Sembra che sia proprio ciò che si fa quando il problema ce l'hanno gli altri.
Se ,come sappiamo, i centri commerciali hanno distrutto i piccoli negozi di quartiere e sotto casa, come mai tu cuoco o che so io, durante la trasmissione quando indichi gli ingredienti, insisti dicendo che "lo trovate al supermercato"? Perché non dici "lo trovate dal fruttivendolo"?
Idem come sopra per scarpe o abbigliamento o accessori.
Come mai non si invitano lettori o telespettatori a recarsi da un avvocato o un dentista che sta all'estero? Come mai si fanno le pulci ai piccoli negozi e non si fa altrettanto per la GDO?
E' presto detto: primo perché chi fa questi servizi si serve di quei negozi, cioè supermercati e Ikea per intenderci; il più che forse si concedono è il parrucchiere ma ,quasi sicuramente uno che sta nel centro commerciale o che lì ha una succursale.
Poi c'è il senso di fastidio e gli anni e anni di critica e di caccia all'evasore, il fatto che dinastie di commercianti si sono arricchite durante i tempi delle vacche grasse.
E se posso dar ragione ad alcune critiche, lo faccio però con osservazioni che non hanno lo scopo di sostenere che i centri commerciali sono la panacea per le tasche vuote o con pochi euro, né voglio che le cose rimangano così come adesso e cioè con i locali sfitti o in mano a cinesi e stranieri o kebabbari dell'ultima ora (per non parlare dei distributori open24 o le lavanderie 24h).
Quindi è vero che il commercio andava e va regolamentato, ma non certo per vedere e vivere ciò che avviene ora.
Il fatto è che a chi dirige l'orchestra va bene così, come pure a chi non commercia , cioè a chi per vivere svolge un altro lavoro: se guadagna poco gli vanno bene i discount o i negozi cinesi, i parrucchieri cinesi; se guadagna un po' gli vanno bene i vari Conad o Coop e l'immancabile Ikea, e ovviamente gli acquisti sul web (non sia mai che faccia guadagnare il venditore di Nike o di telefonia: Dio mi fulmini!).
Ecco che siccome non è una cosa che riguarda "loro", peggio per gli altri.
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