sabato 28 dicembre 2013

Viene quasi voglia di alzare le mani

Quando si espongono certi fatti, sopratutto riguardanti la situazione economica del paese, e quando si propongono soluzioni e correttivi, ma non si viene capiti.
Quando si dimostra che alcune scelte dei governi passati e di alcune amministrazioni pubbliche locali sono risultate ,non solo sbagliate ma anche assai dannose per l'economia, e non si viene capiti.
Ecco che alla luce di quanto sopra si alzano le mani ma non si deve pensare che questo sia un segno di resa: si alzano le mani per picchiare, forte, chi si ostina ad applaudire i vari centri commerciali, chi piange perché Ikea è lontana da casa, chi è triste perchè non c'è Mc Donald o perchè Decathlon ha aperto un punto vendita in un'altra città.
Queste persone che ignorano i danni fatti da chi ha permesso, sposando e accettando le direttive europee in materia commerciale, sono le stesse che inondano di commenti che applaudono la chiusura dei locali commerciali nei centri cittadini, convinti che i commercianti chiudono perché fanno prezzi troppo alti: questi commentatori, che evidentemente non sono persone che lavorano in regime di concorrenza (leale), sono quelli che facevano la ola quando i finanzieri o chi per loro chiedevano l'esibizione di scontrini a chi usciva dai negozi che loro avevano deciso di controllare .

Questi commentatori sono individui convinti che il commerciante o l'artigiano, che dichiara un reddito basso è un evasore: peccato che non siano mai stati neanche una settimana a lavorare in un negozio, o se ci sono stati in qualità di commessi, forse non sanno tutte le spese che comporta tenere aperta e viva un'attività in proprio.
Questi sputatori di sentenze, sono quelli che sono convinti che il dipendente ,e solo lui, paga le imposte e le tasse, dimenticandosi che in Italia esiste la figura del sostituto di imposta, e che quindi quanto lui dichiara di pagare e che versa allo stato gli è stato versato dal datore di lavoro attraverso i contributi, ad esempio.
E' semmai vero che ogni volta che qualcuno, come è successo anche al sottoscritto, fallisce, chiude la propria attività, ci sono versamenti in meno, una serranda chiusa, un locale da riaffittare o vendere: c'è tutto un indotto che piano piano si assottiglia, dal bar che fa meno caffè, al corriere espresso che riduce le sue consegne, al pulitore di vetrate che trova una o più vetrine in meno da lavare.
Ma a questi signori, pensionati o dipendenti (dello stato o di non so dove), evidentemente importa soltanto se c'è l'offerta al Conad o all'Auchan, se il Mc apre anche a capodanno o se da Coin ci sono i saldi.
Per loro i negozi sono quelli in franchising, non certo quelli autonomi e indipendenti: ed è un peccato che la pensino così, perchè questi ultimi sono o sarebbero tra i pochi attenti alle esigenze dei singoli clienti, sono quelli che cercano i prodotti e gli articoli più interessanti, più "nuovi e diversi", quelli che non hanno le "solite cose".
Però vai a farglielo capire. Infatti non comprendono che il negozio indipendente è fatto per chi non vuole essere omologato, per chi non vuole sentirsi per forze e comunque uguale agli altri, per chi pensa ed è convinto di essere,come dovrebbe essere, unico e irripetibile.
Quando vendevo arredamenti, ad esempio, ho arredato ambienti unici, cercato di personalizzare il più possibile ogni singolo pezzo: non arlecchinando, non proponendo cose pacchiane e dozzinali, quelle le lasciavo e le lascio a chi è convinto che il prodotto migliore sia quello che costa di meno, a chi cambia il latte perchè invece di costare 65centesimi da oggi ne costa 69, a chi è convinto che le sedie sono tutte uguali.
Ciò che comunque aumenta il nervosismo, il mio almeno, è che politici ed economisti nonchè blogger e giornalisti, siano disinteressati all'argomento: mi stupisco che non si accorgano di come la morte dei piccoli e medi esercizi commerciali sia la fine di tutto ciò che ,ancora, ci circonda, e di come queste chiusure quotidiane segneranno il nostro modo di vivere: ciò riguarderà chi ancora disporrà di uno stipendio, dato che l'ulteriore plauso all'uso di card e denaro di plastica, il divieto o il limite nell'uso dei contanti, impedirà di ricevere elemosine o di trovare denaro per strada.
Si sono chiesti ,questi onesti lavoratori, cosa succederebbe a loro se perdessero il posto? 
Non potranno nemmeno recarsi al discount nè ricevere aiuti particolari, perchè se faccio sparire 50 o 100 euro per aiutarli, dovrei fare un bonifico e giustificarlo al fisco e ai miei familiari ,mentre oggi come oggi, potrei sempre "averli persi" (lasciando che il mio altruismo resti un segreto).
Si potrebbe continuare con gli esempi e ricordo ancora che chi ,ancora oggi, si crede al sicuro
in un futuro non lontano potrebbe ritrovarsi col sedere per terra.
Di chi parlo? Dentisti e chirurghi plastici a parte, già toccati da ambulatori e centri medici low cost che pullulano come funghi in Europa e Africa , ci sono studi di ingegneria nonchè tutti i vari industriali che delocalizzano: peccato che si parli solo di questi ultimi nei vari talk show e che i medici siano,invece, difesi a spada tratta nei servizi dei vari tg.
Come non mi piace sentire che ci devono essere aiuti per chi esporta, mentre non si fa niente per chi vende o vorrebbe vendere in patria.
I famosi aiuti per il commercio al minuto, intesi come denaro e accesso al credito, io non li ho visti: se poi si parla di possedere i requisti, allora siamo alla solita presa per i fondelli.
Sapeste il calvario, inutile peraltro, che deve vivere chi denuncia usurai e non riceve niente dallo stato, allora ,forse, capireste il perché di questo post.

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