mercoledì 13 giugno 2018

Conto alla rovescia

Il conto alla rovescia, almeno il mio , è iniziato e non penso si arresterà anche perché, alcune situazioni sono cambiate , mentre altre non credo cambieranno. Ricordo che alcuni mesi dopo il fallimento, ero pressato dal curatore, che nonostante l'amichevole chiacchierata in cui avevo pensato che avesse capito che non aveva di fronte un delinquente, uno che aveva "pilotato il fallimento" e aspettava soltanto di espatriare per andare a godersi il malloppo, continuava a pretendere un mare di carte, di documenti che, tra l'altro , non erano in mio possesso ma dal commercialista (ho saputo che non li ha mai ritirati, né si è mai messo in contatto con lui: ergo sono stato poi condannato perché non avrei collaborato, seppure alla fine la mia è stata classificata come bancarotta semplice, non fraudolenta). Questa pressione esercitata attraverso una serie di numerose telefonate, di convocazioni attraverso i carabinieri, mi avevano portato a decidere di farla finita: il freno è stato di avere delle bambine piccole, minorenni, e la flebile speranza di poter riprendere a lavorare. Quest'ultima era stato lui stesso a trasferirmela, quando mi disse che potevo lavorare, ma in nero, perché in difetto c'era la seria e concreta possibilità che, come avevo sperimentato, mi avrebbe dovuto pignorare il conto corrente o i crediti: era arrivato a intercettare le borse di studio, a trattenersi per mesi (sei per l'esattezza) il tutto, salvo poi , dopo mie insistenze a restituirmi l'equivalente dei compensi. Ecco che l'aver compreso che non ci sarebbero stati sbocchi nel lavoro, e il fatto stesso di non sapere come si svolgeva l'iter del fallimento, mi aveva spinto a fare l'eroe e a scrivere un memoriale, di pugno , e di farglielo pervenire. Anni dopo mi convocò , nel mese di agosto, e per tre ore fui in pratica interrogato, lui scriveva e ricordo che mi chiese di firmare: ero stordito oltreché terrorizzato, e non feci nemmeno la cosa che ,di solito, i soloni e i saputelli, dicono di dover fare : ME NE DIA UNA COPIA E CHE SIA FIRMATA ,PER RICEVUTA, ANCHE DA LEI! Sono errori che commettono gli ingenui, quelli che lasciano spazio e non sanno che un qualsiasi figlio di puttana può, se vuole, aggiungere e farvi rilasciare qualsiasi genere di dichiarazione, che di norma sarà a vostro danno. Morale della favola non gli chiesi niente e me ne andai: ci siamo rivisti anni dopo quando dovetti andare a firmare un foglio, in tribunale, dove in pratica era scritto che il fallimento era chiuso, e di lì a qualche giorno o mese, ricevetti una raccomandata con la conferma della chiusura. Ecco che la consapevolezza di essere falliti, di non riuscire a riemergere, e forse anche il fatto di non avere ,non solo punti di riferimento, ma delle persone in carne e ossa con cui parlare, ascoltare, chiedere e ricevere lumi, insomma qualcuno che si interessi anche delle cose tue, che prenda a cuore le tue difficoltà e che ti aiuti ad affrontarle, tutte queste assenze pesano molto, sono macigni che ti cadono addosso. Non mi si dica che ci sono i centri di ascolto: come già detto e scritto , ahimè li ho conosciuti a mie spese. Perché non si vende il telefonino? Non ha oro da vendere? Non mi sembra che poi se la passi così male! Perché invece di 10/15 mila non ne chiede direttamente 20 mila? Ma se non mi servono, poi sono, giustamente da restituire e da 150 € al mese si va a 200 € e anche di più. Comunque questo senso di inutilità, il fatto stesso di non poter essere d'aiuto ai figli, alla famiglia, e non poter costruire più niente: che razza di progetti puoi fare per te stesso? Non puoi neanche ipotizzare che so, domenica vado a pesca o vado al mare: non ricordo se ho più il costume da bagno, anche perché tra uno sfratto e l'altro ho dovuto lasciare, mi è stato impedito di prendere "roba mia". Perciò, come dicevo, capisco chi sceglie la strada , per alcuni più semplice forse, di sparire, di farla finita: qui se i miei se ne vanno, rischio di finire sotto un ponte e sempre che ci sia spazio, non sia già occupato da altri. Il rammarico è che bastava poco, sarei come avevo già scritto, riuscito a risollevarmi e a dare qualche posto di lavoro: invece le porte non si sono aperte, o non mi hanno dato la chiave, sta di fatto che prima di andarmene voglio comunque spiegare meglio alcuni punti, perché vorrei che qualcuno oltre me sapesse. Non entrerò in questioni tecniche o giuridiche, tanto sappiamo come sono queste cose: se hai l'amico in banca il fido te lo danno; un giudice a suo tempo, per le mie pratiche, mi aveva concesso tempo e lo aveva pure comunicato ai creditori, ma è bastato che come in un film questo venisse sostituito che mi hanno dichiarato fallito. Quindi come dicevano gli antichi "ogni dritto ha un suo rovescio" : so che in altre realtà forse mi avrebbero fatto a pezzi, ma forse no. 

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