domenica 31 maggio 2015

Ancora sui distruttori menefreghisti

Come scritto anche nel post precedente, ci sono persone che occorre definire per ciò che sono: distruttori.
Distruttori di posti di lavoro altrui, allorché mobilieri che si consorziano, con la scusa di offrire servizi per i clienti e gli studi di progettazione, ma fanno fuori in un colpo solo agenti di commercio.
Ma c'è anche l'altra scusa, ovvero il voler limitare e contrastare lo strapotere della GDO, comprese la solita Ikea o Conforama ad esempio: peccato che i prezzi che si possono praticare, su articoli di eguale fascia di mercato, cioè bassa, siano uguali o anche inferiori e, cosa da non sottovalutare si possono offrire servizi aggiuntivi di rilievo compresi nel prezzo (trasporto, montaggio e progettazione).
A questo punto non si può dire che si vogliono abbassare i costi per dare qualcosa in più ai clienti ,(altra perla: linee di prodotti, articoli, pezzi unici), perché i prezzi bassi si possono già praticare da oggi,anzi dapprima chi voleva restare a competere sulla fascia bassa, sui prodotti furbi (con linee accattivanti ma i cui contenuti lasciano ,in molti casi, a desiderare), poteva farlo e senza eliminare il presunto costo dei rappresentanti.
Dulcis in fundo: non è vero che così creano o hanno creato posti di lavoro, anzi ne hanno eliminato.
Piccola dimenticanza: alcuni mobilieri se la prendono con le grandi aziende, ma scordano quando un agente di commercio che propone articoli nuovi o diversi, ma che non avendo l'ombrello o l'insegna del nome blasonato , della griffa, non hanno appeal ,e quindi non vengono presi in considerazione.
Il loro trucco, se così lo si può definire, è il sito on line, il solito e ormai stancante outlet (cui non dovrebbe credere più nessuno, visto che proprio chi sul mobile gioca sulla personalizzazione , sa che alcune realizzazioni sono pezzi unici e ,a seconda dell'azienda non esistono fondi di magazzino o fuori produzione!) , le riviste in stile postal market o vestro o Ikea, ma che ormai sia Semeraro o altri, realizzano a tutte le latitudini.
Ergo di nuovo non c'è niente, siamo alla scoperta dell'acqua calda.
Peccato che costoro da un lato se la prendono con le aziende di nome, quando queste servono gli architetti o chiunque debba arredare una casa o un albergo o una nave, e dall'altra vogliono diventare riferimento per progettisti: o si incazzano quando un'azienda apre un proprio negozio in zona frequentata a Milano o Roma, ma poi sono gli stessi che premono per poter acquistare proprio i prodotti di quella stessa azienda.
Un discorso che potrei continuare ma che voglio concludere, per ora, parlando ancora di appalti: perché centralizzarli con le solite Consip o similari?
Come si può pretendere di avere gli stessi prezzi dovunque? Vorrebbe dire che dovrebbero esserci solo alcuni fornitori e solo quelli: ecco io non ci sto e farò il possibile per insinuare dubbi su questo modo di decidere chi può o non può diventare fornitore dello stato.
Del resto ci sono altri modi per sapere se una sedia o una lampada hanno un costo sproporzionato: sarebbe come dire che 250mila euro per un'auto siano uno sproposito .
Eppure una Bentley costa così tanto, meno di una Pagani che ne costa 800mila ma ben di più di una Clio o di una serie 3: allora, come la mettiamo? 

Nessun commento:

Posta un commento