Qualcosa
non mi torna, o meglio ancora , non ho proprio capito: i detrattori
del cristianesimo, inteso in senso lato, non ne vogliono sapere né
di paradiso né di inferno, giammai di purgatorio, e ancor meno di
giudizio universale. E sia, ma non mi spiego la casualità della
nascita dell'universo, se è infinito o se ce ne sono altri, la
questione degli universi paralleli, delle dimensioni oltre le quattro
(sono quattro o di più?), dei viaggi nel tempo, e di cosa c'è dopo
la morte. C'è qualcosa? Ci deve essere qualcosa? Non mi interessano
tanto i discorsi che uno vive finché o anche quando qualcuno lo
ricorda, il mio desiderio sarebbe quello di poter stare , dopo morto,
con le persone a me care, con cui mi sono ben relazionato da vivo.
Poi c'è anche il desiderio, mai del tutto appagato, di voler sapere
un sacco di cose su un sacco di argomenti. Uno per tutti potrebbe
essere se c'è vita nell'universo, vita intelligente simile alla
nostra o superiore: c'è o non c'è e com'è? C'è chi parla, non so
se Jung o chi altro, del fatto che la vita vera e propria è quella
che viviamo nei sogni e non il contrario: mi chiedo quindi che cosa
sarebbero i sogni e se hanno una funzione che non sia quella di
evitare di sovraccaricare il cervello. Infine mi dispiacerebbe se
tutto, ma proprio tutto, fosse un inganno, e non fosse vero niente.
Ho già superato, dato che sono presuntuoso, la fase in cui potevi
credere di diventare ,dopo morto, un Dio e che ti sarebbe stata
affidata una parte dell'universo da governare. La forma mentis che ho
mi fa apprezzare le relazioni tra il sottoscritto e il resto
dell'universo, seppure me la faccia sotto davanti a un'onda marina di
due metri o abbia ,come forse anche altri, paura dei terremoti e
degli tsunami: ma accarezzare un cane o un gatto, sentire il
cinguettio degli uccelli, il rumore di un ruscello che scorre, vedere
il sole che sorge o tramonta, il cielo stellato (senza inquinamento
luminoso) credo che siano cose che non hanno prezzo e per cui vale la
pena vivere e che,dopo morti, vorrei continuare a sperimentare. Per
cui mi chiedo: perché tutto ciò dovrebbe finire? E perché una
volta per tutte?E' facile pensare e dire “tu sei malato”, sei
nella fase di paura della morte (ed è vero) e ti fa specie il sapere
di non sapere: sì, è così o sarà anche così, ma se è davvero
una questione importante, come mai se ne parla poco e non si è mai
trovata una risposta che non sia quella religiosa (che tra l'altro è
diversa da credo a credo, fino al discorso della reincarnazione)? C'è
il solito amico che ti dice che “le risposte che cerchi sono tutte
dentro di te”, salvo ricordarmi che dentro di me c'è il vuoto
assoluto: mi manca la cultura, sono peggio di una capra (almeno lei
fa anche il latte), e nell'affrontare questi temi mi sento solo, come
se non interessassero a nessuno. Ovvio che ci sono i soliti che ti
citano Epicuro, la lettera sulla felicità, e così, dicono, possiamo
ritornare a fare quello che facevamo prima, a vivere ,secondo me, nel
non sapere.
Logico
che prima o poi ritornerò sull'argomento, a meno che l'argomento mi
prenda prima che abbia trovato una risposta soddisfacente. Sono
conscio che vorrei , che cerco, una risposta che mi appaghi, che mi
tranquillizzi, che mi dia speranza, seppure ho un'età che non mi
permette di accettare risposte da mille e una notte, con tutto il
rispetto per chi le trova convincenti. Morire tenendo una mano
altrui, mentre magari ti accarezzano la testa, non so se sia una cosa
da desiderare , quando arriverà l'ora X : ma cambierebbe qualcosa se
non sai se e dove andrai ?(di solito ci mettono dentro una bara o ci
cremano, quindi si tratterebbe dello spirito o dell'anima, se uno
crede che esistano indipendentemente dal corpo). Come avete capito io
non ho capito un tubo.
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