Finché non tocca a loro, logicamente. Penso ai consorzi di acquisto che si vantano, ovviamente, di aver accorciato la filiera, ridotto o eliminato costi e passaggi ritenuti inutili e costosi: il risultato non so se vada a parare,come nel caso dei negozianti di mobili e arredi,e a loro dire, a volersi misurare con la GDO o a voler fornire supporti vari agli studi di progettazione di interni e architettura.
Sarebbe strano visto che la maggior parte dei rivenditori di mobili vede come fumo negli occhi i rappresentanti e agenti di commercio, che reputa inutili dato che c'è internet e i cd e i cataloghi e le fiere, ma sono acerrimi nemici proprio degli arredatori , delle imprese di costruzioni e di ristrutturazione, come pure di ingegneri e architetti: le ragioni sono che costoro, allorché si dedicano alla consulenza di arredamento, non si limitano più a suggerire ma anche a fornire sedie, divani,cucine eccetera e lo fanno rivolgendosi alle aziende o ai rappresentanti o ai grossisti.
Partendo dalla fine: i negozianti non vogliono più avere i rappresentanti come interlocutori, sostenendo che sui mobili si aggiornano se e come lo ritengono più opportuno, magari attraverso il web o ricevendo funzionari di vendita nel loro negozio; idem per gli studi di progettazione di interni che vanno in rotta con i negozi, dato che non vogliono avere a che fare né con questi né con gli agenti; ci sono poi i fornitori, le aziende produttrici che se è vero che si servono ancora di grossisti e di agenti per le vendite all'estero, è anche vero che per le vendite in italia stanno optando per l'immancabile carrello ben in vista nel sito web, e per i negozi a gestione diretta o in franchising, ma monomarca o con scarsa tolleranza di intrusi; se poi qualche negoziante di mobili vuole i loro prodotti, pagamento cash o anticipato (sopratutto se si tratta di fuorimisura).
Ecco un quadro che fa il paio con chi vuole gli acquisti centralizzati, eliminando con la scusa di costi differenti rilevati nelle varie regioni e per articoli uguali: peccato che si applicano i principi di questi economisti e consulenti statali, si permetterà soltanto ai produttori o presunti tali di partecipare alle gare di appalto per forniture allo stato, e si impedirà a diverse aziende di concorrere liberamente come i principi liberisti vorrebbero.
In sostanza già adesso ci sono numerosi vincoli e cavilli che hanno ridotto il numero di partecipanti agli appalti: tra fatturati milionari e l'aver eseguito lavori e forniture analoghe anche per fatturato (basta alzare l'importo della gara perché una nuova azienda non possa parteciparvi), nonché cauzioni e fideiussioni , e il gioco è fatto.
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