Unione Europea. Costi dei trasporti urbani pubblici.
Giuseppe Sandro Mela.
2018-12-04.
Uno dei pilastri portanti dell’ideologia socialista affonda le sue profonde radici nella credenza che i trasporti urbani debbano essere gestiti come cosa pubblica.
Se il problema non fosse visto come dogma di fede politica, vi sarebbero ovviamente dei pro e dei contro.
I sostenitori della proprietà e gestione pubblica affermano che la rete dei trasporti urbani dovrebbe servire anche linee non remunerative in termini di biglietti venduti, essendo codeste denominabili come di pubblica utilità. I detrattori constatano invece la gestione antieconomica e clientelare della partecipate pubbliche, quasi tutte sull’orlo del dissesto.
Nel converso, nulla vieterebbe di pensare a concessioni totali ovvero parziali che possano garantire codesta tipologia di servizi.
Un altro discorso verte invece sulla ripartizione dei costi, ottenibile in molti modi differenti. Quanti vadano ad abitare in periferia godono usualmente di canoni di affitto minori rispetto alle zone centrali, ma nel contempo hanno maggiori costi di trasporto. Non si vede però per quale motivo, essendo la locazione di libera scelta, la collettività debba farsi carico dei maggiori costi di trasporto di una zona decentrata. Non a caso la legge prevede le tasse di scopo: i residenti di un quartiere decentrato possono chiedere il servizio pubblico di trasporti pagando una equa e ragionevole tassa per il medesimo, oltre ovviamente al biglietto.
*
Un argomento tabù verte i costi di esercizio.
Il trasporto urbano richiede gran dispendio energetico: ai fini del presente discorso è ininfluente che esso avvenga tramite prodotti petroliferi per motori a combustione interna ovvero che gli stesi prodotti petroliferi siano usati in una centrale elettrica. Sta di fatto che sono utilizzati e che costituiscano una voce di particolare importanza nei bilanci.
Ma su questi prodotti gravano tasse ed accise particolarmente severi: se lo stato rinunciasse a codeste entrate il costo di gestione dei trasporti urbani crollerebbe, più che dimezzandosi. È ciò che accade in Romania, ove il costo del biglietto ammonta a 28 centesimi.
Ci sarebbe infine il grande problema del personale.
Anche se i servizi di trasporto pubblico urbano sono dati in concessione, i dipendenti sono equiparati in molti paesi agli statali: per esempio, non sono licenziabili.
Sarebbe lecito domandarsi il perché di tali differenze.
*
Nel vedere come a Berlino il biglietto costi 4.70 euro non ci si stupisce se i partiti politici propugnatori di simili sistemi risultino essere poi penalizzati alle elezioni.
Una ultima considerazione.
Il governo populista polacco garantisce un biglietto a 1.02 euro, e quello ungherese a 1.09 euro. Il governo rumeno riesce a tenere il prezzo del biglietto a 0.28 euro.
Laddove invece siano al governo le sinistre, ossia partiti che dovrebbero avere a cuore il popolo lavoratore, i biglietti costano ben di più: 4.26 a Stoccolma, 3.22 a Copenhagen, 3.00 ad Amsterdam, 2.20 ad Helsinki.
A giudicare da codesti numeri, il popolo lavoratore è ben più sfruttato dai socialisti che non dai populisti.
A Bucarest costa 28 centesimi, a Roma 1,50 come a Cipro, Malta e Madrid. Anche Parigi carissima
Le lamentele e le critiche sono d’obbligo: il trasporto pubblico in Italia non gode di larghi consensi. A queste critiche si risponde, in genere: sì, ma in Italia il costo del biglietto è inferiore rispetto al resto d’Europa. E’ proprio così?
Il biglietto dei mezzi pubblici in Europa
A Roma il costo del biglietto è di 1,50 euro e dell’abbonamento mensile 35 euro. Per fare un confronto, Truenumbers ha fatto un giro tra le capitali europee per controllare quali sono i prezzi delle corse sui mezzi pubblici. Ogni compagnia ha svariate offerte che variano in base alla copertura della zona cittadina, al tempo di percorrenza e al tipo di mezzo pubblico utilizzato; in alcuni casi il minor prezzo dipende se l’acquisto del biglietto o abbonamento viene fatto tramite app.
Viste le diverse offerte agli utenti, abbiamo uniformato il dato prendendo in considerazione la tariffa base del biglietto di Roma, cioè: il prezzo è di 1,50 euro; utilizzabile all’interno del Grande Raccordo Anulare; per un tempo di 100 minuti e valido solo per una corsa in metropolitana. Abbiamo volutamente tralasciato la qualità del trasporto, argomento che Truenumbers ha già affrontato qui.
Il grafico sopra mostra, quindi, per tutte le capitali europee il costo del biglietto base e dell’abbonamento mensile secondo questi parametri: zona o zone centrali (massimo due); tempo minimo tra i 60 e i 100 minuti e solo una corsa metro, che tra l’altro è il massimo che concedono i biglietti base in tutta Europa.
Per pochi centesimi giri Bucarest
Osservando il costo del biglietto singolo, si nota come ci sia una sorta di progressività dai paesi dove il costo della vita è più basso fino a quelle dove il costo è molto più alto. Una corsa sui mezzi pubblici della Ratb di Bucarest costa solo 28 centesimi. E non è l’unica capitale ad avere il biglietto al di sotto 1 euro: ci sono anche Sofia e Vilnius.
Tuttavia, nella maggior parte delle capitali europee, 15 per la precisione, il costo del biglietto è nel range compreso tra 1 e 1,99 euro. La Bkv di Budapest fa pagare il biglietto 1,09 centesimi mentre a Tallinn si paga 1,10 euro. Come già detto, a Roma il biglietto costa 1,50, così come a Madrid, a Nicosia e La Valletta. L’azienda municipale della capitale maltese, però, presenta una singolare tariffa: 1,50 se si viaggia in inverno, mentre 2 euro se si viaggia in estate.
Il costo del biglietto a Berlino
I paesi del Nord Europa presentano i prezzi più alti dei biglietti. Partiamo da Dublino dove il costo è di 2,10 euro e la Dublin Bus raccomanda sul suo sito di munirsi di spiccioli perché il conducente non dà resto. Sui tram di Amsterdam, invece, si viaggia con un biglietto di 3 euro che può essere acquistato anche a bordo, ma guai a non farlo perché ci sono dei tornelli davanti alle porte d’uscita. A superare i 4 euro sono invece Stoccolma, con 4,26 euro, e Berlino, la città più cara d’Europa per muoversi sui suoi S-Bahn: ben 4,70 euro.
Il costo dell’abbonamento mensile
Nel grafico qui in basso invece ci sono i prezzi dell’abbonamento mensile. Abbiamo mantenuto l’ordine delle capitali del grafico sopra per evidenziare come, in questo caso, i prezzi non sono progressivi con il costo della vita.
La Ratb di Bucarest, segnata in celeste, anche in questo caso ha il prezzo più basso d’Europa, solo 7,44 euro. L’abbonamento più costoso lo si acquista a Parigi 68,60 euro, e a seguire Berlino con 63,42 euro. Madrid e Zagabria, che hanno un biglietto base rispettivamente di 1,50 euro e 1,34 euro, hanno degli abbonamenti molto alti: 54 euro nella capitale spagnola e 53,80 in quella croata. A Roma l’abbonamento mensile costa 35 euro, allo stesso livello della lituana Riga Satiskme.
I dati si riferiscono al: 2018
Fonte: Siti ufficiali aziende di trasporto
Nessun commento:
Posta un commento