Quando leggo che si approvano protocolli d'intesa che so, contro la violenza sulle donne, o quando si vogliono a tutti i costi far prevalere i diritti di alcuni su altri, mettiamo che si tratti di omosessuali o extracomunitari ( ho sentito e mi pare che l'ho pure scritto che, proprio un extracomunitario , che si era prodigato per farsi preparare una pratica di finanziamento, facendosi compilare e dare tutte le dritte per non sbagliare, ha poi "ritirato la delega e tolto quindi l'incarico di occuparsene" alla persona che gli stava seguendo il tutto". Motivazione? Tanto a me, siccome sono extraocomunitario, i soldi me li danno), provo un senso di fastidio.
Mi sento come una persona defraudata, privata di determinati diritti, tutelata meno o addirittura poco e ,talvolta, per niente.
Sapere che se sono picchiato in strada, magari da un gruppo di donne, che la cronaca potrebbe chiamare per renderle meno antipatiche "ragazze terribili", queste se individuate e consegnate alla giustizia potrebbero essere accusate di lesioni o cose simili, mentre se avvenisse il contrario ci sarebbero gli estremi per un aggravante in quanto uomini contro donne, ecco non mi va, non sono d'accordo.
Dover destinare un posto nel consiglio di amministrazione a una donna perchè è un essere vivente di sesso femminile, non mi trova in sintonia: se te lo meriti, fossi uomo o donna, non fa differenza.
Pensate che mi infastidisco in quanto over 50 e ritrovo numerosi annunci di lavoro con limiti di età, in genere cercano agenti di commercio max 45 enni.
Quindi non ho trovato nessuno che stia al mio fianco in battaglie simili, mentre sul fronte del femminicidio sì, anzi il posto è strapieno di persone che si associano, sono vicine, capiscono.
Nessuno invece che affermi che ci sono già le leggi, che occorre applicarle e senza intenzioni vendicative, ma solo di giustizia: infatti non passa giorno che leggendo i commenti nei vari siti online dei quotidiani, si ritrovi uno stuolo di persone, di ambo i sessi, armate di bastoni, clave, forbici, roncole, fucili, vibratori e fruste, per punire il colpevole, di norma un maschio.
La promozione culturale rivolta al rispetto degli altri, invece mi pare assente da quasi tutti i dibattiti ma se c'è è,anche in questo caso a senso unico: ovvero è l'uomo che deve rispetto alla donna, e non viceversa o, per essere più preciso non si fa menzione di questo lato, di questo aspetto della vita.
Nei giorni scorsi in un programma mi pare serale e se non erro sui canali Rai, si parlava del solito ruolo, multiplo, della donna nella vita di un uomo: madre, compagna, sorella, amante, amica, insomma un sacco di ruoli, per un maschio che appare già debole in partenza, cotto e stracotto, classica persona che non capisce niente della vita, che non ce la fa da solo, e ha bisogno sempre e in ogni caso di una spalla, e pure robusta.
In programmi del genere viene fuori lo stereotipo del maschio, di solito italiano, dato che non so se poi,con i tipici distinguo della tv e dei media, visto che c'erano potevano anche infierire sulla nazione che,se è vero che è indietro in tanti settori della vita, uno in più non ci farà sprofondare: peccato che uno di questi settori sia proprio l'informazione.
Ecco che mi farebbe piacere sapere se è vero,come ho letto poco tempo fa, che non è vero che il numero dei delitti in cui la vittima è di sesso femminile, siano aumentati nel corso degli anni:sarebbe possibile ricevere un conteggio? So bene che non stiamo parlando di frutta e verdura o di figurine, ma di esseri umani uccisi, cui si è negato con l'omicidio, ogni possibilità di realizzarsi ma credo che se una persona ci tiene alla giustizia, dovrebbe anche chiedere che siano disponibili tutti i dati, e il conteggio rientra tra questi.
Tra le cose che non capisco e che non riesco ad accettare, c'è l'aggravante nel caso di un omicidio in cui la vittima è una donna: se uccidessero me, che dovrei essere maschio, uomo, e si trovasse il colpevole, costui dovrebbe essere condannato a tot anni.
Ma se invece la vittima è un donna, e l'assassino un uomo, costui si becca i "tot anni" più l'aggravante, cioè altri anni.
Della serie che allora io valgo meno di una donna o se si preferisce lei vale di più: cosa che mi sta bene in altri campi, come il lavorativo, se ovviamente ciò viene dimostrato dai fatti, attraverso una selezione, un concorso.
Non lo concepisco invece se mi si obbliga alla doppia preferenza, se devo riservare un posto nei consigli di amministrazione, e così via.
Ora discutere o parlare di queste cose spero non sia vietato, proibito, magari con la reclusione: sarebbe un po' ciò che vogliono fare e cercano di fare anche da noi in Italia, allorchè vuoi parlare di olocausto, di immigrazione, vuoi informarti su fatti storici, vuoi pubblicare, anche se solo sul web, le tue opinioni.
Semplicemente ti caghi addosso dalla paura di essere messo alla berlina dal primo tg locale o nazionale, quasi fossi palesemente pedofilo: in merito ricordiamo il caso Schillaci, della piccola Miriam, e del padre.
Ma certo siamo nel 1989, per alcuni preistoria, per altri memoria da utilizzare per evitare di ripetere errori o di commetterne di maggiori.
Ci sono numerosi individui che utilizzano pochi vocaboli, riducono al minimo i termini adoperati nel linguaggio quotidiano, anche perchè pensano "non si sa mai": se dico negro, come nella canzone dei vatussi, mi danno del razzista, idem se dico finocchio o checca, seppure non in senso dispregiativo, ecco che discrimino, e l'elenco potrebbe continuare fino a toccare le professioni (per chi ancora ,baciato dalla fortuna , lavora) laddove è sufficiente leggere qualche frase di Woody Allen , per sapere cosa ne pensa di assicuratori e avvocati.
Ma giusto, quelle frasi si inseriscono ,anzi vanno inserite in un contesto culturale e ambientale che non è il nostro: negli Usa è diverso.
Ecco che con i distinguo arriviamo sempre all'autocastrazione, al non poter esprimerci liberamente ma solo nel linguaggio imposto dai media: rispetto per tutti...gli altri.
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