sabato 4 marzo 2017

La vera paura

Qualcosa non mi torna, o meglio ancora , non ho proprio capito: i detrattori del cristianesimo, inteso in senso lato, non ne vogliono sapere né di paradiso né di inferno, giammai di purgatorio, e ancor meno di giudizio universale. E sia, ma non mi spiego la casualità della nascita dell'universo, se è infinito o se ce ne sono altri, la questione degli universi paralleli, delle dimensioni oltre le quattro (sono quattro o di più?), dei viaggi nel tempo, e di cosa c'è dopo la morte. C'è qualcosa? Ci deve essere qualcosa? Non mi interessano tanto i discorsi che uno vive finché o anche quando qualcuno lo ricorda, il mio desiderio sarebbe quello di poter stare , dopo morto, con le persone a me care, con cui mi sono ben relazionato da vivo. Poi c'è anche il desiderio, mai del tutto appagato, di voler sapere un sacco di cose su un sacco di argomenti. Uno per tutti potrebbe essere se c'è vita nell'universo, vita intelligente simile alla nostra o superiore: c'è o non c'è e com'è? C'è chi parla, non so se Jung o chi altro, del fatto che la vita vera e propria è quella che viviamo nei sogni e non il contrario: mi chiedo quindi che cosa sarebbero i sogni e se hanno una funzione che non sia quella di evitare di sovraccaricare il cervello. Infine mi dispiacerebbe se tutto, ma proprio tutto, fosse un inganno, e non fosse vero niente. Ho già superato, dato che sono presuntuoso, la fase in cui potevi credere di diventare ,dopo morto, un Dio e che ti sarebbe stata affidata una parte dell'universo da governare. La forma mentis che ho mi fa apprezzare le relazioni tra il sottoscritto e il resto dell'universo, seppure me la faccia sotto davanti a un'onda marina di due metri o abbia ,come forse anche altri, paura dei terremoti e degli tsunami: ma accarezzare un cane o un gatto, sentire il cinguettio degli uccelli, il rumore di un ruscello che scorre, vedere il sole che sorge o tramonta, il cielo stellato (senza inquinamento luminoso) credo che siano cose che non hanno prezzo e per cui vale la pena vivere e che,dopo morti, vorrei continuare a sperimentare. Per cui mi chiedo: perché tutto ciò dovrebbe finire? E perché una volta per tutte?E' facile pensare e dire “tu sei malato”, sei nella fase di paura della morte (ed è vero) e ti fa specie il sapere di non sapere: sì, è così o sarà anche così, ma se è davvero una questione importante, come mai se ne parla poco e non si è mai trovata una risposta che non sia quella religiosa (che tra l'altro è diversa da credo a credo, fino al discorso della reincarnazione)? C'è il solito amico che ti dice che “le risposte che cerchi sono tutte dentro di te”, salvo ricordarmi che dentro di me c'è il vuoto assoluto: mi manca la cultura, sono peggio di una capra (almeno lei fa anche il latte), e nell'affrontare questi temi mi sento solo, come se non interessassero a nessuno. Ovvio che ci sono i soliti che ti citano Epicuro, la lettera sulla felicità, e così, dicono, possiamo ritornare a fare quello che facevamo prima, a vivere ,secondo me, nel non sapere.
Logico che prima o poi ritornerò sull'argomento, a meno che l'argomento mi prenda prima che abbia trovato una risposta soddisfacente. Sono conscio che vorrei , che cerco, una risposta che mi appaghi, che mi tranquillizzi, che mi dia speranza, seppure ho un'età che non mi permette di accettare risposte da mille e una notte, con tutto il rispetto per chi le trova convincenti. Morire tenendo una mano altrui, mentre magari ti accarezzano la testa, non so se sia una cosa da desiderare , quando arriverà l'ora X : ma cambierebbe qualcosa se non sai se e dove andrai ?(di solito ci mettono dentro una bara o ci cremano, quindi si tratterebbe dello spirito o dell'anima, se uno crede che esistano indipendentemente dal corpo). Come avete capito io non ho capito un tubo. 

Nessun commento:

Posta un commento