lunedì 9 dicembre 2013

Perché senza risposta

Tante volte leggendo dei post perché nessuno dei miei dubbi fosse presente nei vari ,e talvolta numerosi, commenti.
Prendiamo il male del secolo, il cancro: come mai i vari ricchi e famosi, non ricorrono alle cure dei vari Di Bella o comunque alternative? E se è vera la prevenzione o lo stile di vita, come mai nonostante alcuni di questi vip conducano una vita, non dico morigerata ma comunque distante da stravizi, incappano come altri comuni mortali in queste disgrazie?
Pensavo che chi può, pagando, e pagando bene, richiedere l'ausilio di luminari alternativi, dovrebbe farlo: se dovesse succedere a me, potendo, pagherei per restare in vita e ,sopratutto, per non soffrire.
C'è poi la questione delle scie chimiche: e anche in questo caso mi chiedevo se mai qualcuno si fosse preso la briga di rivedere, in film datati, in vecchi filmati (anche familiari, tipo super8 o vhs) ,o in quadri e dipinti, qualcosa che si possa avvicinare o perfino essere una scia chimica.
Anche in questo caso, nisba: nessuno che avesse idee simili alle mie.
Altra questione riguarda i dati che vanno a finire nelle centrali rischi, nonchè quelli cartacei vecchi di anni: come mai nessuno si prende a cuore la sorte di persone che vengono iscritte nei libri neri e ci rimangono vita natural durante? E perché nessuno vieta l'uso di questi dati, la loro conservazione (cartaceo) in archivi digitali o tradizionali?
Parlando di protesti e falliti: avete sentito qualche politico che si è fatto paladino di queste migliaia di persone e delle loro famiglie?

Conclusione: vedo e sento che si parla di 8 o 5 per mille, di richieste di associarsi , di prevenzione, di aiuti per terremotati e alluvionati, ma nessuno che permetta a migliaia di individui di rimettersi in carreggiata.
Per questo faccio un parallelo: quando nel 2005 iniziai a bloggare su leo.it tutti parlavano di Saddam, Osama, Palestina, Afghanistan :invece io  inutilmente richiamavo l'attenzione sulle difficoltà dei falliti, dei protestati, e sulle aziende che delocalizzavano, sui negozi che chiudevano.
Questi argomenti, che ritengo ancora attuali, anzi forse anche più di ieri, vengono, di fatto, snobbati . 
 

Nessun commento:

Posta un commento