C'è un termine, un vocabolo, una parola che tutti conosciamo e, nella sua accezione peggiore: burocrazia. Ora se la burocrazia fosse così
" l'organizzazione di persone e risorse destinate alla realizzazione di un fine collettivo secondo criteri di razionalità, imparzialità e impersonalità", e cioè come la definisce Wikipedia, sarebbe forse anche accettabile: ma è così? Ne siamo sicuri? Perché a me pare più simile a come l'avrebbe definita Casalino: una riprova è possibile averla da tutti quelli che diventano "nuovi eletti" in qualità di sindaco ad esempio. Provate voi a parlare con uno di questi, dopo che ha sostituito uno che era lì da due mandati consecutivi, e il cui partito è stato al potere per decenni: minimo dirà che è difficile trovare collaborazione e intendersi, giusto per non dire esplicitamente che "gli remano contro". Avevo già
scritto in merito quando, seppure a malincuore avevo saputo che qui da noi, Cagliari, era ed è così: nel senso che non è che un funzionario ti dice (uso il linguaggio parlato) "guarda che ho un sacco di pratiche da sbrigare e sbrigherò anche la tua" ,senza dirti quando: ma viene messa insieme alle altre,seppure è urgente, forse anche determinante perché poi un partito o un sindaco vengano riconfermati. Soltanto che i solerti funzionari, i capi ufficio, i responsabili , si appellano alle clausole sindacali, e quindi se gli fai sentire il fiato sul collo o li prendi di mira, è come aver lanciato un boomerang, ti ritorna indietro sul naso, e le tue pratiche, che poi sarebbero quelle di tutti nel caso di un comune o regione, vivranno l'iter solito, cioè lungo il tempo che decideranno questi burocrati: credete che se a primo acchito scorgono qualcosa da poter far correggere ipso facto lo fanno? Giammai: è un modo come un altro per ritardare la pratica. Manca questo, quest'altro è da rivedere: è con questo sistema che per rifare un ponte, non dico il Morandi, ci vogliono anni e anni. In altre realtà dove questi tizi, quando cambia il governo ,se ne devono andare è più difficile che ti mettano il bastone tra le ruote. Ecco il vero significato ,secondo me, delle sacrosante parole di Casalino che, ripeto, non mi piace: ma mi deve piacere,semmai, ciò che il governo vuole e deve fare.
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