si incazza perché alcune cose non solo non le ha capite, ma proprio perché non le capisco: forse non me le hanno spiegate per bene, o piuttosto sono io che ho ridotte capacità mentali, ragion per cui sono proprio io che difetto. E che cosa non ho capito? Non ho capito per esempio che cosa sia l'evasione fiscale e che cosa questa comporta: o meglio mi hanno indotto a credere che questa sia dovuta alla mancata emissione di scontrini fiscali, ossia quei pezzi di carta che vengono sputati dai registratori di cassa. E mi dicono che all'estero sia pressoché impossibile pagare un caffè o un paio di scarpe senza che uno riceva, nel contempo, anche il pezzetto di carta che certifica il pagamento : non ricordo di aver visto Derrick o Colombo ricevere questi pezzi di carta, ma ricordo che davano soldi di carta e non pagavano con le carte di credito, come pure nei vari telefilm crime americani o altri, simili, tedeschi. Del resto in Germania è il contante il mezzo di pagamento più diffuso e accettato, almeno stando a quanto diffuso, nel 2014 , proprio dalla banca centrale tedesca (salvo errore: vedere, in ogni caso, il sito rischio
Etichette:
blog,
centri commerciali,
colombo,
contanti. crime,
credito,
derrick,
ipermercati,
isis,
lavoro,
libri neri,
media,
presidenti,
siti,
terroristi
Iscriviti a:
Post (Atom)