Se non ci avete fatto caso i media, e credo anche il web, non presenta niente di nuovo a livello di proposte, non dico per uscire dalla crisi, ma per migliore la qualità della vita dei cittadini italiani.
Quando c'è qualche cosa di nuovo, questa riguarda le aziende che devono esportare ma non tocca minimamente gli interessi dei piccoli commercianti o degli artigiani ,che vedono sempre più di rado clienti.
In sostanza nessuno parla di diminuire l'iva, nè di rinegoziare i debiti verso lo stato, intesi come cartelle esattoriali ,tasse o multe che siano: a mio parere sarebbe indispensabile permettere di mettersi in regola con nuove regole e senza che queste ultime siano dei cappi al collo.
Giustamente c'è chi ha osservato che è inutile diliuire in 120 mesi un debito verso Equitalia, quando non si ha un reddito: e chi conosce la procedura per ottenere questa dilazione sa bene che per ottenerla è necessario dimostrare di possedere determinati requisiti.
Chi come me è pratico o conosce il fallimento, sa che numerosi falliti non avevano, ad esempio, la contabilità in ordine, e ciò ha impedito loro di usufruire di alcuni meccanismi che avrebbero impedito il fallimento stesso o almeno di far valere la cessazione dell'attività stessa entro i termini che impediscono la dichiarazione di fallimento.
Detto ciò fa rabbia vedere che non esiste nessun progetto atto a restituire alle città le attività commerciali e artigianali: logicamente con qualcosa al passo coi tempi.
Pare che le uniche attività gradite ai comuni e allo stato siano quelle degli extracomunitari,e a seconda delle aree geografiche privilegiano i cinesi.
Anche qui a Cagliari proliferano i parrucchieri e ,recentemente, anche le sartorie: queste prima erano inglobate nei negozi di abbigliamento,ma per creare delle vere e proprie strade occupate solo da attività gestite dai cinesi ecco che prendere in affitto e occupare un'altra vetrina, fa parte di una strategia ben precisa.
Ma di questi problemi importa poco o niente.
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