Chissà
perché i media e gli opinionisti se la prendono, sempre, con chi “fa
qualcosa”, produce, dà lavoro.
Non ho
voluto vedere la puntata di Report dove si parlava di chef premiati e
stellati e dei loro ristoranti: e non l'ho guardata perché dal
taglio,non tanto della trasmissione, che a mio parere ha sempre
“fatto le parti ai cornuti”, ma da come hanno presentato gli
argomenti della puntata nelle pubblicità.
Da
come si introduce un tema, un argomento, puoi capire dove andranno a
parare: e ,anche dal commento che ho letto oggi sul Corriere della
Sera, non mi ero sbagliato.
Si fa
presente, non dico si accusa perché,appunto, non ho visto la
puntata, che con i loro 40 coperti i ristoranti stellati non possono
coprire le spese, ergo si adattano,gli chef, ad andare in tv, a
diventare critici enogastronomici eccetera.
Mi si
dive dire perché una persona ,che opera in regime di concorrenza,
non debba “diversificare” per coprire,appunto, le spese e ,se del
caso, guadagnare.
Ma
forse i vari Report e chi con loro, auspicano menù a 10 euro e con
vino buono , il tutto ossequiati e riveriti, con tovaglia e
coprimacchia, tavolo con diametro di 120 o 160 centimetri, un bel po'
di stoviglie come Dio comanda, dei bei tovaglioli non certo di carta
monovelo, entree e aperitivo offerto dalla casa: anche se il loro
modo di ragionare li porta più verso lo stile fast food e pieno di
americanate che ,sempre loro, indicano come “la moda da seguire”.
Perché?
Perché sono esterofili fino al midollo, perché gli altri fanno
sempre meglio.
Lo si
è visto ,non da oggi, per il settore della moda, dei motori, degli
arredi: gli altri fanno meglio e fanno pagare meno, almeno in
“proporzione”, perché sulle auto o le moto, occorre “sganciare”
denaro, mentre che so, con Ikea dovresti già sapere che compri
qualcosa che ha poco e vale poco, anche se è presentata bene.
Infatti
il marketing di Ikea e delle grosse multinazionali è ben fatto: non
capiscono un cazzo di ciò che vendono, ma sanno come si fa, e lo
dimostra il gruppo ben nutrito di seguaci che sembrano felici di
essere fottuti.
Del
resto sento sempre più spesso persone che dopo “aver mangiato
tutto quello che volevano per 20 o 25 euro” ,mi fanno anche sapere
che hanno trascorso diverso tempo in bagno tra sciolte , peti e mal
di pancia in genere.
In
ogni caso, contenti loro, e pure chi fa dei servizi senza fornire ,a
mio parere, le informazioni giuste,così da permettere di valutare,
che cosa ci sarebbe da aggiungere ancora?
Una
cosa ci sarebbe: il lavoro nostro, per chi lavora almeno, così come
quello altrui, ha dei costi che è bene,se non conoscere in
dettaglio, almeno saper individuare.
E se
questi tizi che fanno i reportage e le indagini fossero un po'
capaci, lo capirebbero e lo farebbero presente: invece no.
Se hai
40 coperti, fatti un calcolo di quanti piatti e bicchieri ti servono,
a meno che non voglia dare una festa in casa e usare una confezione
di bicchieri, non di carta, ma di plastica, idem per piatti e posate:
quindi ragiona e informati, almeno sommariamente, di costi di una
tovaglia e di un copri macchia o anche di tovaglie all'americana
(quelle dovrebbero piacere agli esterofili).
Poi
chiedi quanta corrente elettrica serve per mantenere in piedi il
tutto, vedi anche quanto si paga di affitto per un locale ,come
quello del ristorante (che deve avere canna fumaria e almeno tre
bagni e antibagno e ,se fa, pure un cortile) in zona, e dulcis in
fundo il costo del personale.
Quanta
gente c'è in cucina e in sala? Quanto costano?
Chi ha
un fast food o quei locali ,mezzo abusivi, dove se devi cagare o
pisciare devi trattenere fino a quando torni a casa (perché ,con il
servizio che offrono, cioè non ai tavoli, non c'è l'obbligo di
avere il bagno per i clienti:bagno che deve avere certe
caratteristiche: informati! Sennò come hai aperto, asl o nas ti
fanno chiudere...e fanno bene, perché gli altri, quelli che si
mettono o sono in regola, non sono tutti dei coglioni!) perché un
sacco di obblighi non li hanno, ecco proprio questi signori qui,
hanno dei costi nettamente inferiori: anche perché la materia prima
è quella che è , cioè non è di prima scelta.
Per
farsi un'idea è sufficiente andare a visionare un qualsiasi centro
ingrosso alimentare, per accorgersi di cosa c'è, di quanto costa.
La
cosa che occorre rimuovere è la simpatia,non tanto per il personale,
spesso sottopagato, che vi opera, ma per i marchi, i grandi marchi,
presenti: se tu sei convinto che quella bevanda, quel sugo,
quell'olio, siano i migliori, allora devi essere riprogrammato, ma
una bella riprogrammazione anche nel palato non guasterebbe.
Tornando
ai costi del ristorante, il personale costa, sopratutto se lo paghi
quanto deve essere pagato: non entro nei dettagli del costo sullo
smaltimento dei rifiuti, sulla disinfestazione, né sulle materie
prime.
Certo
se uno pensa di confrontare un ristorante,anche a conduzione
familiare, che compra non nei cash and carry, ma dai produttori, che
sa ciò che sta comprando, con un ristorante dove la spesa la si fa
magari al discount, allora siamo fuori rotta: se poi c'è gente che
lavora in nero, e magari senza neanche continuità in cucina, si
confrontano grandezze non omogenee.
Se poi
si vuole invece discutere sui piatti degli chef stellati e
pluripremiati, posso condividere le critiche sulle quantità e sulle
scelte di sperimentazione, sopratutto con chi vuole ,così mi sembra,
premiare il mix con spezie e altro proveniente dal culture
,gastronomiche, non nostre o non ancora assimilate o assimilabili:
preferisco la tradizione, anche perché ,per ciò che ho visto e che
credo di conoscere, tante persone non conoscono il vero sapore di ciò
che potrebbero mangiare, anche perché forse non hanno mai assaggiato
il cibo così come doveva essere cucinato.
Diciamo
che c'è troppa gente “vittima” dei piatti pronti, surgelati.