venerdì 7 settembre 2018

Le domande che, per paura*, non si rivolgono mai

Ci sono persone che svolgono determinati lavori, hanno incarichi importanti, sono come si usa dire "personaggi in vista": ebbene , a costoro, come è abitudine , certe domande non si possono fare. O meglio, è assai difficile che ciò avvenga, e anche quando avviene le sorprese, in negativo, non mancano. Purtroppo, da tempo, anche i giornali cosiddetti indipendenti, che a parole non hanno padrone, hanno tolto, eliminato, le rubriche stile "hanno detto", quelle in cui erano riportati gli impegni presi davanti alle telecamere, in conferenza stampa. Del resto è semplice sottrarsi, oggi più che mai, e far sapere che un impegno è stato disatteso per cause non dipendenti dalla nostra volontà: della serie che ,noi c'eravamo, eravamo pronti, ma non è dipeso da noi, dalla nostra volontà e impegno che confermiamo. Frasi di circostanza, che un qualunque ragazzo anche non troppo sveglio, sa che sono "frasi del cazzo e che non stanno né in cielo né in terra", frasi buone solo a far incazzare chi, al contrario, a quelle promesse aveva, magari, affidato le proprie speranze e i propri sogni: come quando sai che i fondi ci saranno a settembre, e invece passa settembre e pure ottobre, e finisce l'anno, e non c'è traccia dei fondi per X categoria, Y progetti e così via. Che ci volete fare? I fondi, i soldi sono stati dirottati e hanno cambiato capitolo di spesa, e quindi, per adesso, non sono più disponibili ma ...lo saranno presto. Quando? Questo non lo sappiamo. Il resto potete immaginarlo. Per restare sul concetto di mancanza di impegno, di assenza di responsabilità, dato che poi nessuno ha o avrà colpe e , cosa più importante, non c'è nessuno, nel caso dei soldi, non esiste un Soros di turno, un banchiere, un vip, che dica: quanto vi
serve? 3 milioni? 20 milioni? Eccoli qui, poi me li darete quando saranno nelle disponibilità di cassa: sempre che si possa fare. Per restare sempre sul concetto, che è più importante del caso specifico, ecco che proprio ieri, un tale, mi pare un magistrato, uno di quelli che indaga (non ho mai capito come fanno: nei film francesi o americani o inglesi, io vedo i vari commissari, ispettori, detective , che indagano, quasi mai uno in giacca e cravatta e che arriva a lavoro alle 10 del mattino con un auto blu e lavora tre giorni su sette: ah, giusto, quella è fiction, peccato! però è bello vedere quando le cose funzionano) quando gli hanno chiesto qualcosa, lui ha detto "che non rispondo a chicchessia": ci sono rimasto così, ma poi mi sono ricordato che siamo in Italia, e giudici e magistrati, nonché forze dell'ordine, non rispondono a nessuno se e quando non svolgono come si deve il proprio lavoro, se e quando sbagliano sia perché svolgono male il proprio lavoro sia quando volutamente lo fanno male. E c'è poco da stare allegri, perché non è che il mondo , il nostro , quello dello stivale per intenderci, sia pieno di persone radiate dall'albo, di qualunque albo si tratti: ci sono i distinguo, lo so; del resto non ho visto, a memoria mia, che un avvocato sia stato radiato dall'albo, come non mi pare sia successo a un giudice o magistrato o cancelliere; al massimo sono stati sospesi e forse, dico forse perché non ho elementi, perché era troppo evidente la cosa, diversamente passava in cavalleria, stile non luogo a procedere e archiviazione. Per altri non è così semplice, invece: un tavolino mal messo, e chiudi per un mese più la multa, la sanzione, e la cattiva pubblicità , la brutta fama: per altri casi , invece, se vuoi sapere se e come procedono le indagini, ti sentirai dire che "stiamo procedendo, stiamo lavorando", oppure ,come ha detto ieri quel tizio, "non rispondo a chicchessia" . Lui fa e non deve dare spiegazione: del resto ce lo aveva già detto il Bennato dei tempi d'oro, quando cantava "in prigione, in prigione, anche tu in prigione, in prigione , in prigione e non do spiegazione": infatti, non deve spiegare un cazzo! Tu devi fornire tutti i dati possibili, i tuoi spostamenti, e occhio! devi anche giustificarli e motivarli, stile Usa e grande fratello. Ora è prassi, almeno in 3/4 del pianeta, che a certi livelli, non si devono fornire gli step , non si deve dire "stiamo facendo o abbiamo fatto" e queste sono le date e qui trovate i riscontri: col cavolo. Loro parlano con le delibere, con gli atti: ce ne sono? Vuol dire che abbiamo fatto: non ce ne sono? Vuol dire che faremo. Del resto abbiamo un sacco di cose da fare, abbiamo grandi e gravose responsabilità, non scherziamo mica, facciamo sul serio. Che cosa? E' mistero. Un ponte che è tre anni che è crollato e che doveva già essere rimesso a posto, nel nord Sardegna, è ancora lì che crea disagio. Il piano di sicurezza a Olbia? Quello proposto non andava bene; un nuovo piano richiede sei mesi sei di discussione: dopo di che potrà andare in appalto e realizzato ...non si sanno i tempi. Amici miei, le cose stanno così: nessuno è responsabile e le cose, viste dal di fuori è vero che appaiono più facili ma...mettiamo il caso che si forniscano i dati per un ponte da ripristinare, i dati per mettere in sicurezza un edificio, e come nelle migliori barzellette, un francese , tedesco, un inglese, ti dicano che ci vogliono tot mesi, invece che tot anni, tu che cosa penseresti? Intendo dire della tua burocrazia, degli enti preposti, del tuo paese? Diciamo che sono cose che fanno rabbia, fanno incazzare: una volta un tale , che lavora nelle forze dell'ordine, mi disse che "tu non hai idea di come si svolgono le indagini". Tra di me ho pensato "meno male". Se si spiegasse, ma non lo si fa, l'iter per rimettere in sesto un ponte crollato, e lo si facesse con la dovuta chiarezza, non sarebbe una cattiva idea: ma lo farei anche affiancandolo con una tabella comparativa, dove mi fanno sapere che tempi e che livello qualitativo complessivo si riscontra in altri paesi europei ed extra. Lo si facesse anche con la giustizia, con la sicurezza e con tante altre cose, non sarebbe male. Magari alcuni siti web potrebbero avere un link permanente , aggiornato di tanto in tanto: bello scoprire che un insegnante all'estero è pagato il giusto, come riceve il giusto un giudice o un parlamentare (che qui sono ricoperti d'oro, anche quando vanno in pensione).
Le frasi che seguono, di Pier Paolo Pasolini, e pronunciate un mese prima del suo assassinio, dovrebbero essere scritte su cartelloni pubblicitari e magliette, ma è sufficiente ricordarsele e, se ce la si fa, agire di coneguenza:

*Ma, mentre contro gli uomini politici, tutti noi, cari colleghi della «Stampa», abbiamo coraggio di parlare, perché in fondo gli uomini politici sono cinici, disponibili, pazienti, furbi, grandi incassatori, e conoscono un sia pur provinciale e grossolano fair play, a proposito dei Magistrati tutti stiamo zitti, civicamente e seriamente zitti.
Perché?
Ecco l’ultima atrocità da dire: perché abbiamo paura”.

http://videotecapasolini.blogspot.com/2015/11/pasolini-il-mondo-28-agosto-1975-il.html 




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