venerdì 23 novembre 2018

Trump, Roberts ed il problema della Magistratura.

Giuseppe Sandro Mela.

2018-11-22.

Breughel il Vecchio. 1562. La caduta degli angeli ribelli.

Il buon Machiavelli aveva ammonito i potenti:

«silentium et archivium prima instrumenta regni»

Silenzio e documentazione sono i principali mezzi di governo.

Solo pochi eminenti personaggi storici quali il cardinal di Richelieu oppure Klemen von Metternich seppero governare con il silenzio. La Corte Suprema del Sacro Romano Impero era il pilastro portante di tutta la struttura politica, garantendo un’equa giustizia a tutti i cittadini: fu il vero cementante dell’Impero. I giudici che la componevano avevano il divieto assoluto di parlare in pubblico.

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Da sempre i rapporti tra potere politico e potere giudiziario sono retti da sottili equilibri, altamente instabili, e la diatriba intercorsa tra Mr Trump e Sua Giustizia Roberts ne rimarca importanza ed urgenza.

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I fatti sono, o dovrebbero essere, noti. Riportiamo la versione pubblicata dalla Bbc.

Chief Justice Roberts rebukes Trump’s ‘Obama judge’ gibe

Una Corte Distrettuale della California ha sentenziato contro un ordine Esecutivo emesso dal Presidente Trump circa i migranti richiedenti asilo.

«Mr Trump on Tuesday called a jurist who ruled against his asylum policy an “Obama judge”.»

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Immediata la risposta del Capo della Corte Suprema americana, Sua Giustizia John Roberts.

«US Supreme Court Chief Justice John Roberts has taken the extraordinary step of rebuking President Donald Trump’s criticism of a federal judge.

“We do not have Obama judges or Trump judges, Bush judges or Clinton judges …. What we have is an extraordinary group of dedicated judges doing their level best to do equal right to those appearing before them.»

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«Chief Justice Roberts’ Supreme Court colleague Ruth Bader Ginsburg has been a far more outspoken critic of Mr Trump. …. In 2016, the liberal judge apologised for calling Mr Trump a “faker” in an interview after coming under fire for commenting on a candidate as a jurist.»

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«Members of the Supreme Court – in fact, the whole of the federal judiciary- like to think of themselves as above and apart from the tumult of American politics. …. The politicisation of the judiciary is now reaching a crescendo»

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È sempre molto difficile cercare di essere equilibrati quando si tratta di un problema politicamente incandescente.

Tuttavia un tentativo val bene la pena.

– Una sostanziale non ingerenza del potere politico nella Magistratura e della Magistratura nel potere politico è una pura e semplice utopia: occorrerebbe stare con i piedi sulla terra ed accontentarsi del meglio possibile.

– Innanzitutto sarebbe opportuno ricordare come il potere politico sia, almeno in Occidente, conseguito tramite la vidimazione elettorale, mentre quello giudiziario è ottenuto per nomina.  Sono i politici in carica a nominare i giudici. È del tutto naturale che il politico al momento al governo nomini giudici a lui vicini, se non per convinzione almeno per utilità.

– La nomina di Magistrati a vita è sicuramente prassi benvenuta per il Governo che nomina, ma nel contempo è un severo ostacolo all’esercizio delle pubbliche funzioni di un governo subentrante, che si ritrova un corpo di magistrati avverso. Ma le diverse fazioni si alternano al governo: ne consegue che l’Occidente si trova handicappato nei confronti di sistemi politici più snelli ed efficienti. La capacità operazionale del Governo dovrebbe sempre venire prima di ogni altra istanza.

– Se si concorda con Sua Giustizia Roberts che non dovrebbero esistere “Obama judges or Trump judges” ma solo giudici imparziali, si deve però prendere dolorosamente atto che nella realtà dei fatti esistono, e si vedono all’opera, gli “Obama judges“. Una cosa sono gli enunciati di principio ed un’altra i fatti. Se si parla di “Obama judges” è per il semplice motivo che esistono.

– In molte nazioni esiste l’istituto giuridico dell’immunità parlamentare, anche se le giurisprudenze in materia variano grandemente.  L’indipendenza dai magistrati dai politici ha un senso compiuto solo se, e solamente se, anche i politici siano indipendenti dai Magistrati. Ribadiamo però, anche se già detto, che i magistrati sono nominati, mentre i politici sono eletti: due figure ben differenti.

– Se i Magistrati tengono alla loro onorabilità, come sarebbe giusto e doveroso, si facciano allora parte attiva nell’isolare quanti tra di loro si comportano in modo opinabile.

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Da ultimo, ma non certo per ultimo, prendiamo atto di un problema spinoso.

Se si potrebbe trovare ragionevole che una Corte di livello adeguato, una Corte Costituzionale per esempio, vagli se un provvedimento governativo sia o meno aderente ai dettami costituzionali, sembrerebbe altrettanto ragionevole escludere da tale capacità giuridica Corti di livello inferiore.

Sembrerebbe essere illogico prima ancora che ingiusto che un giudice di una minuscola Corte possa esprimere un giudizio su di un provvedimento governativo e, soprattutto, possa persino bloccarne l’esecuzione su tutto il territorio con effetto immediato.

A nostro sommesso parere, se sia lecito che una Corte abbia dubbi sulla costituzionalità, sembrerebbe essere doveroso che essa rimetta il tutto al vaglio della Suprema Corte, essendole precluso l’atto ingiuntivo.

In caso contrario, perderebbe senso il nominare una Corte Costituzionale: qualsiasi giudice ne surrogherebbe le funzioni.

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