In merito al post precedente,non mio come sapete e come è scritto, non posso non ripensare alle mie esperienze, a ciò che ho visto e saputo. Essendo nato e cresciuto nel mondo dell'arredamento, ho visto aziende terziste crearsi un marchio e proprio grazie a chi aveva pensato, che sarebbero rimaste terziste sine die.Invece alcune di queste, penso al settore sedute per ufficio, sono divenute prima assemblatrici, poi hanno pensato di introdurre dei modelli firmati da giovani disegnatori.Altre aziende, non terziste ma innovatrici, sono state invece scippate,di fatto, della loro creazione: penso a chi ha creato per prima il tavolo da salotto che sia alzava e abbassava mediante una cremagliera, lungaggine burocratica e al non essere riuscita,per tempo, a far valere la propria ragione. Ma siccome a volte Dio vede e provvede, la stessa azienda, di rilevanza nazionale e internazionale (mi pare da poco acquisita, come pacchetto azionario ma non ricordo da chi:sarà il solito fondo monetario del cavolo e che bada solo agli utili) è stata a sua volta fregata, perchè il terzista del pesarese da cui si faceva realizzare il meccanismo, a sua volta decise di venderlo anche a terzi,e poi se non ricordo male ,lui stesso creò una sua linea di tavoli.Così come ricordo ancora ,sempre nel pesarese, di come un azienda terzista venne a propormi la fornitura di poltrone con scocca in multistrato di legno verniciato, seppure loro avessero un contratto di esclusiva verso una nota azienda; sempre la stessa azienda forniva il legno curvato ad altre che non disponevano di tecnologia adeguata;così come una nota azienda della Brianza, si rivolgeva fino a 15 terzisti diversi per evitare di essere "copiata". Oggi si pensa ai numeri e non al prodotto:devi sfornarne chissà quanti per avere la resa. C'è da discutere e da pensare.
ps.:storie simili ne esistono tante altre e quelle riportate oggi,forse,non sono nemmeno le più interessanti.
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