Immagini girate da droni ci hanno resi tutti spettatori di qualcosa che non avevamo mai visto : centinaia di migliaia di alberi abbattuti nelle foreste Venete dalla recente fortissima perturbazione di venti e nubifragi. Una distesa interminabile di alberi rasi al suolo che, dall’alto, assumono l’aspetto di sovrapposte tesserine da domino cadute, ma questo non è un gioco irreale e si stentava a crederlo.
Desidero dare risonanza, per il particolare interesse e importanza, a una intervista rilasciataci all’interno della trasmissione radiofonica cui partecipo. Un punto di vista informato che sostituisce tante banalità di pensiero cui siamo vittime. Parla un Forestale, il Dott. Giustino Mezzalira di Veneto Agricoltura.
Riassumo i concetti espressi : venti di intensità finora sconosciuta, si parla di 150-190 Km/h si sono abbattuti sulle nostre foreste in larga parte create da noi a seguito della distruzione della prima guerra mondiale, impiantando nell’altopiano di Asiago la specie di abete rosso (l’albero di Natale) che meglio attecchiva sui suoli martoriati e denudati dai
conflitti.
Quelle foreste pionieristicamente impiantate tra gli anni ‘20 e ‘40 avrebbero dovuto tuttavia essere seguite nella loro evoluzione e l’errore è stato non aver dato luogo a un’opera di rimboschimento con una composizione più mista e una struttura più articolata per rinforzarle da insulti come forti venti e nevicate; ma a testimonianza della eccezionalità dell’evento atmosferico, va detto che sono cadute anche foreste secolari forti.
Il clima è più violento, spiegano i climatologi, per effetto del notevole surriscaldamento delle acque del mare Mediterraneo, ciò comporta un accumulo di energia e in Autunno lo scontro con l’aria più fredda dell’Oceano Atlantico genera delle vorticosità, lo scirocco continuo con energie molto più forti che in passato.
Quindi il cambiamento climatico impone di fare selvicoltura, la tecnica di coltivazione dei boschi, con una programmazione di proiezione pluridecennaledi nuove foreste che dovremo ripiantare in base a tecniche ben diverse rispetto al passato.
Per realizzare questo obiettivo è necessario anche l’aiuto di tutta la filiera foresta-legno per trasformare il nostro legname direttamente nelle zone Alpine, Padane, riappropriandoci di un importante settore economico legato alla selvicoltura, mentre finora il nostro legname lo abbiamo mandato ai nostri vicini Austriaci, Francesi, Svizzeri che sanno ben valorizzarlo con attività imprenditoriali di segherie.
Sia i nuovi boschi che quelli antichi li abbiamo costruito noi e non sono opera della natura, non sono solo un paesaggio da ammirare ma necessitano di regolare manutenzione tramite motoseghe, al di là di “ambientalismi da salotto”, le banalità di pensiero cui accennavo in apertura. Perché il legname che non abbiamo tolto al momento opportuno come manutenzione ce lo ritroviamo poi a valle…
In particolare le nuove foreste necessiteranno anche di un controllo faunistico (cervo, capriolo e cinghiale) per preservarne la corretta crescita iniziale, per cui anche gli animalisti devono imparare nozioni in più per un obiettivo primario comune, i boschi in ricostruzione.
In particolare le nuove foreste necessiteranno anche di un controllo faunistico (cervo, capriolo e cinghiale) per preservarne la corretta crescita iniziale, per cui anche gli animalisti devono imparare nozioni in più per un obiettivo primario comune, i boschi in ricostruzione.
Siamo assolutamente autosufficienti in Italia quanto a nuovi impianti vivaistici per la ricostruzione dei nostri boschi, ma la collaborazione della politica è essenziale perché finora non si sono accettati programmi di responsabilità sul lungo periodo, preferendo azioni politiche a breve termine con l’unica finalità di facili riconoscibilità dal pubblico degli elettori al fine di riconferme elettorali e non di sicurezza della collettività.
Ma la politica cambia, aggiungo io, se la collettività è a conoscenza delle priorità sociali e a questo dedico il mio articolo.
Ricordiamoci che i politici sono lo specchio di chi siamo. E’ la consapevolezza collettiva, la civiltà di un popolo a fare la politica. Infatti i politici realizzano quello che pretendiamo attraverso un voto pieno di informazione, consapevolezza ed etica.
Ricordiamoci che i politici sono lo specchio di chi siamo. E’ la consapevolezza collettiva, la civiltà di un popolo a fare la politica. Infatti i politici realizzano quello che pretendiamo attraverso un voto pieno di informazione, consapevolezza ed etica.
Per aiuti :
SMS solidale per Liguria, Veneto e Friuli Venezia Giulia inviato al numero 45500 (SMS)
e
Bonifico per il Veneto, codice IBAN IT 75 C 02008 02017 000105442360
Causale : “ VENETO IN GINOCCHIO PER MALTEMPO OTTOBRE-NOVEMBRE 2018”
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Causale : “ VENETO IN GINOCCHIO PER MALTEMPO OTTOBRE-NOVEMBRE 2018”
Valentina Lucarelli
Consulente legale, specializzata in Diritto alimentare, blogger e speaker radiofonica
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