lunedì 27 agosto 2018

Non ho tempo, mi dispiace!

Quante volte ce lo siamo sentiti ripetere, da amici o conoscenti? Eppure è ciò che il più delle volte succede allorché si dovrebbe cominciare a discutere: ma dovrebbe accadere dopo aver parlato o ascoltato. Si comincia a ragionare, a esporre il proprio pensiero o il ragionamento, si argomenta. Invece un corno, perché appena la tua o mia frase si allunga e va oltre qualche parola, ecco che ,almeno così sembra, chi ascolta non capisce più un tubo, si perde. E' anche vero che a volte ciò accade perché il nostro interlocutore è tutto preso dal proprio smartphone: e cioè legge o invia messaggi e quindi non si dedica a noi. La cosa triste è che la stragrande maggioranza degli individui si comporta in questo modo, mentre ci consola che non è un trattamento speciale che ci viene riservato perché, che so, siamo antipatici o leghisti: vale per tutti. E allora? Allora niente. Nessuno legge più un post che vada oltre le tre o quattro righe; nessuno si azzarda a commentare , a meno che non si vada su siti o luoghi dove c'è da fare a pugni; nessuno commenta a meno che non copi e incolli il commento precedente (citazione) per poi aggiungere le due o tre righe di sfottò o di veri e propri insulti o, peggio che mai, riempia di link e rimandi. In poche parole viene a mancare il ragionamento, il cercare di argomentare un pensiero o un'idea: lo so, spesso mancano l'uno e l'altra. 

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